Funerale di mons. Giuseppe Marinozzi

Celebrazione caratterizzata dalla gratitudine per una vita lunga, spesa totalmente per il Signore e al servizio di uomini e donne del territorio diocesano.
Ognuno di noi conserva un ricordo, che vorrebbe raccontare a testimonianza dell’affetto e della gratitudine.
Un gesto, che mi ha commosso: ieri mentre arrivo all’obitorio, dove è composta la salma, incontro una signora che vegliava e pregava davanti a don Giuseppe. Mi racconta con spontaneità e con serena consapevolezza: “Sono qui per rendere onore a don Giuseppe che mi ha battezzata, cresimata, mi ha fatto la prima comunione, mi ha sposata e ha celebrata il 50° del mio matrimonio”. E’ il racconto grato verso il padre nella fede e il maestro di vita. Mi dice: ”Padre, posso darle una piccola offerta, una candela per don Giuseppe?”. Un gesto semplice, di affetto e di devozione che non mi sono sentito di rifiutare.
La gratitudine di ciascuno è verso il Signore per il dono di questa esistenza sacerdotale; e verso don Giuseppe: padre, amico, maestro di vita civile, sociale e cristiana. Tutto ciò si può leggere nelle numerose testimonianza di fatti piccoli e importanti della vita, trascorsa in compagnia di don Giuseppe.

A beneficio di tutti noi e quale memoria di una esistenza benedetta, desidero ricordare gli eventi principali di questo cristiano, sacerdote e uomo di Dio.
Nato a Chianni (Pisa) il 26 ottobre 1915
Entrato nel 1936 al Pontificio Seminario Regionale Pio XI di Assisi vi è stato ordinato Diacono l’8/4/1939. E’ stato ordinato Presbitero il 23/7/1939, presso la Cattedrale di Amelia per l’imposizione delle mani del Servo di Dio mons. Vincenzo Lojali, vescovo di Amelia, che è gli è stato padre, guida e maestro di vita cristiana e sacerdotale e ispiratore nel ministero.
Nominato Vicario Parrocchiale della Parrocchia di S. Matteo Apostolo ed Evangelista a Sambucetole di Amelia il1/07/1939, vi ha svolto il suo ministero di Parroco dal 1/9/1943 al 31/12/2014.
Vice rettore del Seminario di Amelia, Membro del Consiglio Presbiterale, Officiale di Curia dal 1987 al 2010, Canonico del Capitolo della Concattedrale di Amelia, nominato nel 2009 Cappellano di Sua Santità, ha trascorso gli ultimi 5 anni nella casa di riposo per sacerdoti presso il Santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza continuando a seguire con interesse le vicende della Chiesa, della Diocesi e della sua antica Parrocchia.

L’ultimo saluto a don Giuseppe avviene in questa che è la sua casa, nel luogo della sua “professione e missione”: la chiesa e la cattedrale.
Qui come cristiano ha incontrato Gesù, ha imparato ad amarlo, ha riconosciuto la sua vocazione, è stato consacrato sacerdote, ha amministrato la Grazia attraverso la Parola e i sacramenti a intere generazioni di fedeli amerini e dintorni e infine si accomiata dalla comunità.
E ora davanti all’altare del Sacrificio, posta la sua intera esistenza sull’altare, accanto alle reliquie di santa Fermina e di s. Olimpiade, del suo venerato maestro il vescovo Vincenzo Lojali, rivestito dei suoi abiti sacerdotali, rivolto verso l’assemblea, illuminato dalla luce del cero pasquale, e venerato con l’incenso, in questa eucaristica, concelebrata dai suoi confratelli sacerdoti, viene associato al mistero pasquale di Gesù perché anche lui, vincendo la morte, possa vivere la Pasqua eterna, verso la quale ha camminato per tutta la durata della sua lunga esistenza.

