Caritas diocesana in Albania – prosegue con impegno il progetto a favore dei bambini sordomuti

Si è conclusa con buoni risultati la visita della delegazione della Caritas diocesana di Terni-Narni-Amelia in Albania nell’ambito del progetto “Ospedale della solidarietà” e di quello più specifico che si occupa di bambini audiolesi “Parla più forte”.
Grazie all’attività dell’Ospedale della Solidarietà, che ha ricevuto il contributo della Fondazione Carit di 21.800 euro, saranno presto in Italia per essere operati in Umbria due pazienti: un bambino di 4 anni per l’applicazione di un impianto cocleare e una giovane donna sorda.
La delegazione, guidata mons. Paolo Carloni, vicario episcopale per la Carità, e dal direttore della Caritas diocesana Ideale Piantoni, insieme a Nicola Cimadoro e al dott. Maurizio Carlone otorinolaringoiatra, ha incontrato i responsabili della sanità della regione di Lezhe e della direzione amministrativa e sanitaria dell’ospedale di Lezhe per una verifica del progetto della diagnosi della sordità infantile che viene effettuata attraverso l’apparecchio di screening acustico Accuscreen Teoae, emissioni otoacustiche transienti, che rileva forme di ipoacusie sin dal primo giorno di vita dei neonati. Ciò consente una diagnosi precoce della possibile sordità, malattia che presenta un’incidenza doppia in questa zona dell’Albania rispetto alla media degli altri paesi sviluppati. L’apparecchio, poco più grande di un palmare, consente di eseguire l’analisi in pochissimi secondi ed il suo uso è accessibile anche da parte del personale infermieristico.
L’apparecchio donato dalla Caritas diocesana di Terni nel 2014 alle suore del Divino Zelo di Pllane è stato affidato all’ospedale di Lehze, in comodato d’uso, per essere utilizzato su tutti i nati nella struttura. I bambini che sono individuati come sospetti sordi, vengono poi esaminati approfonditamente presso l’istituto delle Suore Figlie del Divino Zelo che possiedono apparecchiature più sofisticate e che sono collegate mediante la telemedicina a professionisti italiani volontari partecipanti a tale attività. Il lavoro attuale è svolto da suore che si sono formate in Italia che effettuano una serie di accertamenti giornalieri con le due strumentazioni ed inviano i risultati in tempo reale al dottor Carlone, che ne verifica la gravità, conferma la diagnosi o indica suggerimenti e la terapia.

Nel corso delle quattro giornate in Albania la delegazione ha vissuto a stretto contatto con i bambini sordomuti che vengono accolti e curati nell’Istituto delle suore del Divino Zelo di Pllane che dispone di ambulatorio medico-infermieristico-logopedico ed audiometrico. Venticinque bambini audiolesi dai 4 ai 14 anni sono inseriti nelle normali classi della scuola Effetà gestita dalle suore, di cui 14 sono residenziali nell’istituto delle suore ed altri vengono portati dai propri famigliari, giornalmente, alla scuola per essere inseriti con i bambini normoudenti. Un centro unico nel suo genere ed offre ai bambini sordi una più facile integrazione scolastica, sociale e una rieducazione logopedia. Diversamente sarebbero abbandonati a loro stessi e non avrebbero alcuna possibilità di imparare a comunicare con l’esterno. Con loro circa 25 insegnanti logopedisti albanesi formati dalla Caritas di Terni e Polonia, che li seguono anche nel doposcuola con programmi personalizzati.
«Con l’ausilio dei medici che ci hanno aiutato anche nella formazione – spiega suor Caridad responsabile dell’ambulatorio – siamo in grado di visitare molte più persone che hanno questi problemi e trovare per loro una soluzione, che può essere una protesi nuova fornita da alcune ditte italiane e austriache o il riutilizzo di quelle usate, e nei casi più gravi anche gli interventi presso l’ospedale di Perugia. Utilizzando Internet posso trasmettere ai medici con noi collegati i dati audiometrici dei pazienti così da poter sempre monitorare le diverse situazioni cliniche, elemento necessario per seguire il decorso della malattia e per ottenere risultati migliori con le altre terapie di logopedia e sviluppo delle capacità dei bambini». Queste religiose, sorprendentemente esperte e capaci di operare con professionalità e correttezza nei diversi ambiti in cui il Centro è attivo, sono impegnate in un’opera difficoltosa e stancante, che le vede riparatrici e assemblatici di parti di vecchie protesi acustiche da offrire ai loro piccoli ospiti, in modo da consentirgli almeno l’ascolto di qualche suono.
«L’ospedale della solidarietà e il progetto “Parla più forte” stanno dando ottimi risultati – spiega il direttore della Caritas Ideale Piantoni – grazie anche all’impegno delle suore che curano i bambini audiolesi, che si sono sempre mostrati con noi molto socievoli e allegri. In questi giorni abbiamo cercato di sviluppare una maggiore sinergia ricevendo da parte delle autorità locali rassicurazioni che ci fanno ben sperare per la continuazione del progetto. Questa è una delle realtà in cui hanno svolto il loro servizio e continuano a farlo alcuni volontari della Caritas, così come è stato fatto in anni passati in altre zone del nord dell’Albania con i centri di formazione e nella costruzione di scuole. C’è grande impegno per continuare a dare speranza alle tante persone che si recano, a volte facendo anche lunghi viaggi, nell’ambulatorio delle suore, soprattutto con la presenza di volontari medici, la fornitura di medicinali e attrezzature e organizzando attività formative per i volontari e gli operatori locali».
La delegazione ha inoltre incontrato vescovo di Lezhe mons. Ottavio Vitale al quale è stato illustrato i progetto e l’attività in campo sanitario svolta nella zona di Lezhe con il progetto collegato dell’Ospedale della Solidarietà. Un progetto che richiede di continuare e implementare la sinergia tra la Caritas di Terni e le istituzioni locali albanesi e le suore del Divino Zelo attraverso un’opera di sensibilizzazione per poter operare in modo efficace e tempestivo per la cura della patologia dei piccoli.
«E’ importante che la chiesa locale albanese possa riscoprire la vicinanza di quella di Terni con il sostegno innanzitutto morale e umano, ma anche economico, in queste situazione di malattie gravi come la sordità infantile – spiega don Paolo Carloni, vicario episcopale per la carità . Bambini che sono tra i meno fortunati ma che hanno diritto a non essere condannati dalla menomazione ed essere esclusi dalla società, quando si potrebbe adeguatamente risolvere i loro problemi. Attraverso anche nuove forme di volontariato più legato alla formazione e animazione cercheremo di aiutare ancora le nuove comunità cristiane locali nell’importante ruolo della formazione umana e sociale».