Madonna del Ponte 2020

L’inizio dell’anno pastorale, nella nostra diocesi, coincide con la festa di Maria, celebrata solennemente nel santuario Madonna delle Grazie di Foce-Amelia e qui, a Narni, dove la veneriamo col titolo di Madonna del Ponte.
In questa circostanza affidiamo a Maria, al rientro dalle ferie e all’inizio di un nuovo anno pastorale, lo scorrere della vita ecclesiale, mettendoci alla scuola della Madre per imparare a conoscere, a seguire e ad amare Gesù.
Domenica scorsa la nostra Diocesi, clero, religiosi e laici, si sono ritrovati in Assemblea nella cattedrale di S. Maria Assunta in Terni per concludere la visita pastorale con il ringraziamento al Signore, che ancora una volta “ha visitato il suo popolo”, prendere consapevolezza di alcuni punti nodali del nostro cammino cristiano (a tale scopo ad ogni parrocchia è stata consegnata una lettera del vescovo), e iniziare insieme il nuovo anno pastorale.
Siamo consapevoli che per operare un rinnovamento personale e comunitario occorre tornare, rivolgerci al Signore, rinsaldare il nostro rapporto con Lui, ponendo la vita spirituale alla base del nostro dirci cristiani.
La festa della Madonna del Ponte quest’anno vogliamo viverla come completamento dell’assemblea ecclesiale diocesana, lasciandoci ammaestrare da Maria Santissima e sottolineando un aspetto, che appare di particolare evidenza, proprio della nostra spiritualità diocesana.
La nostra diocesi di Terni-Narni-Amelia, con tutte le comunità parrocchiali, oltre la specificità dei santi patroni, è una chiesa mariana. La presenza di Maria ha avuto nella nostra storia, fin dalla fondazione della Chiesa, una presenza e un ruolo predominante. Il popolo cristiano, guidato dai pastori, ha plasmato la propria spiritualità e identità alla scuola e nella casa di Maria.
Fin dalle origini ha posto Maria su un posto di onore e i cristiani, sull’esempio della comunità di Gerusalemme, si è raccolta attorno a Maria per accogliere il dono dello Spirito, progredire nella sequela di Gesù e trarre l’ardore per l’annuncio del Vangelo ai vicini e ai lontani.

Vogliamo ricordare e passare in rassegna le cattedrali, le chiese parrocchiali e i santuari, antichi e recenti, che sono stati dedicati a Maria Santissima.
Terni Cattedrale: Madonna della Misericordia, compatrona della città e della Diocesi
I Santuari mariani:
Narni Scalo: S. Maria del Ponte
Narni-Quercia: Madonna della Cerqua
Foce-Amelia: S. Maria delle Grazie (Natività di Maria)
La diocesi celebra la festa dell’Assunta in modo solenne nelle due Cattedrali di Terni e Amelia e in ben sette parrocchie che sono dedicate a Santa Maria Assunta: Alviano, Configni, Otricoli, Frattuccia, Giove, Lugnano in Teverina, Calvi dell’Umbria.

Altre Chiese parrocchiali dedicate a Maria
Terni-Campomicciolo: Cuore Immacolato di Maria
Terni-Papigno: S. Maria Annunziata
Terni-Polimer: Immacolata Concezione:
Terni-San Carlo: Immacolata Concezione
Terni ospedale: S. Maria
Terni: S. Maria Regina
Terni-Borgorivo: S. Maria del Rivo, che cura sulle colline di Piedimonte la chiesa Madonna degli Ulivi
Terni-Gabelletta: Nostra Signora di Fatima
Terni: S. Maria del Carmelo
Terni-Borgobovio: S. Maria della Misericordia
Terni-Colle dell’Oro: S. Maria dell’Oro
Terni-Collescipoli: S. Maria Maggiore
Terni-Piediluco: S. Maria del Colle

Amelia: S. Maria dei Monticelli
Amelia: convento dell’Annunziata
Narni-San Vito: S. Maria Annunziata
Narni-Taizzano: S. Maria Annunziata
Narni-Testaccio: S. Maria Annunziata
Penna in Teverina: S. Maria della Neve
Omettiamo per brevità le numerose cappelle ed edicole dedicate a Maria

I nostri padri, antenati, lungo il corso dei secoli hanno ben compreso e vissuto l’esperienza cristiana strettamente collegati a Maria, lasciandosi guidare da Lei verso Dio e mossi dalla consapevolezza che “Non si può essere cristiani senza essere mariani”. Papa Paolo VI così si espresse nel Santuario della Madonna di Bonaria, presso Cagliari, il 24 Aprile 1970: “Se vogliamo essere Cristiani, dobbiamo essere mariani, cioè dobbiamo riconoscere il rapporto essenziale, vitale, provvidenziale che unisce la Madonna a Gesù, e che apre a noi la via che a Lui conduce”

