Cattedrale – celebrazione conclusiva del Preziosissimo Sangue. Mons. Soddu: “il Signore ci dice che egli è in ogni fratello e sorella affamato, nudo, abbandonato, povero”.

Con la celebrazione di domenica 25 settembre presieduta dal vescovo Francesco Antonio Soddu nella Cattedrale di Terni si è conclusa la festa del Preziosissimo Sangue, legata alla reliquia custodita nell’altare maggiore della chiesa madre della diocesi e donata nel 1650 dal cardinale Francesco Angelo Rapaccioli allora vescovo di Terni. E’ una devozione a Gesù che ha versato il suo sangue per la redenzione dell’umanità e che più di ogni altra suggerisce lo spirito di sacrificio, incoraggia a portare la croce e ad affidarsi alla volontà di Dio. Hanno concelebrato il parroco della cattedrale don Alessandro Rossini e don Antonio Maniero. Presente il sindaco di Terni Leonardo Latini
“Il fatto che in questa Chiesa si conserva una speciale reliquia – ha detto il vescovo Soddu nell’omelia – ci dà l’occasione per riflettere sul grande dono che Dio ha fatto all’umanità con il sacrificio del Figlio per la nostra salvezza. Il sangue di Gesù è l’unico che salva, riscatta dalla schiavitù del peccato e dalla morte, e perciò è preziosissimo. Preziosissimo agli occhi di Dio e preziosissimo per noi che da questo siamo stati salvati. In forza di tale verità siamo sempre chiamati a rendere vivo nella nostra vita il mistero che celebriamo. La celebrazione dei sacramenti, in specie il sacramento dell’Eucaristia, ci danno tutti gli elementi affinché possiamo comprendere sempre meglio il senso del dono e di conseguenza incarnarlo nei nostri atteggiamenti”.
Ricordando il congresso Eucaristico a Matera, il vescovo ha invitato a nutrirsi del sangue di Cristo, cibo di vita eterna. “Ma il Signore ci dice che egli è in ogni fratello e sorella affamato, nudo, abbandonato, povero. Facciamo in modo che il sangue, ossia la vita di questi nostri fratelli non sia bruciata per nostra negligenza, per nostra disattenzione, per nostra distrazione, per nostro egoismo. Il sangue di Cristo è preziosissimo e il sangue del povero cioè la sua vita, nella misura in cui lo accogliamo e ce ne prendiamo cura diventa per noi strumento di salvezza e di santificazione”.
Un pensiero anche per la giornata mondiale dei migranti che “ci esorta all’impegno, affinché ciascuno sia attivo nella costruzione di un avvenire che risponda al progetto di Dio, senza che nessuno ne sia escluso. Per fare questo non siamo chiamati alle urne per esprimere la nostra preferenza a uno o all’altro partito, all’uno o all’altro leader; ciascuno di noi è chiamato in prima persona ed impegnarsi, a prendersi le proprie responsabilità di modo che, apprendendo dal Vangelo, possiamo far in modo che non ci siano persone escluse dalle mense e dai tavoli della comune convivialità”.

OMELIA DEL VESCOVO