Narni – San Giovenale 2021. Mons. Piemontese: “San Giovenale ci incoraggia a non lasciarci andare allo scoramento e alla china di una indifferenza religiosa, che sembra di moda, e al disimpegno civile ed ecclesiale”

La ricorrenza della festa del patrono di Narni san Giovenale, il 3 maggio, è stata celebrata in presenza, benché in forma contingentata e ridotta in ossequio alle norme di contrasto alla epidemia del Coronavirus. Il vescovo Giuseppe Piemontese, ha celebrato la solennità nella concattedrale presso la tomba di san Giovenale per fare memoria del santo Patrono, e quale segno di unità spirituale nella preghiera per il popolo sofferente a causa del Coronavirus.
Presente il sindaco Francesco De Rebotti che ha donato l’olio e acceso la lampada davanti al busto di San Giovenale e recitato la preghiera al santo patrono, i canonici del capitolo della Concattedrale di Narni, i sacerdoti della vicaria di Narni, i rappresentanti delle parrocchie della vicaria, i rappresentanti dei Terziari e costumanti della Corsa all’anello e i fedeli narnesi.
Il vescovo ha rivolto un saluto particolare ai malati, anziani, a coloro che hanno avuto sofferenze e lutti nel tempo della pandemia. Ricordando poi il patrono e primo vescovo di Narni ne ha sottolineato “l’ardore nello svolgere la missione di evangelizzatore. Nella sua qualità di medico, ma anche di custode e guida del popolo, ne divenne il difensore, defensor civitatis: al suo tempo e ancora oggi, in tempo di pandemia, da nemici ancora più subdoli. A lui ci rivolgiamo con fiducia: vigilia oggi sulla salute, sul benessere; guidaci alla concordia, alla pace e alla santità di questa comunità civile ed ecclesiale”.
“Questa mattina tutti noi abbiamo sentito l’impulso interiore di venire in questa cattedrale, di presentarci al cospetto di san Giovenale per incontrarlo e onorarlo. E tuttavia vogliamo dare verità al nostro incontro e rispondere al richiamo del santo, che ci propone una sterzata alla nostra vita invitandoci ad essere cristiani fedeli e autentici.
Le rilevazioni statistiche, ma anche l’osservazione comune dicono che la frequenza alla messa domenicale, la partecipazione alla vita della chiesa e la coerenza con i principi e valori cristiani è scemata. Il tesoro di conoscenze, convinzioni, amore, ricevuto per l’opera di san Giovenale si va dilapidando, smarrendo. La nostra generazione non è all’altezza di proteggere e custodire il tesoro della fede, dell’amicizia con Gesù, la nostra tradizione cristiana, la solidità della nostra chiesa. Adulti indifferenti, giovani distratti e ammaliati da lucciole e surrogati di felicità, famiglie scombinate dalle fragilità dei tempi, dalla indifferenza spirituale, da malsana laicità. Il tesoro in vasi di creta può conservarsi intatto e custodirsi se la nostra responsabilità fa affidamento sulla grazia di Dio, ed è riconosciuto come dono di Dio”.
Il vescovo ha poi ricordato quanti in questo periodo sono stati dei buoni pastori per le persone che hanno avuto accanto ed ha invitato a riflettere sul senso della vita in questo tempo di pandemia: “Molti, di fronte alla sofferenza e alla morte di propri cari ed amici sono stati indotti a riflessioni esistenziali più sentite e a considerazioni sul valore della vita nella sua consistenza e durata. Oggi volgiamo leggere tutto questo alla luce di Gesù Risorto, che dà senso all’esistenza, e di san Giovenale che ci incoraggia a non lasciarci andare allo scoraggiamento e alla china di una indifferenza religiosa che sembra di moda, e al disimpegno civile ed ecclesiale”.
La celebrazione si è conclusa sulla gradinata della concattedrale, da dove il vescovo Piemontese ha impartito la benedizione alla città.

L’OMELIA DEL VESCOVO