“Il duplice carattere della quaresima – il quale, soprattutto mediante il ricordo o la preparazione al battesimo e mediante la penitenza, invita i fedeli all’ascolto più frequente della parola di Dio e alla preghiera e li dispone così a celebrare il mistero pasquale, – sia posto in maggior evidenza tanto nella liturgia quanto nella catechesi liturgica”. (SC 109).
Tempo di quaresima, preparazione al battesimo o memoria del battesimo
Questa sera, mentre stiamo percorrendo il tempo favorevole della Quaresima, come assemblea diocesana, in questa celebrazione liturgica, facciamo memoria del Battesimo, momento comunitario propedeutico alla celebrazione del mistero pasquale. Ma in maniera intenzionale e fattiva esprimiamo la nostra premura verso i nostri catecumeni. Ci riferiamo a coloro che si stanno preparando a celebrare il battesimo, adulti (alcuni di loro sono presenti questa sera) e bambini accompagnati dalle premure dei genitori; e ai ragazzi, anch’essi guidati dai genitori e dai catechisti/e, che stanno completando l’Iniziazione cristiana.
Siamo qui, Chiesa di Dio presente nel territorio di Terni-Narni-Amelia, a ripensare i segni della nostra rinascita nello Spirito, ma anche sentire con viva attualità le doglie del parto, di una maternità che non è solo nominale, ma pratica e dinamica nell’accompagnare piccoli e grandi che vengono portati al fonte battesimale per la rinascita dall’acqua e dallo Spirito, al cenacolo della pentecoste per l’accoglienza dello Spirito, conferito come sigillo e dono di confermazione, alla mensa dell’Eucarestia quale pane di vita e forza di carità, e infine alla testimonianza di comunione e di amore sulle strade delle nostre città e del mondo intero.
Ci rendiamo conto di trovarci di fronte ad un compito impari, superiore alle nostre forze. Per questo siamo qui per tornare ad attingere alla grazia della nostra iniziazione cristiana, ad invocare il dono dello Spirito per annunciare il Padre in Gesù.
Il fonte con l’acqua battesimale, illuminato dal cero pasquale e il sacro crisma riempiono i nostri animi di gioia al ricordo del nostro battesimo e di quello di questi fratelli che stiamo accompagnando.
La Parola del Vangelo, che come ai discepoli di Emmaus, scalda e fa ardere il nostro cuore, spesso carico di tristezza e delusione per il fallimento della nostra fedeltà alle promesse battesimali e dei nostri progetti e fatiche di catechesi verso i ragazzi della Iniziazione.
Il Cristo crocifisso-risorto, i cui grandi occhi scrutano i nostri quale segno di predilezione, di misericordia e di incitamento a seguirlo nonostante i limiti e peccati. Dinanzi a Lui, singolarmente e come chiesa, smarriti e a volte sbandati, riconfermiamo il simbolo della nostra fede e riconsegniamo ed eleviamo la preghiera del Signore, il Padre nostro.
In questa assemblea, come Chiesa, vogliamo rafforzare i vincoli della comunione e della carità, mentre siamo nutriti dall’unico pane, Cristo per noi spezzato, morto e risorto.
Vogliamo rinnovare il proposito di lasciarci battezzare ancora una volta in “Spirito santo e fuoco”.
Il battesimo che molti cristiani hanno alle spalle è “sacramento della fede”, e non è normale che il battezzato viva nella non fede o in una fede non consapevole, peggio nell’incredulità. Di fronte alla fede e nei riguardi del battesimo siamo tutti un po’ “catecumeni”: abbiamo bisogno di assimilare la fede per assumere il nostro battesimo.
Il tema della Iniziazione cristiana allora non riguarda solo i catecumeni, i nostri ragazzi, riguarda un po’ anche noi adulti. Vogliamo essere una chiesa che accompagna nell’Iniziazione, una Chiesa che si lascia iniziare o re iniziare dal suo Signore e dall’apporto dei fratelli, soprattutto nella Eucarestia e nella carità.