Fiaccolata per la pace – il vescovo Soddu: “La pace si riconosce dai suoi frutti che ne sono anche i suoi presupposti: la giustizia, la fratellanza, la ricerca incondizionata del bene, l’amore per la vita, l’accoglienza, il ripudio e il rifiuto di qualsiasi tipo di violenza o di sopraffazione”.

Nella serata del 27 ottobre si è tenuta la fiaccolata per la pace  che è partita da piazza Duomo per concludersi in piazza San Francesco con la presenza del vescovo Francesco Antonio Soddu, dell’imam di Terni El Hachmie e dei rappresentanti delle comunità ebraiche e valdesi.
L’iniziativa è sostenuta da numerose associazioni: Acli, Agedo, Anpi, Arci, Cgil, Coordinamento per la democrazia costituzionale, comunità di Sant’Egidio, Emergency, Legambiente, Libera, Terni Donne.
La marcia di centinaia di persone ha attraversato via XI febbraio, via Cavour, Largo Ezio Ottaviani, via Istria , piazza San Francesco per concludersi davanti alla lapide che ricorda le vittime dei bombardamenti su Terni, l’11 agosto 1943, durante la seconda guerra mondiale.
L’intervento del vescovo Soddu: “Preghiamo per la pace nel mondo. La pace che tutti vogliamo non può avere alcuna matrice di parte. Essa appartiene all’umanità. Se questa è assente l’umanità si autocondanna alla dissoluzione, alla distruzione. La pace è pace punto e basta. La pace si riconosce dai suoi frutti che ne sono anche i suoi presupposti: la giustizia, la fratellanza, la ricerca incondizionata del bene, l’amore per la vita, l’accoglienza, il ripudio e il rifiuto di qualsiasi tipo di violenza o di sopraffazione. Manifestare e pregare per la pace significa adoperarsi perché essa non muoia nei nostri cuori, nella nostra mente, nelle nostre intelligenze, nelle nostre azioni, in tutto ciò che facciamo. E il suo desiderio coincida con l’impegno da parte di tutti affinché ci si adoperi a costruire eporre mattoni di pace ad iniziare dalle nostre famiglie e da tutti gli ambienti che frequentiamo. Non muoia questo desiderio, ma rifiorisca sempre con la stessa delicata potenza del fiore, che è capace di bucare anche l’asfalto più duro pur di aprirsi alla vita. Questa manifestazione, che per me e per altri, accogliendo l’invito di Papa Francesco è iniziata col digiuno, con la celebrazione della Messa e l’adorazione Eucaristica in Cattedrale, sia per tutti non solo l’auspicio ma il dono reciproco della fratellanza, dell’amore, della pace”.