La Parola di Dio che abbiamo proclamata, come eco che giunge dall’eternità, don Giuseppe ce la fa risuonare per noi, come sintesi e consegna per chi lo ha amato.
Le letture dell’antico e Nuovo testamento, Isaia e L’Apocalisse di Giovanni Apostolo sono inno alla speranza e alla gioia, aprendoci una finestra sull’eternità del Paradiso.
Sono un invito a superare la condizione di disagio, di sofferenza nella quale ci troviamo per orientare la nostra esistenza ai cieli nuovi alla terra nuova dove siederemo alla mensa festosa di tutti i popoli, accanto a Gesù Risorto, a Maria Santissima, a san Matteo apostolo, a santa Fermina, a tutti i santi, ai parenti, alle persone care che ci hanno preceduto e che ci seguiranno.
Sperimenteremo, nella pienezza, la paternità di Dio e la fraternità di tutti gli uomini nella misura in cui ci saremo esercitati sulla terra..
Don Giuseppe, come pastore di questa comunità, si è lasciato guidare dal Buon Pastore e a lui ha cercato di rassomigliare. Quante volte avrà ripetuto a sé e ai fedeli, le parole di Gesù, ascoltate nel Vangelo: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita”.
Lunghi anni trascorsi accanto a Gesù e davanti al Santissimo Sacramento, ad imparare da Lui la mitezza e la saggezza della vita.
Questi tratti ho potuto riscontrare nella conoscenza che ho avuto di Lui negli ultimi 5 anni della sua vita. Serenità nell’accettare la sua condizione di vecchiaia, assiduità nella preghiera, consapevolezza di essere ministro di Dio (ha esercitato il ministero fino alla fine, esprimendo rammarico per non essere più alla guida della sua parrocchia); dotato di quella piccolezza evangelica che lo ha fatto destinatario della sapienza del Padre.
Quando gli facevo visita si mostrava sempre in imbarazzo perché non si sentiva meritevole della visita del vescovo. Aveva un vivo senso della Chiesa: fino all’ultimo si interessava dei fatti della Chiesa, della Diocesi, oltre che della sua parrocchia attraverso la lettura di Avvenire e della Voce e le confidenze di chi andava a visitarlo.
Insomma un uomo di Dio, che ha vissuto con intensità, con fede e amore fino alla fine della sua lunga esistenza la sua vocazione cristiana e missione sacerdotale.
Momento di… addio o meglio di arrivederci è stata la celebrazione del suo giubileo sacerdotale di 80 anni di sacerdozio, 23 luglio 2019, sulla tomba della Beata Madre Speranza, quando ha tenuto la sua ultima omelia, che terminò solo su mia sollecitazione.
In quella circostanza come dono viatico, papa Francesco, dietro nostra richiesta, gli ha fatto pervenire una lettera autografa.
Il 29 dicembre, appena giunto a Collevalenza per fargli visita, vedo che lo stavano adagiando nell’ambulanza verso l’ospedale di Pantalla. Lo seguo e subito mi rendo conto che sarà l’ultima battaglia, l’agonia. Anche lui ne è consapevole Ne parliamo serenamente, gli amministro il sacramento della penitenza, che egli riceve con lucidità, partecipazione e devozione.
Anche la sera prima di morire, sabato scorso, si… rammarica perché il vescovo si è scomodato per fargli visita. Gli chiedo di promettermi che avrebbe ripreso a mangiare: “prometto, mi dice, ma da domani”. Ancora una preghiera a Maria e la benedizione. E poi, all’alba, l’ingresso in paradiso.
Don Giuseppe è spirato …vecchio e sazio di giorni… come Abramo, come la morte di un giusto, cioè morte naturale, in tarda età, benedetta da Dio (cfr. Sal 115; 116,15). Abramo è l’uomo benedetto e che ha portato benedizione. Anche noi attendiamo benedizioni.

Esprimo pubblicamente il comune ringraziamento a quanti in questi anni e in questi ultimi giorni lo hanno seguito e assistito:
la comunità parrocchiale di Sambucetole, guidata dal parroco don Francesco: esemplare testimonianza di amore, di riconoscenza e di cura per il proprio pastore;
La comunità religiosa e sacerdotale e il personale dell’Amore Misericordioso della Beata Madre Speranza di Collevalenza;
La dottoressa Maria Grazia Proietti e il personale dell’Ospedale S. Maria di Terni.
Quanti hanno assistito don Giuseppe nell’ultima fase della sua esistenza terrena.

Con don Giuseppe si chiude una fase della storia della nostra Diocesi, discepolo e collaboratore di Mons. Loiali. Il numero dei sacerdoti si restringe ulteriormente.
Rivolgo un appello ai giovani: aprire le orecchie e il cuore all’invito di Gesù per seguirlo nel sacerdozio.
Invito a tutti: convertirci al Signore; preghiamo mons. Loiali e don Giuseppe perché dal Cielo sostengano oggi il cammino di santità di ciascuno, della nostra Diocesi.
Il Padrone della Messe voglia donarci nuove e sante vocazioni.

Necrologio
Diocesi di Terni-Narni-Amelia
Il vescovo Giuseppe Piemontese OFM Conv, il Presbiterio diocesano e i canonici della Concattedrale di Amelia annunciano la morte di
Mons. Giuseppe Marinozzi
avvenuta all’alba del 12 gennaio, festa del Battesimo di Gesù, presso l’ospedale S. Maria di Terni.
Don Giuseppe, come Abramo, è spirato “vecchio e sazio di giorni”, all’età di 104 anni, di cui 80 di Sacerdozio.
La camera ardente sarà allestita nella chiesa parrocchiale di Sambucetole il 13 gennaio dalle ore 17.30 circa.
La Liturgia esequiale sarà celebrata martedì 14 gennaio, alle ore 15, nella concattedrale di Amelia.
Invitiamo quanti lo hanno conosciuto ad affidarlo alla Misericordia del Signore con la preghiera e le opere di carità.
Terni, 12 gennaio 2020