Parrocchia San Valentino – cerimonia di apertura della visita pastorale

Con l’accoglienza e la cerimonia di apertura nella basilica che custodisce le reliquie del patrono di Terni, San Valentino, ha avuto inizio il 26 aprile la visita pastorale del vescovo nella comunità di San Valentino a Terni.
“Vivo questa visita pastorale come un pellegrinaggio alla tomba di San Valentino – ha detto il vescovo – che è patrono della diocesi e di Terni, che è il mio predecessore e guida pastorale di questa comunità, per invocare il suo aiuto e la sua protezione su noi e la chiesa tutta, perchè possiamo essere fedeli alla chiamata del Signore, perchè possiamo sempre testimoniarlo anche a costo di grandi sacrifici”.
Momenti di preghiera e riflessione per conoscere, comprendere e vivere insieme alla comunità parrocchiale la bellezza e la gioia della Fede in Gesù Cristo; nell’incontro con le differenti realtà che compongono la comunità.
Il parroco padre Bose Velassery dell’ordine dei Carmelitani scalzi ha presentato la comunità, composta da circa ottomila persone, che vive una fede legata alla tradizione e alle devozioni, in particolare quella a San Valentino patrono di Terni, della diocesi e degli innamorati.
Nella parrocchia, che ha una duplice articolazione del servizio pastorale, una legata alla pastorale parrocchiale e l’altra al santuario valentiniano, che accoglie pellegrini e devoti da tutto il mondo, sono presenti numerosi volontari, gruppi e associazioni impegnate nei vari ambiti della catechesi, della liturgia e cura della chiesa, della carità, altri in ambito culturale, nella devozione e diffusione del carisma valentiniano e, non secondario, di quello carmelitano con la presenza dell’Ordine secolare carmelitano e che collaborano con la parrocchia e tra loro. Ai carmelitani è stata affidata la cura della basilica e da oltre quattrocento anni e quella della parrocchia dal 1943. Nella parrocchia è presente anche il monastero claustrale delle Carmelitane scalze.
“E’ una grande famiglia che si riunisce – ha detto padre Bose – piena di vita e di relazioni, con pregi e difetti. Una famiglia piena di iniziative che sono apprezzate e originali. Sono però preoccupato per i lontani e forse stiamo facendo una pastorale perdente volta a  salvare il salvabile. E’necessario arrivare nelle periferie con un primo annuncio e incontri nelle famiglie dei diversi quartieri”.

Successivamente il vescovo ha spiegato il senso della visita pastorale che è un “mettersi accanto alle persone e guardare con più occhi la fedeltà al Signore. Un padre e fratello che si mette accanto a voi per andare tutti insieme al Signore e ringraziarlo per ciò che si compie in questa comunità, ma anche per modificare ciò che va cambiato e incoraggiarci gli uni gli altri, perchè la vita ci pone già tanti problemi e quindi abbiamo bisogno di aiutarci ad affrontarli e risolverli. Questa realtà ha una triplice dimensione: quella di parrocchia, quella di santuario e quella di comunità religiosa. Occorre armonizzare gli aspetti pastorale della dimensione parrocchiale e santuariale ed è un impegno notevole che bisogno della loro attenzione ma anche quella di tutta la parrocchia”.