Amelia – Santa Fermina 2023. Mons. Soddu: “i giovani seguendo l’esempio di santa Fermina sappiano trasformare in autentica virtù ogni condotta ed essere segno luminoso di un futuro pieno di speranza per sé e per gli altri”. ”

Celebrata solennemente ad Amelia la festa di santa Fermina, patrona della città e copatrona della diocesi. Il pontificale è stato presieduto nella concattedrale dal vescovo Francesco Antonio Soddu, presenti i sacerdoti della vicaria di Amelia e Valle Teverina, del capitolo della concattedrale e i sindaci di Civitavecchia, Amelia, Alviano, Attigliano, Giove, Guardea, Lugnano in Teverina e Penna in Teverina.
La celebrazione, animata dai canti liturgici eseguiti dalla Cappella Musicale del Duomo e dai Cori della Vicaria di Amelia-Valle Teverina, è stata preceduta dalla rievocazione storica della pesatura e offerta dei ceri, secondo gli Statuti del 1346, da parte dei comuni del comprensorio amerino e dall’accensione dei ceri con la “Fiaccola S. Fermina” portata da Civitavecchia in staffetta dalle associazioni sportive di Civitavecchia e Amelia.
“Santa Firmina ci insegna a ricercare e saper riconoscere il Signore come unica via che conduce alla vera vita – ha ricordato il vescovo Soddu -. Egli, Gesù è la vera vita, che nel momento della morte, come nella metafora del seme, produce il miracolo della vita sovrabbondante. Santa Firmina ci insegna a ricercare il Signore perché Lui è l’unico vero bene da cui proviene ogni nostra piena realizzazione e verso cui la nostra vita necessita d’esser orientata. Guardiamo l’esempio di santa Firmina e cogliamo il frutto della sua testimonianza. Ella, raccogliendo il senso profondo del Vangelo proclamato, dice e ripete a ciascuno di noi di non avere timore del Vangelo, anzi di assumerne il coraggio, il coraggio di Gesù Cristo” che per ogni cristiano “ha già reso la vita salvata, bella, mediante il Battesimo, perciò non sciuparla facendola diventare diversa o altra. Questa bella vita è quella stessa di Gesù; pertanto non rimanere, seme prezioso di grano, isolato, in balia di parassiti nefasti o di muffe corrosive, ma adoperati affinché possa produrre frutto moltiplicato attraverso la tua buona condotta di vita e di vita cristiana”.
Nell’attualità dei tempi difficili che la società sta vivendo il vescovo ha ricordato le guerre e i femminicidi, in particolare: “le paure del nostro tempo e di questi giorni, quelle che in queste ore condividiamo con il mondo intero, le guerre, che ormai non si contano più con tutte le paure che trasmettono (dall’ Ucraina alla Terra Santa, ai molteplici conflitti nel continente africano); a questi si aggiungono le ripetute e quasi quotidiane violenze sulle donne, verso le quali sarà necessario porre sempre una maggiore attenzione e vigilanza affinché, dalla famiglia alla scuola, fino ai luoghi di incontro e aggregazione dei giovani si possano trasmettere e coltivare valori positivi, isolando e soffocando ogni sia pur minima azione contraria. Sarà necessario ammettere però che la violenza o l’indifferenza sulle persone più indifese sono il risultato di quanto l’umanità, e direi ciascuno di noi nel proprio piccolo, non abbiamo saputo seminare di buono o di giusto, rimanendo perciò vittime di una terribile incertezza riguardo al futuro. La vita e l’esempio della donna santa Firmina sia di esempio nella ricerca del bene, che per noi ha un nome: Gesù Cristo”.
Al termine, presentazione del Calendario 2024: “Servo di Dio Mons. Vincenzo Lojali, che è stato ricordato nnel centenario dell’ordinazione sacerdotale con una pubblicazione per i giovani consegnata ai dirigenti scolastici di Amelia e Attigliano, città natale di mons. Lojali.

L’OMELIA DEL VESCOVO