Il 2 maggio, alla vigilia della festa del patrono di Narni San Giovenale, si tiene la tradizionale cerimonia “De Cereis et Palii Offerendi”, l’offerta dei ceri e dei palii, l’omaggio al vescovo della diocesi di Terni, Narni e Amelia successore di San Giovenale da parte delle autorità comunali della città di Narni, delle sue contrade e dei rappresentanti delle arti. Una cerimonia che in questo anno di pandemia ha avuto una valenza diversa senza la rievocazione storica ma centrata sull’attualità di questo difficile periodo, e con protagonisti non consueti. Sono stati infatti i rappresentanti del mondo ospedaliero, medico, scolastico, del volontariato, del commercio e dei vari ambiti in particolare lotta al Coronavirus oltre ai consueti delegati dei Terzieri a fare omaggio al vescovo Giuseppe Piemontese.
Hanno sfilato davanti al vescovo, consegnando il cero e ricevuto la sua benedizione, i rappresentanti delle associazioni di volontariato che sono stati accanto ai deboli e malati, le associazioni di Protezione Civile, le associazioni benefiche cattoliche, coloro che hanno perso il lavoro, medici e infermieri e operatori sanitari, coloro che sono guariti dal Covid, gli insegnanti e gli studenti, degli sposi, degli universitari, degli operatori del turismo, operatori delle arti e dello spettacolo, di quanti hanno continuato ad essere a disposizione del pubblico come i negozianti di generi di prima necessità, di quanti hanno perso i loro cari a causa del Covid ed infine i ceri dei cittadini di Narni, rappresentati dall’assessore Lorenzo Lucarelli, e dei Terzieri con i rispettivi priori.
La consueta simbolica liberazione del prigioniero è stata rappresentata da una raccolta a favore della Caritas diocesana per tutte le famiglie che hanno perso il lavoro.
“La festa di san Giovenale – ha detto il vescovo – susciti in noi insieme al desiderio di conversione e di santità, attenzione, responsabilità e partecipazione alla guarigione e alla rinascita della nazione e delle popolazioni dei nostri territori. Nessuno resti indifferente o spettatore passivo o peggio approfittatore. Tutti e ciascuno abbiamo un sussulto di entusiasmo e di collaborazione per il bene materiale, sociale e spirituale delle generazioni presenti e future”.
L’INTERVENTO DEL VESCOVO
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