Corpus Domini 2020

Di nuovo la mensa è imbandita e noi, benché distanziati; siamo seduti attorno a Gesù.
E’ terminato il lungo digiuno e noi partecipiamo alla mensa del Signore, grati per essere stati preservati, e alcuni anche guariti dalla influenza del Coronavirus; grati e felici di poterci nutrire del Corpo di Cristo, pane di vita, vera medicina e rimedio nella pandemia.
Dopo mesi di quarantena, voglio augurarmi che i cristiani abbiano conservato anzi accresciuta la fame e il desiderio del Signore, e ara anche la nostalgia della comunità.

Qualcuno deve essersi disabituato e forse anche convinto che basti “vedere” la messa per televisione, allungando la lista di quelle operazioni, anche importanti, che si possono compiere in maniera virtuale, come il lavoro, la scuola, perfino l’amicizia.
Invece Gesù ci vuole incontrare di persona, li invita i suoi ad attenderlo fisicamente nel cenacolo per donare a ciascuno il suo corpo e il suo sangue da mangiare.

Siamo ancora in tempo di epidemia, invitati alla prudenza e alla disciplina, a non mettere a rischio la nostra vita e quella degli altri. La vita è un dono che va protetto, custodito, salvaguardato.
Gesù è venuto sulla terra, ha donato la sua vita perché noi abbiamo la nostra e la sua vita in abbondanza: la vita del corpo e quella dello spirito, la vita nella sua interezza.
Questa sera, mentre abbiamo lo sguardo fisso su Gesù Eucarestia, vi invito a superare sentimenti di paura, a ricomporre la comunità attorno a Gesù, a fare tesoro degli insegnamenti di questa esperienza, ad aiutarci vicendevolmente ad accogliere il dono di Gesù e a custodirlo..

Troviamo modalità nuove per crescere nella fede
Alla scuola di Gesù impareremo a riconoscere Dio come nostro Padre, ad amare gli uomini come nostri fratelli, a condividere con loro il pane quotidiano.
In Gesù risorto crescerà la speranza, la consapevolezza che siamo destinati alla vittoria sulla morte, a cominciare da questa nostra vita terrena.
Questa sera, contemplando Gesù nell’Eucarestia, ci sentiamo rassicurati perché non siamo soli: siamo in compagnia di Gesù, che è sempre accanto a noi, nelle nostre famiglie, nella società, nella chiesa.
Gesù è il pane che ci alimenta, da senso all’esistenza e alle relazioni.
E’ il farmaco dell’immortalità, cioè la medicina, il vaccino che ci guarisce da ogni malattia: la solitudine, la malinconia, la tristezza;
guarisce da qualunque peccato, che appesantisce la nostra coscienza e che tende a far marcire il mondo: orgoglio, arroganza, egoismo, lussuria, pigrizia, avarizia, rancore, vendetta, prepotenza, violenza…).

La guarigione che ci viene da Gesù va accolta e preservata ogni giorno con l’Eucarestia. Ecco perché i giorni della quarantena sono stati dannosi perché non ci hanno consentito di partecipare all’Eucarestia, di nutrirci di Gesù pane che alimenta la vita e la preserva dalla corruzione.

So che diversi bambini, che si preparano alla prima comunione e alla cresima, questa sera, stanno partecipando alla festa del Corpus Domini. Gesù li saluta e li invita a preparare con gioia e serietà la festa dell’incontro con Lui. Una festa comunitaria, di famiglia con altri bambini, genitori, nonni, amici.
Invito i papà e le mamme perchè aiutino i loro figli a scoprire il significato della Comunione, dell’Eucarestia. Nella famiglia, chiesa domestica, Gesù vuole prendere dimora per donare gioia, comprensione, amore e unità.
Ricordiamo che i bambini sono le energie nuove della comunità cristiana, soprattutto in questo tempo di pandemia.

Fratelli e sorelle, riprendiamo il cammino, che sia un percorso nuovo che coglie l’essenziale e aiuta a impostare l’esistenza e la convivenza umana riscoprendo la bellezza delle piccole cose, il valore del creato, dell’ambiente, la gioia dell’amicizia, dello stare insieme, della nostra Chiesa, della vita di ciascuno, unica, irripetibile, destinata all’eternità.