Chiesa Santa Maria Regina – il vescovo incontra la comunità Ucraina

Nella chiesa di Santa Maria Regina a Terni, il vescovo Francesco Soddu ha incontrato la comunità ucraina, partecipando alla liturgia in rito bizantino, che ogni domenica viene celebrata da don Andriy Maksymovych, sacerdote ucraino che da anni segue la comunità dei propri connazionali che vivono a Terni. Nella divina liturgia di San Giovanni Crisostomo, cantata dall’assemblea ucraina, con le preghiere litaniche, i salmi, la proclamazione del vangelo, si è pregato per la pace, per la chiese di Dio, per i sacerdoti, per i governanti, per la città, per i malati e sofferenti.
“Il vostro canto mi ricorda non solo l’esodo del popolo di Israele – ha detto il vescovo Soddu – ma anche che voi qui siete a casa a Terni. Di questo siamo molto contenti, perchè vi sentiamo nostri fratelli e sorelle, sebbene questa non sia la vostra patria che in questo momento soffre per la guerra e le violenze. Noi volgiamo essere vicini a Gesù, toccare il lembo del suo mantello ed essere sanati. La nostra vita sia questo cammino e questo desiderio di toccare la veste di Gesù, perchè lui possa cambiare le sorti dell’umanità, perchè nella vostra terra d’origine c’è, in un certo qual modo, tutta l’umanità. E’ questo che, come pastore di questa chies,a voglio impetrare in questa divina liturgia per voi e per il mondo intero. La comunione che abbiamo celebrato in questa divina liturgia è anche compattata da quel possimao mettere nei nostri desideri che ci siamo scambiati e che con l’aiuto di Dio postranno sempre più essere fortificati”.
Al termine della liturgia alcuni bambini, vestiti con gli abiti tradizionali ucraini, hanno ringraziato il vescovo per la sua presenza, ricordandolo nelle preghiere.
Padre Andriy ha donato al vescovo un libro sulla storia dell’Ucraina ed ha ricordato le tante opere di accoglienza e solidarietà che la chiesa diocesana, le associazioni e movimenti ecclesiali, hanno donato alla popolazione ucraina presente a Terni, soprattutto in questi mesi di guerra che hanno visto arrivare in città tanti profughi, facendo sentire il calore di una grande famiglia e favorendo l’integrazione di grandi e bambini.