Madonna del Carmelo nella basilica di San Valentino 2022

Carissimi fratelli e sorelle è sempre una grande gioia celebrare una festa della Madonna, la Madre di Gesù.
Maria santissima è anche la nostra cara mamma celeste. Quindi è come se avessimo sempre una nuova opportunità per celebrare una felice ricorrenza della nostra mamma.
Ella, così come abbiamo sentito nel brano di vangelo proclamato, è stata affidata dall’unigenito figlio Gesù appeso in croce, all’apostolo Giovanni. Con quell’ apostolo, con san Giovanni, il discepolo che Gesù amava, vi era e vi è ciascuno di noi. Di conseguenza è importante che capiamo sempre di più che ciascuno di noi è amato da Gesù ed egli ci affida la sua madre perché, come è stato per san Giovanni, così sia per noi, ossia la possiamo accogliere e prendere con noi.
Questa scena accade sotto la croce di Gesù, ossia nel momento supremo in cui si realizza il culmine dell’immenso amore di Dio per l’umanità intera.
“Stava presso la croce di Gesù Maria e l’apostolo Giovanni”.
Stiamo anche noi sotto la croce di Gesù con Maria a raccogliere ogni palpito di quell’amore grande del Figlio di Dio ed insieme a registrare anche il dramma infinito della Madre che nel suo cuore spezzato dal dolore è non di meno impegnata a comprendere umanamente come possa comporsi l’ineffabile grandezza di Dio con l’assurdità di quanto sta succedendo. Eppure Maria sta sotto la croce, sta, non fugge come gli altri e dal suo cuore spezzato dal dolore emergono anche tutti quei tesori di grazia che in esso aveva riposto fin dal momento del concepimento, a seguire con la nascita di Gesù, al suo smarrimento e ritrovamento nel tempio: “Maria conservava tutte queste cose meditandole nel suo cuore”. Ed insieme a lei, sotto la croce, a sostenerla nel suo immenso dolore, l’apostolo Giovanni.
Carissimi fratelli e sorelle, anche oggi tanti nostri fratelli e sorelle sono inchiodati su tante croci esistenziali di dolore; molte sono alla nostra portata, sono cioè presenti anche nella nostra città, nelle nostre case (pensiamo alle situazioni legate alle tossicodipendenze; alle povertà generate dalle ingiustizie, ai problemi legati alla disoccupazione, alle situazioni di malattie ecc. e altre un po’ più distanti, ma tutte comunque collocate entro il medesimo spazio temporale dei nostri giorni. Spetta a noi la forza e la volontà di scegliere da quale parte stare: fuggirle e non guardarle, evitarle, scansarle come i personaggi della parabola del buon samaritano, oppure starci, ossia avere la capacità, se non di condividere, almeno di condolersi di quanto accade. Maria madre del Figlio crocifisso è la madre dei dolori, dei dolori dell’unigenito suo Figlio Gesù e di tutti i dolori di ogni suo figlio, dei nostri dolori.
Giovanni dal momento in cui gli venne affidata Maria la prese con sé; tuttavia madre e discepolo non si allontanano dalla croce, rimangono lì sino alla fine, sino al pieno compimento del mistero.
Carissimi fratelli e sorelle, abbiamo la capacità di prendere Maria nella nostra vita, nelle nostre giornate nelle nostre gioie e nei nostri dolori e lei rimarrà sempre -come lo fu in quel momento- a condividere il nostro essere. Lei non si allontana mai dalla vita dei suoi figli, anche quando sembra essere assente, lei è lì e ci guarda: con sguardo dolce e gioioso nelle nostre gioie, col cuore angosciato nei nostri smarrimenti; con cuore spezzato nei nostri dolori.
Maria sotto il titolo di Vergine del monte Carmelo ricorda quanto la sacra Scrittura esalta della bellezza del monte Carmelo, là dove il profeta Elia difendeva la purezza della fede d’Israele nel Dio vivente. In quei luoghi, all’inizio del XIII secolo ebbe giuridicamente origine l’Ordine carmelitano, sotto il titolo di Santa Maria del Monte Carmelo.
Nella storia della Salvezza, Maria è come quella nuvoletta di cui abbiamo sentito nella prima lettura che, la vittoria sugli idoli da parte del profeta Elia, aveva permesso la fine della siccità e della conseguente carestia. Maria è come quella nuvoletta che man mano dall’orizzonte dell’umanità arida e rinsecchita, risale dal mare dei peccati e si avvicina riversando l’abbondante pioggia benefica della grazia di Dio.
Grazie perciò carissima nostra mamma celeste per il tuo si, grazie perché nella tua verginità feconda hai generato nel tuo figlio Gesù l’immensità redenta dei figli di Dio.
Perciò madre tenerissima, come ti abbiamo invocato nel salmo responsoriale “Ti seguiremo dovunque ci condurrai” così sia per il nostro itinerario di vita: ti seguiremo.
Fa’ che non ti perdiamo di vista; pienamente consapevoli che ci condurrai nella via della salvezza che da Betlemme, a Nazareth, lungo le strade di Israele ha condotto fino a Gerusalemme, dove si è compiuto il mistero Pasquale di morte risurrezione ascensione e Pentecoste.
Questo mistero Pasquale, carissimi fratelli e sorelle, si celebra ora; si celebra in ogni Messa. In ogni Celebrazione Eucaristica noi partecipiamo a quell’unico mistero di salvezza. Quale altra strada più bella di questa? Quale altro miracolo più alto e più grande di questo potremmo aspettarci? Da questo mistero di salvezza che celebriamo con Cristo Gesù abbiamo la splendida opportunità di accedere e godere della beatitudine che dal grembo di Maria si riversa in tutti coloro che ascoltano e mettono in pratica la parola di Dio, così come sappiamo dalla viva voce dello stesso Gesù e che ci è stata riproposta nel versetto alleluiatico: “Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano”.
Perciò, davanti alle tristezze e alle angosce del tempo presente, a quelle dalle quali non siamo ancora riusciti a liberarci, Maria ci esorta alla fiducia e all’affidamento al Figlio dimostrandoci che in nessun altro all’infuori di Gesù Cristo possiamo trovare vera gioia, autentica gioia, perché in nessun altro possiamo trovare la salvezza.
Solo Gesù, l’incontro con lui, la conoscenza e la meditazione del Vangelo, la vita sacramentale a partire dall’Eucaristia ci restituisce al mondo rinnovati e anche capaci di rinnovamento a partire dalla condivisione di quanto ricevuto in dono.
Specialmente in questo tempo ecclesiale caratterizzato dal percorso sinodale, Ella prega per noi e dalle sue braccia di madre ci dona suo Figlio Gesù.
In questa ricorrenza della festa di Maria abbiamo pertanto un duplice affidamento: Gesù che dalla croce ci affida Maria e Maria che dalle sue amorevoli braccia materne ci affida suo Figlio affinché lo possiamo accogliere e farlo trasparire nella gioia come fonte di speranza e di vita.
Maria ci custodisca in tutti i propositi di bene, ci accolga sotto il suo manto di amore e ci rivesta delle medesime virtù di carità che la resero bella davanti a Dio, degna di rendere possibile l’incarnazione del Figlio di Dio.
Perciò, carissima nostra Mamma Celeste, Maria, madre e decoro del Carmelo, prega per noi. Amen