Funerale di mons. Carlo Romani, la Cattedrale gremita per l’ultimo saluto allo storico parroco di Terni

Nella cattedrale di Terni una folla commossa ha salutato mons. Giancarlo Romani, per tutti don Carlo, parroco emerito della parrocchia Santa Maria Assunta nella Cattedrale di Terni che ha guidato per 57 anni. Sacerdoti, confratelli dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro, dame e barellieri dell’Unitalsi, parrocchiani e tanti di coloro che hanno frequentato l’oratorio del Duomo, le tante attività parrocchiali di catechesi e carità, amici, giovani ed ex studenti alla formazione dei quali ha dedicato molta della sua vita e della sua esperienza di sacerdote e di pastore con una ricca preparazione culturale e grande umanità. In rappresentanza del Comune di Terni presente la presidente del Consiglio Comunale Sara Francescangeli.
“La vita di don Carlo la vedrei interamente unita ai due discepoli di Emmaus – ha detto il vescovo Soddu nell’omelia -. Con loro egli ha avuto la felice opportunità di percorrere la strada della vita in compagnia sia del Signore Risorto, sia di coloro che lo avevano visto, amato, sentito, toccato. Con loro, che in fin dei conti sono l’emblema della Chiesa, ha speso i suoi passi, ha condiviso le fatiche, ha interiorizzato il nutrimento della fede…e con loro ha condiviso il percorso gioioso dell’incontro col Signore risorto presente nel sacramento dell’Eucaristia che ha potuto celebrare fino a quando le forze glielo hanno permesso e di cui mai si è stancato di nutrirsi fino a quando gli veniva portata a casa”.
Ricordando la vita di don Carlo ricca di doni e di ministero che si è palesata ad un’intera generazione di ternani, il vescovo ha aggiunto:”Particolarmente sensibile alla formazione dei ragazzi e giovani, ha promosso e incrementato l’oratorio della Cattedrale intitolato a San Gabriele, come punto di riferimento per i giovani della città. Secondo le molteplici testimonianze acquisite, egli si distinto per essere stato vicino ai sacerdoti con affabilità ed amicizia, in modo particolare a quelli presenti nella città di Terni. Ha curato che fosse conosciuta la figura esemplare di Giunio Tinarelli operaio delle acciaierie affetto da artrite anchilosante per oltre trent’anni e ne ha promosso la tumulazione all’interno di questa Cattedrale. Di Giunio Tinarelli è stato vice postulatore per la causa di beatificazione. Per tutto questo, a nome di tutti… non posso non dire un grande grazie a Dio per il dono di questa vita: per il dono di don Carlo alla società civile, alla Chiesa, alla famiglia presbiterale”.
L’OMELIA DEL VESCOVO

Al termine è stato letto il messaggio del vescovo Piemontese: “Desidero manifestare a te e all’intera Comunità diocesana di ‘TNA i sentimenti della mia vicinanza e partecipazione al lutto, che ha colpito la Chiesa locale, Clero, religiosi/e e laici per la morte di mons. Giancarlo Romani. A lui mi legava non solo l’appartenenza alla famiglia del Presbiterio diocesano, ma un particolare affetto fraterno e simpatia, derivante dalla stima verso di lui e dall’amicizia che si era stabilita nella frequentazione stretta che avveniva tra di noi. L’ultima telefonata, che avevo ricevuto da lui è stata quella di Natale: la sua voce sofferente, tua sempre squillante, calda e amichevole rinsaldava un legame a cui tenevo in modo particolare. Continuerò a ricordarlo con gratitudine per il bene che ha donato alla Chiesa, alla nostra comunità diocesana, alla Cattedrale “Santa Maria Assunta” di Terni, alle innumerevoli generazioni di giovani ed ex giovani, suoi alunni nelle scuole statali, e all’intera città di Temi. Lo piangeranno specialmente i poveri, particolarmente gli amici della San Vincenzo, i malati con i barellieri, le dame e i volontari dell’Unitalsi, i parrocchiani della Cattedrale, che hanno usufruito del suo ministero lungo, assiduo e competente e che ora si sentiranno orfani. Altri avranno modo di ricordare e descrivere le innumerevoli qualità e i meriti di don Carlo, da quelli umani a quelli spirituali, quelli pastorali, quelli culturali, civili e sociali: certamente è stato un significativo e illustre uomo di Dio, di Chiesa e della sua città, Terni, che ha avuto modo di illustrare nella sua storia, cultura, tradizione. Io vorrei evidenziare tre aspetti nascosti, ma non secondari riguardanti la sua persona, che ho avuto modo di apprezzare e che in qualche modo ci vengono consegnati come compiti. L’obbedienza al vescovo. Non mancava occasione di manifestare alla mia persona ossequio e affetto con telefonate, col saluto, la visita, l’invito a pranzo per il suo onomastico. Ovviamente da me era ricambiato con grande ammirazione e affetto, direi filiale per tanta paternità. Negli ultimi anni del suo parrocato in cattedrale, quando pensavo di sollevarlo dall’incarico, alcuni confratelli mi misero in guardia, temendo dinieghi o reazioni scomposte perché così, dicevano, era avvenuto in passato. Mi armai di coraggio e lo convocai per comunicargli l’avvicendamento. Il suo volto per un attimo divenne teso, ma mi disse subito col suo intercalare inconfondibile: “Se me lo chiede il vescovo, non posso che obbedire, finora nessun vescovo me lo aveva chiesto”. Dopo un paio di giorni venne a comunicarmi la decisione di lasciare la sua abitazione in via del Vescovado per trasferirsi in un’altra abitazione nei pressi del cimitero. Gli dissi che era presto… per il cimitero e che mio desiderio era che restasse nella sua attuale abitazione e che continuasse a prestare il suo servizio di canonico in Cattedrale. Egli obbedì, continuando a “presidiare” la Cattedrale ogni giorno e ad essere di grande aiuto al nuovo parroco e alla parrocchia, con discrezione e umiltà. Univa il ministero pastorale allo studio. La profonda e minuziosa conoscenza della Cattedrale s. Maria Assunta e della storia cittadina lo ha accompagnato in tutta la vita. Basta dare un’occhiata alla bacheca-espositore, collocato in fondo alla cattedrale per averne solo un’idea. Infine la conoscenza e la gelosa custodia del patrimonio storico di arredi e vasi sacri e dell’archivio del Capitolo della cattedrale, custodito gelosamente nella sagrestia, resteranno proverbiali. Non si troverà facilmente chi gli subentrerà con altrettanta solerzia. Grazie, don Carlo, per ciò che sei stato e per il tuo ministero di uomo e sacerdote nella nostra Chiesa e nella nostra terra. Il Signore ti ricompensi e ti accolgano in Paradiso insieme alla Madonna della Misericordia e ai Santi Anastasio, Valentino, quelli di cui ti sei occupato nei tuoi studi e nella tua devozione”.