Convegno: “Uccidi la Droga non la Vita. Insieme per sconfiggere il Buio”

In occasione della festa del Preziosissimo Sangue della parrocchia della Cattedrale di Terni si è tenuto l’interessante convegno “Uccidi la Droga non la Vita. Insieme per sconfiggere il Buio” con la partecipazione del Prefetto di Terni, dott. Emilio Dario Sensi; del Questore di Terni, dott. Roberto Massucci; del prof. Giorgio Parisi direttore del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Terni, del dott. Casadei dell’ospedale Santa Maria di Terni, del vescovo Giuseppe Piemontese, dei ragazzi della Comunità Incontro, del sindaco di Terni Leonardo Latini e dell’assessore dei Servizi Sociali Cristiano Ceccotti e moderato da Riccardo Marcelli. Sono intervenuti alcuni studenti dell’istituto “Allievi-Sangallo” del Liceo Classico e Scientifico.
A loro in particolare si sono rivolti i giovani della Comunità Incontro che hanno dato testimonianza della loro esperienza con gli stupefacenti, del difficile percorso di recupero della propria vita verso una normalità che era stata completamente annullata, nei rapporti con la famiglia, con le persone in genere. Toccanti testimonianze che hanno evidenziato problematiche che sono comuni a tante persone che vivono momenti di “vuoto” esistenziale, di abbandono, di scarsa autostima e perdono il senso del valore grande del dono della vita.
Il dott. Parisi ha illustrato i dati preoccupanti per età e frequenza dell’uso di sostanze stupefacenti nei giovani a Terni e delle conseguenze gravi che generano nell’immediato l’assunzione singola o in mescolanza di sostanze che, nel lungo periodo provocano anche gravi danni all’organismo e l’insorgere di malattie. Ma l’aspetto relazionale ed educativo, di dialogo e confronto, è quello che sembra più carente nelle persone che usano stupefacenti, specie in giovane età. In questo un ruolo fondamentale è quello della famiglia, degli amici, delle varie forme di aggregazione sociale, tra cui gli oratori, gruppi e associazioni ecclesiali e non, che possono creare una rete di rapporti e solidarietà affinchè le persone più fragili e sole non si sentano abbandonate, ma aiutate a scegliere la strada della vita vissuta in pienezza, “valorizzando le risorse umane, culturali e sociali di questo territorio, il rispetto e la dignità umana” come ha ricordato il questore Massucci.