Cammino neocatecumenale – incontro con il vescovo Soddu

A conclusione delle attività le comunità del cammino neocatecumenale si sono ritrovate nella Cattedrale di terni per la celebrazione presieduta dal vescovo Francesco Antonio Soddu. E’ stato il responsabile diocesano Gustavo Caprioli a presentare le comunità presenti nelle parrocchie della diocesi a cominciare da quella di più lungo corso nata nel 1974 nella parrocchia del Cuore Immacolato di Maria a Terni i cui componenti hanno rinnovato le promesse battesimali al termine del cammino nel 2003 e 2005; la parrocchia di Sant’Antonio a Terni dove il cammino è presente dal 1979 con attualmente tre comunità, alcune composte prevalentemente da giovani; la parrocchia di San Giuseppe lavoratore a Terni dove il cammino neocatecumenale è presente dal 1985 con due comunità, e la presenza di rinnovato 2020 tre famiglie in missione Irlanda, Castelvolturno e Curacao isola del Mar dei Caraibi; la comunuità della parrocchia di Santa Maria della Misericordia dal 1988 con l’equipe responsabile dell’Umbria e una seconda comunità che opera nella parrocchia di San Matteo e una terza comunità di giovani e una famiglia missionaria in Australia; la comunità della parrocchia di San Matteo nata nel 2003 che propone catechesi nella zona nord di Terni itineranti nella varie parrocchie.
Il vescovo Soddu esprimendo apprezzamento per l’opera evangelizzatrice portata avanti in diocesi, ha ricordato come “Dio vuole entrare nella nostra storia per illuminare e orientare la nostra vita nella misura in cui sappiamo rivolgerci a Lui e gustare pienamente i doni che ci fa. La storia della salvezza non è solo scritta nei testi a memoria di quanto accaduto, ma è tutto ciò che deve compiersi. Anche i nostri presunti successi non dicono niente se non sono in consonanza con Dio, tutto deve avere alla base l’incontro con il Signore della vita, la nostra vita deve compiersi nell’incontro con il Signore. Il cammino dei cristiani è arrivare alle sorgenti da cui siamo nati nel battesimo. Siamo inviati e chiamati ad agire, per tornare alle sorgenti della salvezza da cui siamo nati”.
E’ seguita poi la testimonianza di Lucilla in missione con la famiglia dal 2000, prima a Porto Rico per 7 anni e poi a Curacao piccola isola sopra le coste del Venezuela, in una situazione difficile dove forte è il sincretismo. “Questa esperienza mi ha fatto comprendere – ha detto – come il cuore dell’uomo sia uguale ovunque, proprio prerchè c’è bisogno dell’incontro con il Signore che mi spinge ad una vita compiuta e piena, anche con tutte le difficoltà. Abbiamo visitato le famiglie, sia poveri che ricchi, e aiutato il parroco in vari servizi per portare Gesù e quello che si è vissuto e sperimentato di cui il Signore ci ha fatto dono a tutti i fratelli”.
E’ stata quindi la volta di Cristina missionaria con la famiglia in Australia da 16 anni. “E’ un mondo molto ricco – ha detto – che ostacola il cuore dell’uomo di tendere a Dio. Vivono condizione interiore disastrosa pur essendo ricchi materialmente. Grande è il bisogno che mostrano di essere accolti da qualcuno che apre le porte di casa. E questo è quello che abbiamo fatto ancora prima di aiutare in parrocchia: abbiamo incontrato tante persone con cui pregare e entrare in contatto e che ci ha permesso anche di superare l’iniziale forma di emarginazione data dal fatto di non essere inglesi”.