Collescipoli – riapertura della chiesa di Santa Maria Maggiore

Sabato 26 settembre è stata riaperta al culto la chiesa di Santa Maria Maggiore alla presenza del vescovo Giuseppe Piemontese, don Albin Kouhon parroco di Santa Maria Maggiore, prof. Luigi Carlini presidente Fondazione Carit, del vicesindaco di Terni Andrea Giuli e numerose persone, a testimonianza dell’interesse della comunità cittadina e dei fedeli per la chiesa che è una delle più importanti del territorio.
La collegiata di Santa Maria Maggiore si trova nel punto più elevato del borgo e risale al XII secolo, anche se la sua attuale fisionomia pare essere conseguente ad un insieme di opere che vanno dal XIV al XIX secolo. Depositaria di numerose opere pittoriche e scultoree d’artisti famosi, la Collegiata di S. Maria Maggiore si sfregia anche di un organo a sette registri, rarissima opera del fiammingo gesuita Willem Hermans del 1678.
A seguito del terremoto del 2016 e 2017, la chiesa è stata danneggiata nella parte della facciata, tanto da determinarne la chiusura. Dopo due lunghi anni di ricerca di sussidi per avviare i lavori di restauro, l’architetto Leonelli Paolo si è proposto di aiutarci per poter riaprire la chiesa. Il progetto da lui presentato è stato accolto dalla CEI che ha preso in carico 75% del costo. La Fondazione CARIT ha provveduto al restante 25%, oltre agli extra sorti nel corso dei lavori. I lavori di consolidamento della facciata sono stati eseguiti dall’impresa Edile Artigiana s.n.c. di Pancrazi Roberto e Mauro e quelli di ripristino degli affreschi dal restauratore Giovanni Castelletta.
Nel corso della cerimonia l’arch. Paolo Leonelli direttore dei lavori e il restauratore Giovanni Castelletta hanno illustrato le caratteristiche artistiche e storiche della chiesa e gli interventi effettuati per il consolidamento e ripristino delle opere danneggiate. E’ seguito il concerto d’organo del maestro Fabio Ciofini.
Domenica 27 settembre c’è stata  solenne celebrazione eucaristica presieduta da Mons. Giuseppe Piemontese che ha sottolineato l’importanza dell’evento non solo per l’aspetto strettamente artistico e culturale nel poter ammirare di nuovo le tante bellezze che sono custodite nella chiesa di Santa Maria, ma soprattutto per la comunità cristiana che deve ora “far vivere la chiesa nella presenza alle celebrazioni e nella fraternità tra tutti”.
“Vogliamo rivolgere la nostra attenzione a Gesù – ha detto il vescovo nell’omelia – che compie la volontà del Padre fino a donare la sua vita per gli altri, per i fratelli. Lavorando nella vigna del Signore possiamo sentirci realizzati, felici, soddisfatti, senza andare alla ricerca di chissà che cosa, ma dell’amicizia e dell’amore del Signore e della felicità dei fratelli”.