Cattedrale Terni – celebrazione commemorativa di Giunio Tinarelli, testimone della fede nella malattia

Il 14 gennaio 1956 Giunio Tinarelli moriva nel suo letto nel quale era immobilizzato da oltre vent’anni per una grave malattia. Aveva appena 44 anni e una fede incrollabile, testimoniata con forza nel dolore. Il suo è stato un esempio immenso di vocazione alla sofferenza. Il comitato venerabile Giunio Tinarelli, l’Unitalsi e il Centro Volontari della Sofferenza, celebrano il sessantottesimo anniversario della morte, sabato 13 gennaio 2024 nella cattedrale di Terni, dove si trova la tomba del venerabile Giunio Tinarelli, con la solenne messa presieduta dal vescovo Francesco Antonio Soddu, concelebrata da don Michel Foyosseh postulatore della Causa di Beatificazione e da padre Gianpaolo Fabaro assistente spirituale della sottosezione di Terni dell’Unitalsi. La celebrazione è stata pre preceduta dalla rievocazione della figura di Giunio Tinarelli da parte del postulatore don Michel al Museo diocesano di Terni. È stato ricordata la figura di Giunio la sua fede incrollabile, testimoniata con forza nel dolore e con le persone che incontrava alle quali, nei modi che gli erano consentiti dalla malattia, manifestava la sua gioia.
Il vescovo ha sottolineato l’importanza di rendere presente nell’oggi la testimonianza di Tinarelli: “Giunio che oggi ricordiamo – ha detto il vescovo – ha sentito sempre la chiamata alla santità sin da bambino, che ha contivato come buon cristiano, attraverso la sua condotta in tutti i momenti della sua vita, da ragazzo dell’oratorio di questa cattedrale, al lavoro, testimoniata in acciaieria e poi da malato. In un tempo come il nostro, in cui la malattia è molto esorcizzata e bandita, mentre si avrebbe necessità di cura e contatto personale, che dice la vicinanza umana e trasmette anche il divino, per cui chi lo prova trova sollievo anche nella malattia. Lo stato della malattia sia per se stessi e per gli altri è motivo di salvezza, e questo Giunio l’ha incarnato pienamente.  Oggi egli è testimone che, alle sofferenze del mondo, si partecipa con l’offerta della propria sofferenza. La sua opera continua nella nostra società e città oggi”.
La giornata si è conclusa con un momento conviviale presso i locali dell’Oratorio San Giovanni Bosco.

 

Il venerabile Giunio Tinarelli trascorse venti nell’immobilità ed è stato un esempio immenso di vocazione alla sofferenza, di una fede incrollabile, testimoniata con forza nel dolore. Una vocazione che ha segnato la vita del giovane operaio delle Acciaierie, sempre presente tra i suoi coetanei e nella vita dell’oratorio, fin quando la poliartrite anchilosante e spondilite non gli consentirono più alcun movimento, ma non impedirono al giovane Giunio di essere “operaio” nel campo dell’apostolato. Nel 1948 fondò a Terni la sottosezione dell’Unitalsi, partecipando ogni anno ai pellegrinaggi a Loreto, Lourdes con il treno dei malati. Comunicò sempre questa sua grande fede agli altri anche nella sofferenza attraverso mani, penna, carta e leggio, i suoi nuovi ferri del mestiere, conversando con gli amici e con la gente che lo andava a visitare per consolarlo. Dal suo letto Giunio ha sconfitto tante illusioni che rendono triste e amara la vita degli uomini, ricordando che la felicità non sta nell’amare se stessi o nella salute o nella tranquillità, ma che la felicità e la pace stanno nell’amare gli altri.