Madonna del Ponte 2022

La liturgia della Parola ci ha ancora una volta presentato l’episodio evangelico delle nozze di Cana.
Tantissimi sono i particolari e dettagli che l’evangelista san Giovanni appunta; ognuno di essi è prezioso per la nostra fede e per il suo progresso.
Tra i tanti ne prendo solo due: 1) l’attenzione e vigilanza della Madonna; 2)la consapevolezza di essere Lei sicuro tramite, cioè ponte tra le persone e suo Figlio. Anzitutto l’attenzione di Maria la quale, invitata col figlio e gli Apostoli, avrebbe potuto starsene e rimanere come ordinariamente si fa quando si è invitati, ossia semplici ospiti, senza intrufolarsi troppo nelle faccende altrui. Eppure, come sappiamo, l’intervento di Maria, non si pone su questo piano banale e meramente umano, quanto piuttosto su un livello molto più alto e ben contestualizzato nella scansione sottolineata dalle parole dell’evangelista quando scrive: “Ci fu un matrimonio e a questo vennero invitati Gesù, gli apostoli e Maria”.
Come sappiamo dietro tale annotazione vi è la descrizione, quasi la fotografia bella e luminosa dell’immagine della Chiesa.
La Chiesa è Gesù, gli apostoli e Maria. E la Madonna nel contesto delle vicende umane si pone come colei che, attenta e vigilante, desidera che l’incontro e l’interazione tra le persone non perda mai il senso alto, autentico e genuino, della festa.
Maria quindi si presenta a noi come autentico ponte tra le sponde della nostra limitatezza e quelle dell’incontro con la vera vita, quelle della vera festa.
La festa; questa festa di nozze a Cana – che è presagio e anticipazione del già ma non ancora delle nozze di Dio con il suo popolo mediante il mistero pasquale del Figlio, è messa seriamente a repentaglio per la mancanza di vino; in questo momento di disagio Maria si rivolge al Figlio ed intercede…
In questo caso entrano in azione gli inservienti ai quali la madre di Gesù dice le seguenti parole: “qualsiasi cosa vi dirà voi fatela….. “
Ecco, la Madre di Gesù, come a Cana di Galilea, è presente all’indirizzo civico delle nostre case all’indirizzo del nostro cuore e delle nostre coscienze e ripete per ciascuno di noi le vibranti parole della bella notizia del Vangelo, le stesse parole dette agli inservienti di Cana di Galilea:” Qualsiasi cosa vi dica, fatela”.
Quindi Ella è per noi ponte.
Per essa e per suo mezzo passano, transitano tutte le grazie di Dio che mediante il suo Figlio in lei fatto carne, anelano ancora essere nel mondo e per mezzo nostro, vive nel tempo, tramite la nostra buona condotta; mediante uno stile di vita buono della stessa bontà di Dio./
L’immagine del ponte, oltre che dallo spazio fisico di questo luogo in Narni, è per noi di ulteriore sprone affinché comprendiamo che: se Lei Maria Santissima, ad immagine del Figlio il pontefice per eccellenza, è posta nella storia dell’umanità come ponte fra il cielo e la terra, ciò significa che ciascuno di noi deve essere tale in ogni suo atteggiamento, ossia elemento di contatto piuttosto che di frattura; elemento di unione che avvicina piuttosto che di sospetto che allontana e divide. In una parola, elemento di amore, di carità che –come si esprime san Paolo- tutto copre, tutto perdona, tutto sopporta, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità.
La figura di Maria e l’immagine del ponte ci suggeriscono pertanto diversi e ricchi elementi significativi sui quali costruire una buona spiritualità.
Ricorderemo come qualche anno fa il famoso ponte Morandi di Genova venne giù, crollò durante un violento temporale e come a seguito di quel disastro persero la vita molte persone. Le indagini misero in risalto come quel ponte ormai non era più adatto alle nuove esigenze che durante il tempo si erano invece presentate e come, di conseguenza, si sarebbe resa necessaria una debita manutenzione. A seguito di questa tragedia molti ponti in Italia, piccoli o grandi che fossero, iniziarono ad avere la debita attenzione. Abbiamo anche appreso che dopo 50 anni il cemento esaurisce la quasi totalità del potenziale iniziale.
L’immagine del ponte di Augusto qui accanto ci suggerisce inoltre ulteriori suggestioni e riflessioni. Innanzitutto le campate degli archi, la loro armonia ed eleganza che sono garanzia di staticità. Tuttavia questo non è sufficiente: nell’arco, affinché possa reggersi, è necessaria la chiave centrale che conferisce spinta, staticità e scarico dei pesi.
Carissimi fratelli e sorelle, in Maria Santissima possiamo trovare tutti questi elementi e tanti altri, necessari e utili sia per la costruzione della nostra vita umana e cristiana, come anche per la sua necessaria manutenzione.
Ella contiene tutto il materiale necessario perché possiamo costruire i nostri ponti con Dio e con le persone.
Guardiamo pertanto a lei come a progetto perfetto, come a modello sublime a cui ispirarci.
Guardiamo a lei che, piena di grazia, è stata gradita a Dio.
L’essere tale, cioè piena di grazia e gradita al Signore, è stato possibile in forza di una speciale dote, ossia l’umiltà, così come da lei espresso nel Magnificat: “…Perché ha guardato l’umiltà della sua serva”.
L’umiltà, pertanto, sia il cemento essenziale anche per l’edificazione della nostra vita. È questo un elemento che non si logora col tempo, anzi si affina ed assume progressivamente pieno significato fino al raggiungimento delle alte vette nella stessa gloria di Dio, così come anche suggellato da Dante nel contesto della preghiera di San Bernardo alla Vergine definendola, tra le altre, con le parole: “Umile e alta più che creatura”.
Maria è ponte fra il cielo e la terra, tra Dio e le persone; lei ci indica suo Figlio e, come alle nozze di Cana, ci confida sempre il segreto di azione e ci dice “Fate quello che vi dirà”.
Che cosa mai ci dirà il Signore? Dove dovremmo cercarlo questo suo pensiero? Ma lo abbiamo sentito nella proclamazione del Vangelo!
Facciamolo perciò entrare nella nostra vita il Vangelo. Invitiamo, come alle nozze di Cana- Maria, Gesù e i suoi discepoli. Facciamo in modo che le parole del Vangelo fossero come scritte e quindi rivolte a ciascuno di noi. Riempiamo pertanto fino all’orlo della nostra vita i talenti che abbiamo ricevuto, pochi o molti che siano. Non teniamoceli nascosti, portiamoli a Lui ed Egli ce li restituirà moltiplicati e trasformati in festa da condividere con tutti coloro che, come fu per gli sposi di Cana, rischiano di naufragare nelle più svariate miserie di vita.
Proveremo così non soltanto la sensazione ma la certezza di costruire non sulla sabbia ma sulla roccia. E se talvolta fossimo immersi nel fango delle nostre incertezze e nella palude dei nostri peccati, la misericordia di Dio sarà sempre più grande delle nostre pochezze, dei nostri limiti e dei nostri difetti.
Affidàti, posti nelle mani di Maria, trasportati come su un ponte, saremo condotti fino a Dio per ricevere il dono della salvezza e da qui rimandati sullo stesso ponte nelle strade del mondo per manifestare e portare a tutti la misericordia ricevuta in dono.