Un migliaio di persone, molte famiglie, giovani, gruppi parrocchiali e di stranieri, hanno partecipato venerdì sera alla processione del Cristo morto presieduta dal vescovo Giuseppe Piemontese. La processione aux flambeaux con la statua del Cristo morto e della Madonna addolorata, partita dalla chiesa di San Francesco, si è snodata lungo le vie centrali della città passando per piazza della Repubblica dove c’è stata la sosta con la lettura del vangelo e la meditazione, per proseguire poi fino alla Cattedrale.
Nella chiesa di san Francesco è stato letto un brano dalle ammonizione di San Francesco di Assisi, la contemplazione di Gesù morto per noi, con gli occhi di san Francesco d’Assisi “il senso della morte e della vita, il valore e il dono della vita, la bellezza e ricchezza di essere creati ad immagine e somiglianza di Dio – ha detto il vescovo -. In questo pellegrinaggio meditiamo sull’amore di Gesù. Volgiamo insieme lo sguardo di fede a Gesù”.
Al centro della città, in piazza della repubblica la sosta e la meditazione dedicata ai giovani e alla società cittadina “Con i giovani, dietro a Gesù, vinciamo la paura dello scoraggiamento e della morte”, con la lettura del vangelo di Marco e un brano dell’esortazione apostolica di papa Francesco Christus vivit: “Gesù non illumina voi, giovani, da lontano o dall’esterno, ma partendo dalla sua stessa giovinezza, che egli condivide con voi. Egli è la vera giovinezza di un mondo invecchiato ed è anche la giovinezza di un universo che attende con «le doglie del parto» (Rm 8,22) di essere rivestito della sua luce e della sua vita”.
Il vescovo ha ricordato come il momento della celebrazione del venerdì santo con la processione cittadina del Cristo morto e della Madonna Addolorata rappresenti un segno di presenza della comunità dei credenti nella società, che dà testimonianza dell’amore di Gesù, specie in questo particolare momento nel quale “le recenti dimissioni della Presidente della Regione Marini e le imminenti elezioni per il Parlamento europeo ci dicono che stiamo attraversando un passaggio delicato e impegnativo per il futuro della regione e della nazione – ha detto padre Piemontese, facendo riferimento alle preoccupazioni espresse in una nota dai vescovi umbri sulla vicenda -. Si impone ai cittadini e specialmente ai cattolici il dovere di un discernimento attento, responsabile e propositivo per operare le scelte giuste e adeguate per il bene civile, sociale, morale e spirituale della collettività, di tutto il popolo, della Nazione. In questi giorni significativi che precedono la festa di Pasqua, i Vescovi invitano la comunità cristiana alla preghiera e alla riflessione, affinché cresca in tutti il senso della legalità e del rispetto della cosa pubblica e nell’operato degli amministratori si faccia strada con sempre maggior vigore la ricerca e la promozione del bene comune e il rispetto dei diritti di tutti i cittadini. Preghiamo per coloro che sono chiamati a governare la comunità civile, perché il Signore Dio nostro illumini la loro mente e il loro cuore a cercare il bene comune nella vera libertà e nella vera pace”.
La processione è poi proseguita per raggiungere la Cattedrale di Terni dove è stato letto il brano evangelico della passione di Cristo e un altro brano tratto dal Christus vivit: “l Signore ci chiama ad accendere stelle nella notte di altri giovani; ci invita a guardare i veri astri, quei segni così diversificati che Egli ci dà perché non rimaniamo fermi, ma imitiamo il seminatore che osservava le stelle per poter arare il campo”.
«Questa sera una comunità composta e ordinata si è posta dietro Gesù, facendo memoria della sua passione e morte, dietro a colui che ci ha amati di un amore indicibile dando la sua vita per noi – ha concluso il vescovo -. Vogliamo volgere lo sguardo a Maria addolorata colei che nel silenzio, nella contemplazione e nell’adorazione ha atteso la resurrezione di Gesù. Vogliamo avere questa sera un pensiero per le madri che hanno visto morire i loro figli per malattia, per disgrazia; per le madri che vedono i loro figli non realizzati, disoccupati, traviati o dagli ideali smorzati o a volte lontani dalla fede. Affidiamo a Maria quelle madri che hanno rifiutato i figli concepiti, perché ritrovino conforto e perdono nel sangue di Cristo, accompagnate da Maria santissima addolorata».
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