Funerale di don Dino Silveri

Prima lettura 1 Pt 2, 4-9 Salmo Dal Salmo 94    Vangelo Gv 2,13-22 
Festa della dedicazione della Cattedrale S. Maria Assunta di TERNI. La chiesa, madre, da cui sono generate tutte le chiese, siamo generati noi.
La chiesa siamo noi, radunati attorno al vescovo, invitati da don Dino un’ultima volta a celebrare i Santi Misteri con lui..
Stretti attorno a Gesù, adoriamo il Padre, edifichiamo il suo corpo, seminiamo la speranza. Don Dino ministro della Chiesa, di questa Chiesa e chiesa lui stesso.

E’ festa quando si termina la costruzione di una chiesa.
Festa oggi in cielo perché don Dino ha terminato di costruire la sua chiesa, la sua persona benedetta, battezzata, consacrata con l’unzione sacerdotale.
S. Agostino: “Casa di Dio siamo noi stessi. Se casa di Dio siamo noi stessi, veniamo edificati in questa vita per essere poi dedicati alla fine del tempo. L’edificio, o meglio, la costruzione, comporta fatica, la dedicazione è motivo di esultanza. Quel che si verificava qui, mentre la costruzione veniva elevata, questo avviene ora che sono radunati insieme i credenti in Cristo” (336).

E tuttavia siamo edificati mediante la fede, che cresce dalla Parola e dai sacramenti, mediante la carità
Sempre s. Agostino:
“Mediante la fede, infatti, equivale in qualche modo al ricavarsi dei legni dai boschi e delle pietre dai monti: allora che sono catechizzati, battezzati, istruiti, quasi trovandosi nelle mani di operai e di artigiani, sono sgrossati, squadrati, levigati. Nondimeno, risultano casa del Signore solo quando sono compaginati dalla carità” (336).
La carità che ha mille sfaccettature ed è originale in ognuno.
Ringraziamo Dio che ha portato a compimento il suo tempio nella persona di don Dino, che è nello stesso tempo pietra di questa chiesa e artigiano, ministro nella costruzione della Chiesa di Dio tra gli uomini e nel mondo.

Cogliamo la testimonianza di don Dino, della sua vita attraverso le sue stesse parole, che ha voluto trasmetterci attraverso una memoria che ha voluto scrivere già dal 2016 e consegnare al vescovo per il giorno della sua morte, per l’omelia del suo funerale. L’ascoltiamo con grande affetto e attenzione, in certi tratti ha il sapore dei fioretti di san Francesco..

La sua persona e la vocazione
Sono il sacerdote Dino Silveri, nato a Gallese (VT), il 16 aprile 1936.
Verso i 13 anni, forse prima, ho manifestato a mia madre la volontà di diventare sacerdote. Lei, nonostante lo difficilissima situazione economica: mio padre in guerra e disperso, la bomba che ha distrutto lo casa dove abitavamo e ridotto in macerie mobili, vestiti e ogni altra cosa, e noi ci siamo salvati unicamente perché ricoverati in una grotta davanti alla chiesa di S. Famiano, protettore di Gallese. Lei subito ha assecondato il mio desiderio.
A ottobre del 1949 mia madre ed io siamo andati al Seminario di Civita Castellana. Il Rettore ci ha ricordato che si doveva pagare lo retta, i libri, il vitto, l’alloggio. ecc .
Mamma si è spaventata e ha concluso che l’ingresso in Seminario era impossibile.
Il Rettore ci ha salutato ricordandoci che se il Signore mi voleva sacerdote mi avrebbe fatto superare tutte le difficoltà. Infatti così è successo.
Il Card. Giuseppe Pizzardo, Prefetto della Sacra Congregazione dei Seminari e delle Università Cattoliche, che viene a conoscere la vicenda tramite una suora, si offre di pagare retta, vitto, alloggio, libri e ogni altro cosa.
Così per pura generosità del Cardinale sono entrato in Seminario. Prima in quello Minore di Albano Laziale, poi in quello Maggiore di Anagni.

Infanzia
Prima Elementare. Timido, silenzioso, pauroso. Il maestro Napoleone non mi capisce affatto. Interrogazioni con vaghe risposte, scritti con molti errori. Bocciato.
Prima Elementare ripetuta. Sono il più grande. I compagni tentano di prendermi in giro. Reagisco e, aiutato dalla nuova maestra, supero ogni difficoltà e divento uno dei ragazzi più bravi.
Supero le Medie, supero il Ginnasio, il Liceo classico, il Corso Filosofico, supero anche i quattro anni di Teologia.

