Con la solenne celebrazione presieduta dall’arcivescovo Vincenzo Paglia nella Cattedrale di Amelia si è conclusa la giornata dedicata alla festa della santa patrona di Amelia Fermina. Celebrazione preceduta dalla suggestiva rievocazione storica della pesatura e offerta dei ceri, secondo gli Statuti del 1346 e dall’accensione dei ceri con la “Fiaccola S. Fermina” partita in mattinata da Civitavecchia e portata in staffetta dalle associazioni sportive di Civitavecchia e Amelia. Accompaganti dai figuranti del corteo storico con i tradizionali abiti del Trecento, i sindaci dei Comuni dell’amerino: Alviano, Attigliano, Giove, Guardea, Lugnano in Teverina e Penna in Teverina hanno offerto alla patrona grossi ceri il cui peso equivale simbolicamente a quello dei nuclei familiari presenti nel borgo che essi amministrano, insieme a quelli delle due città di Amelia e Civitavecchia.
L’arcivescovo Vincenzo Paglia sottolineando l’importanza di ritrovarsi uniti nella celebrazione della festività della santa patrona, ha ricordato come la giovane Fermina sia ancora oggi testimone dell’amore per gli altri, una ragazza forte e salda nella fede in Cristo che ha proclamato fino al martirio. «Abbiamo bisogno dell’esempio di donne come Fermina – ha detto il presule – da ammirare e da seguire, specie in questo particolare momento di crisi che stiamo vivendo. Un momento che richiede a tutti saldezza e unità, superando individualismi ed egoismi, perché cresca in ciascuno una solidarietà maggiore verso tutti, perché impariamo ad essere generosi anche nell’attenzione verso il prossimo».
In particolare mons. Paglia ha sottolineato come la simbolica consegna dei ceri che rappresentano le famiglie dei Comuni del comprensorio amerino sia come rappresentarle tutte proprio perché è nelle famiglie unite che «s’impara ad amarsi e a stare nella società civile e nella chiesa. In famiglia si apprende soprattutto il rispetto per gli altri e a crescere nel bene comune per tutti, nella felicità. Fermina ci ricorda che spendere la vita per gli altri, è la felicità stessa che trova la sua forza e stabilità nella fede, nella fiducia nel Signore, la fedeltà verso il Signore che non ci abbandona mai e che ci sostiene sempre. In questo anno della Fede è necessario ritrovare questa fiducia, riscoprire Dio come Padre, riscoprire la preghiera che ci rende saldi, la domenica come giorno in cui ci si ritrova insieme, la famiglia come luogo d’amore. Tutti dobbiamo amare di più cominciando dai più deboli, sostenendo chi si torva in una condizione peggiore della nostra, solo così potremo riscoprire la fraternità e l’amicizia per superare insieme anche i tempi difficili che stiamo vivendo».
All’insegna della solidarietà anche il premio “Santa Fermina” che è stato conferito all’associazione ICAD Onlus, per i progetti di “emergenza” nei paesi in via di sviluppo, che saranno rivolti al sostentamento di base alla vita. Interventi connessi all’acqua, all’agricoltura, all’allevamento degli animali, ai diritti umanitari, ai rifugiati, ai bambini soldato, alla costruzione di scuole nel centro Africa.
Il 24 novembre ad Amelia si celebrerà la festa di Santa Fermina, patrona della città e copatrona della diocesi di Terni Narni Amelia.
Una celebrazione che è un evento comunitario religioso e civile, un incontro annuale tra Amelia e Civitavecchia per rinsaldare il gemellaggio tra le due città nel nome della comune patrona Fermina, giovane martire del III secolo.
«In questo particolare momento di crisi, sia economica che sociale – ricorda l’arcivescovo Vincenzo Paglia -, abbiamo bisogno dell’esempio di donne come Fermina, una giovane vivificata da una fede salda e generosa, perché cresca in ciascuno una solidarietà maggiore sia nell’attenzione verso il prossimo che nell’accoglienza».
Due saranno i principali momenti liturgici di sabato 24 novembre: alle ore 11.15 la celebrazione nella Cattedrale di Amelia presieduta dal vescovo di Civitavecchia Mons. Luigi Marrucci, alla presenza dei pellegrini, delle autorità e rappresentanze delle scuole di Civitavecchia, insieme ai bambini del catechismo e fedeli di Amelia. Al termine ci sarà l’esibizione del complesso bandistico “Città di Amelia”.
