Pellegrinaggio Madonna del Ponte 2021

Per il secondo anno consecutivo ci ritroviamo, popolo di Dio di questa comunità diocesana, attorno all’icona della Madonna del Ponte, devoti e distanziati, per venerare e onorare la Madre di Dio nel giorno della sua festa. Non ci siamo arresi alle minacce della pandemia, che accompagna l’esperienza dell’umanità in questi anni, e continua a seminare vittime in varie parti del mondo e ha imposto cambiamento di abitudini, facendoci interrogare sulla correttezza dei nostri stili di vita.

Le autorità dell’Unione Europea hanno investito somme ingenti per far fronte ai danni provocati dal virus e arginarne le conseguenze sanitarie, economiche e finanziarie. In Italia si è predisposto un Programma di ripresa e resilienza. Anche le comunità cristiane sono chiamate a dare per la ripresa il proprio contributo di intelligenza e collaborazione, soprattutto condividendo il patrimonio di fede, spiritualità, amore e arte, suggerendo e avviando il cambiamento di abitudini consumistiche malsane, sprechi di risorse destinate anche ai paesi poveri, stili di vita che generano solo insoddisfazione e disperazione. Il nostro apporto specifico è costituito dalla fede in Gesù, dall’annuncio evangelico, dalla testimonianza dell’amore fraterno e dalla gioia di sentirci famiglia di Dio.
Oggi siamo radunati attorno a Maria, all’inizio dell’anno pastorale, per apprendere dalla Parola di Dio, dalle parole della Madre, come affrontare questi tempi difficili, nei quali siamo immersi.

Cominciamo con l’annunciare una notizia e un evento di speranza: la chiesa diocesana si prepara a celebrare l’ordinazione presbiterale di due suoi figli, i diaconi Daniele Martelli e Giuseppe Zen, la sera del 2 ottobre prossimo. Non c’è gioia più appropriata che si possa condividere e segno più bello di speranza, da porre in questo tempo di pandemia e che vogliamo leggere e comprendere in questa festa di Maria, Signora, Madre e Maestra degli Apostoli, dei ministri della Chiesa, di tutti noi. Ci soffermiamo sulla pagina del vangelo.

Proprio all’inizio del ministero pubblico di Gesù ha luogo ed è narrato miracolo delle nozze di Cana. “Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù”, non solo il primo dei segni, delle opere prodigiose, ma il modello di tutti (questo è il significato della parola greca tradotta con inizio), come a chiarirci come funziona nel Regno, annunciato da Gesù, come funziona con Gesù nella Chiesa.

– Si racconta di una festa… e che festa! Una festa di nozze. “Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea”. La festa di nozze è celebrata il terzo giorno, dopo gli eventi del battesimo di Gesù e della chiamata degli apostoli, chiaro riferimento al terzo giorno e alla gioia della Risurrezione, la gloria del Regno.

– Gli invitati, citati sono Maria, Gesù e i suoi discepoli “e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli”. Tra i discepoli possiamo considerarci anche noi, invitati al banchetto eucaristico.
– “Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui”. Ai discepoli invitati Gesù mostra, l’inizio, l’assaggio, il percorso della gloria e il percorso della fede (fatto di ascolto, visione e condivisione dei discepoli, che dopo la sequela di Gesù, si disvelerà ulteriormente il terzo giorno della Risurrezione). Un quadro che rappresenta una prima anticipazione di quanto viene preannunciato da Gesù.

– I segni: è menzionata la purificazione dei giudei con la presenza delle anfore, da riempire fino all’orlo. Vi è qui un riferimento alla nuova purificazione del battesimo.
– L’acqua trasformata in vino e servita al convito nuziale, è per i discepoli riferimento all’Eucarestia, il sangue di Cristo, nutrimento e bevanda dei commensali, supplemento di gioia messianica, abbondanza di Spirito Santo per la missione di fecondità e di benessere di questi giovani, coppia-famiglia, segno, strumento e modalità di primizia della chiesa e di annuncio del Vangelo.

– I servi, (diakonoi), servitori per la trasparenza del segno, strumenti della gioia comune, testimoni dell’azione salvifica di Cristo (l’architriclino, il maestro di tavola, ignorava e si interrogava sulla provenienza di quel vino, ma lo sapevano bene i servitori, che avevano preso l’acqua…).
– Gli apostoli: sono invitati, e testimoni della gloria manifestata e operata da Gesù, della sua azione, delle sue parole alla Madre e ai servitori,

– La Madre di Gesù (non è chiamata per nome), co-protagonista della manifestazione della gloria, del disegno di Dio,
nei confronti di Gesù: “non hanno più vino!”;
nei confronti dei servitori: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”;
nei confronti degli sposi e dei convitati: “collaboratori della vostra gioia” (1 Cor. 1,24). A servizio dell’annuncio del Regno, della gloria, del mistero di gioia, di festa, di nuzialità, della nuova alleanza che si sta annunciando, costruendo e realizzando tra Dio e l’umanità attraverso Gesù, il vero sposo messianico, che nel segno dà inizio al compimento del Regno.

– Tutti noi: discepoli, convitati, destinatari, testimoni, protagonisti e servitori al banchetto delle nozze del Regno. In particolari i presbiteri e i diaconi, questi due candidati presbiteri, ministri e servitori di Gesù. Questa sera la consegna della madre di Gesù è rivolta in via privilegiata a loro, chiamati nel vangelo “servitori, diaconi” (διακόνοι). Essi, prima che esecutori fedeli degli ordini di Maria e di Gesù sono ascoltatori attenti e zelanti delle loro parole, di Maria «Qualsiasi cosa vi dica, fatela»;
di Gesù “”Riempite d’acqua le anfore… prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto”.
Insieme a tutta la Chiesa, dovrete essere l’espressione massima come ministri della sua gloria, della Parola di Gesù, dei sacramenti, specie dell’Eucarestia, e prima ancora partecipi del dono di Gesù e suoi testimoni. Alla scuola e con la guida di Maria, la vera padrona di casa, organizzatrice e salvatrice della festa.

– All’inizio di questo nuovo anno, senza esitazione volgiamo lo sguardo a Maria e poniamoci alla sua scuola per apprendere come venir fuori da questo tempo e dalle attuali condizioni di vita inquinate: di egoismi, indifferenza religiosa, di fede sbiadita, follia planetaria… chiediamole cosa fare e lasciamoci ispirare dal Lei. Anche oggi la risposta è la stessa: andare da Gesù ed eseguire quanto Egli ci dice “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”. Le parole del Vangelo sono chiare, ma comminando insieme e operando un discernimento comunitario umile, fiducioso e paziente, vescovo, presbiteri, ministri vari, laici, possiamo comprendere quale direzione prendere, con quali mezzi e in quali momenti. Confidando nella amorevole intercessione di Maria e nella presenza ininterrotta di Gesù. Soprattutto in questo tempo di molteplici pandemie