Il ministero di sacerdote
Il 29 giugno 1962 sono stato ordinato sacerdote nella Chiesa di S. Francesco in Calvi dell’Umbria, dove si era trasferita la mia famiglia.
Sono stato, per tre anni, Padre Spirituale nel Seminario di Albano, poi Parroco, per tre anni, a Campoleone di Aprilia e poi a Cava dei Selci in Marino; e finalmente a Frattocchie di Marino, dove sono rimasto per 24 anni. Mi piace ricordare gli anni trascorsi a Frattocchie:
Mai mi sono lamentato. Ho fatto tutto con entusiasmo e con gioia, avendo sempre a fianco la Mamma Celeste e di mira far contento il Signore. Per loro e per la loro gloria ho fatto ogni cosa.
Con grande commozione e con vera gioia amo ricordare lo visita, ultima in una Parrocchia, di San Paolo VI, qui a Frattocchie.

La presenza nella nostra diocesi, sofferenze e gioie
Nel 1996 mi trasferisco nella Diocesi di Terni-Narni-Amelia. dove già si trovavano i miei familiari, aiutato del mio amico don Luigi Pallottini e accolto dal vescovo Mons. Franco Gualdrini che mi manda a Guardea.
L’ingresso è stato un vero trionfo. Erano presenti; il Vescovo, il Sindaco, l’Ammistrazione Comunale, i Carabinieri, le Guardie Municipali, la Banda Musicale e l’intera popolazione. Accoglienza mai vista!
Anche qui però ho vissuto momenti di grande sofferenza.
– Una signora, in verità brava e religiosa, invitava i fedeli a mettere niente nello bussolotto, perché, diceva, i soldi li prende il Parroco per costruirsi lo sua villa a Calvi. La realtà era che la casa a Calvi era finita nel 1970, e ora siamo nel 2000 ed è stata solo frutto del lavoro e del sudore di mia madre.
– Un signore che si dichiarava vero credente, ma era per niente praticante, un giorno mi ferma, mi prende per il colletto, mi rivolge parole decisamente oscene e mi minaccia di morte, unicamente perché io avevo dimenticato di portare la Comunione a suo padre ammalato.
– Un tale mi informa che l’uomo molto vicino a me, che mi lodava tanto, da lontano dice contro di me ogni male.
Da Guardea, nel 2002, il vescovo Vincenzo Paglia mi manda a Gualdo di Narni..
Nella riunione presbiterale del 5 settembre 2016, il Vescovo comunica le nomine postorali. Don Dino Silveri diventa Parroco emerito dei SS. Pietro e Paolo in Gualdo di Narni.
Il1novembre 2016 ho lasciato la guida della Parrocchia, seguendo il Codice di Diritto Canonico (Can. 186).

Il ringraziamento alla sua comunità – quasi un testamento

Ringrazio la popolazione che è stata sempre buona con me, ha saputo comprendermi e scusarmi nei momenti difficili.
Con le sue generose offerte ho potuto comprare i banchi della Chiesa, finire opere di restauro alla Chiesa e alla Casa Canonica, costruire lo statua della Santa Madre Teresa di Calcutta, abbellire il terreno attorno alla statua stessa, soprattutto ho potuto restaurare l’antico Organo, ecc. ecc ..
Ho goduto dell’amicizia di tante persone meravigliose e veramente stupende.
Ringrazio il Consiglio Pastorale Parrocchiale e il Consiglio per gli Affari Economici per i consigli e gli aiuti necessari e benevoli che mi hanno dato.
Ringrazio i Catechisti che non solo si sono impegnati a dare una solida formazione cristiana ai ragazzi, ma anche mi hanno sostenuto nei momenti critici.
Ringrazio il gruppo dei Cantori che hanno reso le liturgie più vive, apprezzate e godibili.
Agli anziani auguro di vivere tale momento della vita, profumato di preghiere e di opere buone.

Lascio questa Parrocchia benedetta e amata dalla nostra mamma Celeste. Ella si è degnata di venire dal Cielo e poggiare i suoi piedi in questo terreno, apparendo, nel seicento, a una giovane pastorella affetta da menomazione fisica guarendola. In questo luogo santo i fedeli hanno voluto costruire una Chiesa semplice, denominata Madonna dei Monti, in cui ogni ultimo sabato del mese viene celebrata una santa Messa in suo onore.
Lascio, ma chiedo preghiere per la mia santificazione e rivolgo preghiere perché questa sia una comunità viva e piena di amore verso Gesù e la sua e nostra Mamma Celeste. Ed io in questo ultimo periodo della mia, vita mi sforzerò di sviluppare una dedizione totale a Gesù,amando senza misura.
Don Dino Silveri

Questa testimonianza ci consoli vedendo la fede, l’ottimismo e l’entusiasmo di don Dino, sacerdote zelante e forte. Egli ha posto al centro l’amore per Gesù e per Maria.
Sia per noi stimolo a promuovere le vocazioni, a edificare la chiesa di Dio, attorno a Cristo.
Ci aiuti a raccogliere il testimone per vivere il ministero senza scoraggiarci. E preghiamo per don Dino perché il Signore lo accolga presto in Paradiso.