Dopo la visita pastorale, i propositi, le consegne, la ripartenza, specie con le sfide del Covid-19, non possono prescindere da un deciso riferimento a Maria, tornare nella casa di Maria e ascoltare le indicazioni della Madre. Con Lei vogliamo riprendere la missione che Gesù torma ad affidarci dopo la visita pastorale.
Torniamo da Maria, a trovarla nei luoghi simbolo della sua vita, nelle sue case, che sono diventate le nostre case, affinché rinfrancati, riprendiamo il cammino, faticoso e complesso della vita personale, civile ed ecclesiale. Spesso, come singoli: preti, diaconi, religiosi e fedeli laici, e come famiglie e comunità ci sentiamo smarriti e non sappiamo come riprendere la strada della vita cristiana, della fedeltà al vangelo, del nostro cammino di fede. Questa sera vogliamo dirci con decisione: occorre guardare a Maria, osservarla, ascoltarla, fare come Lei, madre e discepola di Gesù, Madre della Chiesa.

Maria ci invita ad entrare nella sua Casa di Nazareth, dove ha vissuto la sua giovinezza, dove ha ricevuto l’annunci dell’Angelo e pronunciato il suo fiat; dove con Gesù e Giuseppe ha trascorso e santificato la sua vita familiare, nelle varie fasi, fino all’inizio della missione pubblica di Gesù.
Nella casa di Nazareth possiamo apprendere come santificare la vita di ogni giorno: la fatica del lavoro, la bellezza dell’ascolto e delle relazioni calde e affettuose con Gesù, i rapporti di familiarità e di pacifica convivenza con i vicini concittadini, contemplando e osservando Gesù mentre cresce e vive. Nella casa di Nazareth possiamo apprendere a vivere cristianamente l’esperienza dolorosa della morte, pensiamo a quella di san Giuseppe, l’ansia del distacco dei figli, che lasciano la famiglia per realizzare la propria vocazione, la gioia della preghiera e della contemplazione.
Abbiamo proclamato nella seconda lettura: “Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, perché ricevessimo l’adozione a figli”. (Gal. 4, 4-5).
Nella casa di Nazareth è cresciuta e si è formata la nostra condizione di figli di Dio con Gesù. E ancora a Nazareth può continuare per noi questa opera.

Questa sera Maria ci invita a Cana, ad entrare nella Casa di Cana per partecipare alla festa di nozze di Gesù.
Maria ci invita ad essere contemporaneamente conviviali e servitori-testimoni, i diaconi “oi diaconoi” (διάκονοι), dicevamo l’anno scorso, dell’acqua trasformata in vino della Nuova Alleanza. Conviviali, invitati a partecipare alla mensa del Signore, della Parola, dell’Eucarestia per realizzare ciascuno la propria vocazione nel mondo e nella Chiesa.
Ma anche essere servitori alla festa di nozze di Gesù, predisporre e servire al banchetto che il Signore vuole imbandire per tutti i popoli. Chi ha lavorato anche brevemente in un ristorante sa quanta fatica, accortezza e fantasia occorra nel preparare un banchetto di nozze: l’ambiente grande, i numerosi tavoli minuziosamente preparati con stoviglie, il servizio attento perché non manchi nulla per la gioia degli sposi e degli invitati. E al termine anche per la propria gioia e soddisfazione.

Dopo la risurrezione e ascensione di Gesù, Maria ci invita e perseverare in preghiera nella casa del Cenacolo di Gerusalemme. Lì siamo assidui nella preghiera unanime, nell’attesa dei tempi di Dio, l’accoglienza della forza dello Spirito che accompagna e feconda la missione a Gerusalemme, nella Palestina e nel mondo intero: apostoli, discepoli, uomini e donne, fedeli tutti.
Maria è la Madre di Gesù, madre della Chiesa, madre della nostra Chiesa particolare, madre di ciascuno. Ella ci accompagnerà attraverso questi tempi calamitosi di pandemia di Covid-19, ma anche di malattia della terra e dell’universo, di distruzione della natura, ma anche di cultura del profitto, dell’interesse personale o di gruppo sociale, di indifferentismo religioso e ateismo pratico, di guasti morali. Alla scuola di Maria impareremo e conoscere i disegni di Dio e a realizzare i progetti e i programmi pastorali, che lo Spirito Santo man mano ci ispira.

Perciò, continuando la tradizione dei nostri padri, vogliamo contemplarla nel vangelo, imitarla nella sua sequela di Gesù, pregarla con il rosario, preghiera evangelica, sostare periodicamente nelle tre citate case di Maria.
Madre di Misericordia e rifugio dei peccatori: ci aiuti a tornare a Dio nel pentimento, nella conversione e nella confessione
Salute degli infermi: ci sostenga nella sofferenza e nella malattia, ci accompagna in tutta la vita.
Aiuto dei cristiani: rinnoviamo la consapevolezza che possiamo contare su di lei per realizzare la vocazione e la missione: personale, familiare, religiosa, sacerdotale, diocesana, civile e sociale.

+ P. Giuseppe Piemontese OFM Conv