Amelia – lo spirito missionario del servo di Dio mons. Vincenzo Lojali. Adorazione eucaristica missionaria il 23 ottobre

La Giornata Missionaria Mondiale così come l’intero mese di Ottobre, ogni anno richiama tutte le Chiese del mondo a convergere le proprie attività sull’animazione e la raccolta fondi per le missioni.
Ad Amelia il 23 ottobre alle ore 17.30 si terrà l’adorazione eucaristica missionaria sulla tomba del servo di Dio Vincenzo Lojali.

In questo contesto può essere di esempio a pastori e fedeli la testimonianza e l’opera di Mons. Vincenzo Lojali, vescovo di Amelia, incamminato oggi verso gli onori degli altari.
Zelo e spirito missionario hanno caratterizzato tutta la sua vita di sacerdote e vescovo.
Ordinato presbitero a Roma nel 1923, dopo gli studi seminaristici interrotti dall’esperienza della Prima guerra mondiale, l’anno seguente torna in diocesi. Nella corrispondenza con il suo antico Rettore del Seminario Romano confida di lavorare indefessamente per le missioni e di aver adottato tre seminaristi indigeni e, nel diario dell’anima, esprime il desiderio di “partire, convertire, amare, soffrire, dare il mio sangue. Comandami, o Signore, che io sono pronto!”. Ma l’uomo propone e Dio dispone: la terra dove realizzerà il suo ideale missionario sarà la sua stessa diocesi.
Eletto vescovo di Amelia, manifesta fermamente il proposito di migliorare in tutte le parrocchie l’organizzazione delle Pontificie Opere Missionarie e, quando il 9 marzo 1952 firma la sua sedicesima lettera pastorale alla diocesi dal titolo “Azione missionaria”, può guardare con soddisfazione ai traguardi raggiunti. Nei primi quattordici anni di episcopato, la diocesi ha adottato circa sessanta seminaristi indigeni dei quali trenta sono stati ordinati sacerdoti e tanti fedeli sono abbonati alle riviste missionarie. La diocesi di Amelia, una tra le più piccole del mondo, sotto la guida del vescovo Lojali tiene il primato del movimento missionario nella regione Umbria e uno dei primi posti nella nazione. L’ingresso di tre studenti del seminario diocesano in Congregazioni missionarie e la partenza per il Ceylon di sei monache benedettine del locale Monastero di San Magno, per fondare una comunità di vita contemplativa, sono interpretate dall’umile vescovo amerino come voci di Dio che scuotono e spronano a cooperare sempre più all’apostolato missionario. Esortando il suo popolo, scriveva: “Cristo cammina coi suoi missionari in tutto il mondo e spesso coi piedi laceri e sanguinanti. E perché cammini ancor più velocemente occorre che tutti collaborino con Lui e con i missionari; occorre che il mondo intero, nessuno eccettuato porti il suo aiuto vitale.”
Il respiro universale della missione alle genti per il vescovo Lojali ha anche una dimensione diocesana e trova riscontro nelle opere realizzate nel campo della catechesi, in quello assistenziale, nell’ordinazione di venticinque sacerdoti, nel fiorire in quel tempo di istituti religiosi, nelle numerose iniziative pastorali tra cui tre grandi missioni popolari.
Quando il 7 dicembre 1965, Paolo VI promulgava il decreto Ad Gentes sull’attività missionaria della Chiesa, nella Basilica Vaticana era presente anche Mons. Lojali come Padre Conciliare. La testimonianza del santo vescovo di Amelia e il suo slancio missionario può trovare riscontro tra i capitoli di quel decreto e come in altri casi lo si può vedere quasi un precursore con il suo stile sobrio, alieno da vanagloria ed ancorato allo spirito delle beatitudini evangeliche.