Celebrazione della commemorazione dei defunti 2012

Celebrata presso il cimitero di Terni dall’arcivescovo Vincenzo Paglia amministratore apostolico della diocesi di Terni Narni Amelia, alla presenza delle autorità civili e militari cittadine, delle associazioni combattentistiche e d’arma, la Santa Messa per la commemorazione di tutti i defunti.

Una ricorrenza che accomuna, nel ricordo dei defunti, non solo i credenti ma tutte le persone che si sono recate in questi giorni al cimitero.

“In questa ricorrenza – ha detto l’arcivescovo Vincenzo Paglia nella sua omelia – al cimitero vanno tutti, perché è l’amore verso i nostri cari a spingerci. E’ bella la tradizione delle persone che visitano i loro morti, perché mostra che il legame con coloro con i quali abbiamo vissuto per anni, il legame di amore con chi ci è stato vicino vorremmo che non finisse, neppure fisicamente. Continuiamo a sentirli vicini con i sentimenti del cuore e con la preghiera, nel ricordo. E’ vero purtroppo che la vita ci travolge, che gli impegni ci sovrastano, che i pensieri di ogni giorno ci distraggono, che la corsa per le nostre cose ci stordisce, e facilmente dimentichiamo di porci le domande serie della vita. Oggi una strana sensibilità ci richiude in noi stessi e facendoci male, pensando di far bene, allontana la morte. E’ difficile morire a casa circondati dall’affetto dei propri cari, non si accompagnano più i morti, spesso impediamo anche ai nostri bambini di pensarci perché è una cosa brutta. In verità ci facciamo del male, perché la morte fa parte della vita, è una dimensione che ci tocca tutti, ci riguarda tutti. Gesù non ha fuggito la morte. Il Signore ci ha detto che lui ha vinto la morte che il suo amore è più forte di questo terribile evento. Ecco perché i cristiani si ritrovano la domenica per celebrare la vittoria dell’amore, la vittoria della vita anche sulla morte. Il Signore risponde a questo bisogno profondo che abbiamo di amore, perché è l’amore che vince ogni tristezza, morte compresa. Non è chiudendoci in noi stessi che possiamo liberarci dai pericoli, dalla crisi, dai disastri e dalla morte. Quel che conta nella vita è amare ed essere amati. L’amore è il tesoro che noi dobbiamo cercare e custodire, chiedere e vivere, perché quell’amore che leghiamo tra noi resta per sempre anche se si è lontani. Quando c’è l’amore, anche tra le difficoltà, riusciamo ad essere più forti e sereni».

Riferendosi poi a Terni e al particolare momento che sta vivendo il presule ha esortato a «stringerci di più gli uni agli altri, a sostenersi, di non dimenticare di far scendere la benedizione su Terni che sarà benedetta se ci sarà l’amore, e sarà maledetta se l’amore non c’è».

Ed infine un riferimento all’accoglienza dei più bisognosi: «Sono oggi particolarmente fermo – ha concluso l’arcivescovo – nel sottolineare la decisività dell’amore proprio perché i tempi sono più difficili. I nostri morti ci guardano con amore, sono essi che ci esortano perché cresca l’amore tra noi, nelle nostre famiglie e nelle nostre case. Ogni volta che non accogliamo qualcuno blocchiamo l’amore e la felicità fuori delle porte di casa. C’è bisogno di un cuore grande e sono lieto che da quest’anno abbiamo trovato a Terni un luogo dove tanti, di Terni anche, durante l’inverno come accaduto lo scorso anno, possano dormire al riparo e non al freddo. Benedetti siamo noi se riusciremo ad accogliere, ad amare e a sostenerci e il Signore benedirà tutti in nostri sforzi, tutto l’impegno per salvare questa città dalla crisi, perché le acciaierie restano salde, perché la crisi del lavoro possa essere superata. Dobbiamo impegnarci perchè cresca l’amore, l’amicizia e la solidarietà. Terni già da ora può essere il paradiso per noi e per chi ne ha più bisogno».