Narni – offerta dei ceri per la festa di San Giovenale 2021

Questa sera rievochiamo e rinnoviamo il gesto delle autorità comunali della città di Narni, delle sue contrade e dei rappresentanti delle arti, per l’offerta dei ceri a san Giovenale nelle mani del suo successore, il vescovo di Narni, circondato dai canonici e da una rappresentanza di fedeli.
Nella cerimonia dell’offerta dei ceri, vengono tacitamente confermati e rinnovati gli statuti di questa città (Statuti del 1371), sottoscritti dalle autorità e anche dal vescovo del tempo, come è rappresentato in questa cattedrale.
Quest’anno la cerimonia si svolge in modalità diversa e con protagonisti non consueti.
La presenza della Pandemia e le limitazioni legate al contrasto al Covid-19 ci ha costretti ad alcune modifiche e ci ha suggerito di attualizzare questo gesto di devozione, invitando a rappresentare le contrade, i castelli e le arti alcune persone significative in questo tempo di pandemia.
Il gesto stesso vuole esprimere invocazione, supplica a san Giovenale per proteggerci dalla pandemia e sostenere la nostra responsabilità e collaborazione nella lotta alla malattia.
Fedeli, pellegrini alla tomba di san Giovenale, con i ceri accesi rappresentano un popolo di credenti devoti, oranti e pieni di speranza. In queste persone tutti ci sentiamo rappresentati come pellegrini devoti.
Desidero richiamare alla vostra mente la preghiera solitaria di Papa Francesco nella piazza di San Pietro la sera del 27 marzo 2020.
Noi non siamo soli, ma la preghiera è la stessa. La pandemia non è superata, nelle nostre città, ma soprattutto in varie nazioni del mondo i morti continuano ad affollare i cimiteri
La tempesta della pandemia smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità.
Gli apostoli sulla barca gridano a Gesù: «Siamo perduti».
«Perché avete paura? Non avete ancora fede?» (v. 40). (Mc 4, 38, 40) .
Signore, ci rivolgi un appello, un appello alla fede. Che non è tanto credere che Tu esista, ma venire a Te e fidarsi di Te
La consapevolezza di essere persone fragili, di essere fratelli legati da un comune destino, ammassati nella stessa barca e dipendenti l’uno dall’altro, il cui benessere di popolo è legato all’impegno di tutti, ci raccoglie per una riflessione e una preghiera accorata.
La preghiera degli apostoli diventa la nostra nella certezza che la presenza di Gesù ci è di conforto, consolazione e salvezza.
Andrà tutto bene… certo! Con il sacrificio e la collaborazione di tanti attori protagonisti, con la responsabilità di tutti e con l’aiuto di Dio.
Andrà tutto bene! Nella soluzione definitiva della pandemia, nel recupero del benessere perduto attraverso la conversione dei cuori e il cambiamento degli stili di vita.
In un sussulto di inusuale solidarietà i governi europei hanno stilato e proposto la realizzazione del piano europeo Nextgeneration Eu. E l’Italia ha predisposto il “Piano nazionale italiano di ripresa e resilienza”.
La solidarietà tra le nazioni e tra le regioni potrà essere di aiuto alla ripresa.

La festa di san Giovenale susciti in noi insieme al desiderio di conversione e di santità, attenzione, responsabilità e partecipazione alla guarigione e alla rinascita della nazione e delle popolazioni dei nostri territori. Nessuno resti indifferente o spettatore passivo o peggio approfittatore. Tutti e ciascuno abbiamo un sussulto di entusiasmo e di collaborazione per il bene materiale, sociale e spirituale delle generazioni presenti e future.
Abbiamo fiducia che con l’aiuto di Dio verranno tempi migliori.