Terni Film Festival “All of us” 2022 – L’Ucraina trionfa alla notte degli angeli

È l’ucraino Carol of the bells il trionfatore della XVIII edizione del Terni Film Festival.
La pellicola di Olesya Morgunets-Isaenko (prima donna a vincere il premio principale del festival del cinema di Terni) ha ottenuto infatti sia il premio della giuria internazionale composta dall’italiana Claudia Di Giovanni, il polacco Tadeusz Syka e l’algerina Lynda Bekhtaoui, sia quello della giuria Signis.
L’Ucraina ottiene anche l’Angelo per il miglior documentario con Gli altri rifugiati che il regista palestinese Mohammed Almughanni ha girato al confine con la Polonia.
L’Ucraina è stata anche la protagonista del focus che ha chiuso l’edizione 2022 della kermesse diretta da Moni Ovadia: un’intera giornata dedicata alla storia, al folklore, ai sapori e alla musica del paese in guerra, iniziata con una preghiera nella chiesa di Santa Maria Regina presieduta dal vescovo Francesco Soddu e proseguita al cinema Politeama con le proiezioni dei due film vincitori, canti tradizionali ma anche musica d’autore affidata ad artisti residenti sul territorio ternano come la cantautrice Eugenia Shalata, la soprano Anastasia Tomashevska e la giovanissima profuga Uliana.
Un pomeriggio intenso e coinvolgente che ha rafforzato la solidarietà verso un popolo che vede minacciata la sua esistenza, ma senza alcun cedimento alla propaganda di guerra o all’odio verso il popolo russo, e – al contrario – con un appello alla pace e alla fratellanza, suggellato dalla canzone I due Vladimiro scritta e cantata da David Riondino e accompagnata dalle note di sabbia di Gabriella Compagnone, in cui un gruppo di soldati russi e ucraini si ritrovano insieme in Paradiso.
Ad uno dei momenti più drammatici della storia dell’ex repubblica sovietica è dedicato anche il grande classico che ha chiuso l’edizione 2022 del Terni Film Festival: La Corazzata Potemkin di Eizenstein con l’incredibile sonorizzazione effettuata dal vivo da Edison Studio, capace di trasformare la proiezione cinematografica in una vera e propria esperienza sensoriale.

TRE ANGELI CIASCUNO PER IL LEGIONARIO E NON MORIRO’ DI FAME
Il premio per il miglior cortometraggio è andato a Cena con delivery di Daniele Catini, mentre Il legionario, diretto e interpretato da immigrati di seconda generazione, si è portato a casa ben tre angeli: miglior regia a Hleb Papou (nato in Bielorussia e cresciuto in Italia), miglior attore protagonista a Germano Gentile (nato in Brasile e adottato in Italia) e migliore attore non protagonista a Maurizio Bousso (nato a Roma in una famiglia di origini africane).
Bousso ha condiviso il premio con Andy Luotto – nato a New York ma divenuto celebre in Italia – per il corto Quel che resta e Jerzy Stuhr per Non morirò di fame: terzo angelo per l’attore polacco ma il primo per un film recitato in italiano.
Il film di Umberto Spinazzola si è aggiudicato anche altri due importanti premi: quello per la produzione, andato ad Alessandro Borrelli e quello per il “Film dell’anno”, assegnato dalla giuria popolare presieduta da Maria Barlozzo, Duccio Penna e Luca Cresta, che ha anche assegnato il premio per la miglior opera in realtà virtuale al giapponese Top of memory illusion di Jialiang Liu, e il premio della critica al corto a Don’t tell anyone della regista iraniana Sahar Sotoodeh.

GLI ALTRI PREMIATI
Miglior attrice protagonista è risultata la giovanissima Sophia Guastaferro per La santa piccola, la pellicola di Silvia Brunelli dove interpreta la parte di una bambina che con i suoi miracoli diventa la santa protettrice del rione napoletano in cui vive.
Miglior attrice non protagonista Eleonora Lausdei per il corto corale Next one di Guglielmo Poggi.
Giovanna Marini è stata premiata con l’Angelo per la miglior colonna sonora per il documentario Giovanna storie di una voce di Chiara Ronchini di cui è lei stessa protagonista, e che ha ricevuto anche una menzione speciale da parte della giuria Signis.
Quest’ultima, che aveva come membri l’italiana Silvia Costantini, l’americana Rose Pacatte e il belga Guido Convents, ha assegnato anche menzioni speciali al documentario del Qatar Tam Tam Basket diretto da Mohamed Kenawi e al corto Briciole di Rebecca Marie Margot.
L’angelo per la miglior sceneggiatura è andato a Matteo Cirillo per il corto Internet sparito, da lui stesso diretto e interpretato e al belga Pierre Pirard per All of Us, che ha ottenuto anche i premi per gli effetti e l’ambientazione, mentre la miglior fotografia è andata a Matteo Rea per Sentieri di ferro, documentario di Luca Curto che si avvale della voce narrante di Rocco Papaleo.
Premio per il miglior montaggio ad Andrea Sbarretti per un altro documentario: Su queste montagne, girato sui monti che sovrastano il centro abitato di Ferentillo.
Il Gran Premio della Giuria è andato invece al doc spagnolo The story of all us women di Itxaso Diaz e il “Premio Nuovi Sguardi”, attribuito dalla giuria salesiana al miglior corto di animazione, è andato all’iraniano Tangle di Maliheh Gholamzadeh.
Grande novità di quest’anno è poi l’Angelo per la miglior serie televisiva, ricevuto da Phaim Bhuyian per Bangla – la serie, che aggiunge così una quarta statuetta alle tre vinte per il film nel 2019, raggiungendo il primato detenuto da Alessandro D’Alatri.

ALBERI PER I VINCITORI DELLA MIGLIOR CANZONE
Giunto alla seconda edizione, il concorso Una canzone per il Terni Film Festival ideato dalla direttrice di Istess Musica Marialuna Cipolla quest’anno ha assegnato ai tre finalisti degli alberi che verranno piantati in varie zone del mondo.
La giuria composta da Giulia Massarelli, Alessandro Giammari e Massimo Colabella hanno assegnato il primo premio al romano Adriano Meliffi con Lately (scelta anche come sigla ufficiale di questa edizione), il secondo premio alla spoletina Antonia Pierleonardi con La scena iniziale e il terzo alla ternana Marta Fabrizi con Waves.
I tre concorrenti si sono rispettivamente aggiudicati un baobab, un kapok e una Grevillea, tutti premi all’insegna della lotta ai cambiamenti climatici.