Caritas diocesana – Ventennale dei progetti in Albania

Locandina_ventennale_2014_aDa venti anni la Caritas diocesana è impegnata nel sostegno e solidarietà alle popolazioni dei Balcani e in particolare in Albania, dove sono state realizzate tante opere con i campi di lavoro estivi che hanno coinvolto in questi anni circa 700 persone. Dal recupero della struttura dell’ospedale di Shijak e alla qualificazione del personale medico, ai centri medici e di formazione professionale, i centri per la comunità a Lezhe e in altre zone in collaborazione con la chiesa locale, sono stati solo alcuni dei progetti realizzati in questa catena di solidarietà che ha legato saldamente Terni all’Albania. Opere che non si sono limitate solo a realizzazioni tecniche per migliorare la qualità della vita del popolo albanese, ma hanno permesso di creare un percorso educativo e di sensibilizzazione importante, di costruire dei rapporti di solidarietà, amicizia e fratellanza che hanno dato frutti importanti per entrambe le realtà.
Un ventennale che sarà celebrato sabato 8 novembre al Museo diocesano a cominciare dalle 9.30 con il saluto di padre Giuseppe Piemontese vescovo di Terni Narni Amelia, di padre Ottavio Vitale vescovo di Lezhe, cui seguirà il convegno: “Servire per condividere, condividere per liberarci” al quale interverranno don Salvatore Ferdinandi responsabile della promozione della Carità in Caritas italiana, padre Giulio Albanese missionario comboniano, padre Antonio Leuci direttore della Caritas di Lezhe. Alle 11.15 spazio alle testimonianze di operatori e volontari e a seguire le conclusioni a cura di Nicola Cimadoro. Alle 12.30 ci sarà la celebrazione nella Cattedrale di Terni e nel pomeriggio alle 15 gli interventi dei volontari e lo scambio di esperienze che saranno raccontate anche con le immagini del video e la mostra fotografica che ripercorre venti anni di storia.

“In ogni progetto nei Balcani si è partiti dall’ascolto – spiega Nicola Cimadoro coordinatore delle attività all’estero della Caritas diocesana – andando sempre sul posto ad ascoltare, ad osservare per poi discernere ed agire con un progetto. La cosa più importante che non voglio trascurare è il risvolto ed il ritorno del lavoro pastorale, pedagogico ed ecclesiale di tutte le attività legate all’Albania nella nostra diocesi. I campi di lavoro hanno senso solo e soltanto se sono presenti le caratteristiche sopra elencate. Nella preparazione, nella progettazione, nell’esecuzione dei campi non si è mai parlato di metri quadrati o metri cubi di lavoro da eseguire. La produttività è stata sempre un problema secondario, tenendo presente che la caratteristica primaria era quella di una esperienza ecclesiale, che viveva e testimoniava il Vangelo della carità. Tornando nella parrocchia il gruppo diveniva strumento di animazione dell’intera comunità, dando origine alla nascita, al rafforzamento o all’ampliamento della Caritas parrocchiale stessa”.
Venti anni di servizio svolti in Albania a favore di uomini donne bambini, bisognose di avere persone al loro fianco capaci di testimoniare speranza attraverso gesti concreti di vita quotidiana. Anni ricordati in un momento di festa e di approfondimento del valore del volontariato, come rappresentanti di una cittadinanza attenta, vicina e disinteressata, sensibile alle frontiere del bisogno e del disagio di un territorio vasto che ha per confine il mondo.