Alle ore 17.30 la solenne celebrazione nella Cattedrale sarà presieduta da mons. Vincenzo Paglia amministratore apostolico della diocesi di Terni Narni Amelia, alla presenza dei sacerdoti della diocesi e dei sindaci di Civitavecchia, Amelia, Alviano, Attigliano, Giove, Guardea, Lugnano in Teverina e Penna in Teverina, animata dalla corale “Amerina”.
La celebrazione sarà preceduta dalla rievocazione storica della pesatura e offerta dei ceri, secondo gli Statuti del 1346 e dall’accensione dei ceri con la “Fiaccola S. Fermina” portata dalle associazioni sportive di Civitavecchia.
Nei tradizionali abiti del Trecento, i rappresentanti dei borghi del territorio comunale offrono alla patrona grossi ceri il cui peso equivale simbolicamente a quello dei nuclei familiari presenti nel borgo che essi amministrano.
Nel corso della celebrazione sarà consegnato il premio Santa Fermina conferito ogni anno a donne che si siano distinte per l’impegno sociale e caritativo.
Al termine verranno proclamati gli alunni vincitori del “Concorso Santa Fermina” riservato alle scuole dell’amerino.
a festa solenne della patrona di Amelia sarà preceduta, venerdì 23 novembre, dalla celebrazione del primo anniversario del gemellaggio di Amelia con Stylida in Grecia, e dalla celebrazione alle 17.30 in Cattedrale, animata dalle parrocchia di Fornole e Santa Maria dei Monticelli con la partecipazione dell’Ente Palio e dei priori delle contrade.
Alle ore 21.15 a Palazzo Petrignani si terrà la conferenza “Gli statuti e il corteo storico” a cura di Emilio Lucci e Giancarlo Guerrini.
A conclusione della festa, domenica 25 novembre nella Cattedrale di Amelia alle ore 12 si terrà la celebrazione della solennità di Santa Cecilia animata dal complesso bandistico “Città di Amelia”.
SANTA FERMINA
Di origini romane, Fermina si convertì giovanissima al Cristianesimo, con impegno ed entusiasmo si consacrò all’apostolato, convertendo tantissime persone, sollecitata da una fede fervida e operosa. Secondo la sua passio, che non è anteriore al sec. VI, Fermina era una vergine romana figlia dello stesso praefectus urbis, Calpurnio. Da Roma la famiglia si trasferì a Civitavecchia e quindi ad Amelia. La giovane Fermina qui visse una vita eremitica, rivolgendo ai fedeli parole di conforto esortandoli coraggiosamente alla fede e all’amore.
Un consularis Olimpiade, che aveva tentato di sedurla, fu da lei convertito e diede poi la vita per la fede. Fermina seppellì il martire in un suo fondo detto Agulianus a circa otto miglia da Amelia il 1° dicembre.
Denunciata come cristiana, Fermina fu arrestata e condotta davanti al giudice Megezio il quale, nemico acerrimo dei cristiani, la sottopose a minacce e tormenti più spietati che non spezzarono però il suo coraggioso rifiuto di rinnegare la fede cristiana. Più tardi anche lei subì il martirio. Era il 24 novembre del 304 d. C quando la giovane Fermina fu martirizzata dal Prefetto romano di Amelia, Magenzio. Dopo numerosi tormenti, appesa con i capelli alla colonna (la tradizione vuole che sia quella posta all’ingresso del Duomo), mentre veniva torturata con le fiamme, Fermina morì pregando il Signore per sé e per i suoi persecutori. Molti vedendola morire in quel modo si convertirono al Vangelo. I resti del prezioso corpo vennero segretamente sepolti con grande venerazione dai Cristiani, fuori le mura di Amelia, e vi restarono occulti per circa sei secoli. Furono ritrovati nell’anno 870 e da allora sono solennemente custoditi nella Cattedrale di Amelia.
Le si attribuiscono numerosi miracoli, uno dei quali avvenne durante la navigazione verso Civitavecchia (allora Centumcellae); una violenta tempesta che infuriava in mare sulle imbarcazioni venne placata dall’intervento miracoloso della vergine Fermina. La santa sostò per un periodo in una grotta del porto, sulla quale è stato successivamente costruito il Forte Michelangelo. Per questo è anche la protettrice dei naviganti.
Dopo oltre 17 secoli, Fermina è un esempio di come amare il Signore, anche in mezzo ai sacrifici, ai problemi, alle difficoltà della vita e, le celebrazioni in suo onore, mostrano, ancora oggi, l’intensa devozione che la popolazione locale da secoli destina alla propria patrona. La festa di Santa Fermina a Civitavecchia si celebra il 28 aprile, giorno in cui giunsero nella città le reliquie donate dalla città di Amelia (28 aprile 1647).