Sangemini – celebrazione per la festa del patrono. Mons. Soddu: “La comunità seguendo l’esempio e le virtù del santo Patrono possa sempre incarnare e testimoniare senza timore gli autentici valori cristiani”.

Domenica 9 ottobre a Sangemini è stata solennemente celebrata la festa del patrono Santo Gemine con la processione per le vie della città con il busto reliquiario del santo, dedicata al tema della pace e animata dai ragazzi e bambini con tanti cartelli colorati raffiguranti il mondo e con la parola pace in tante lingue diverse, insieme alla lettura di filastrocche, poesie e testimonianze dei bambini che vivono in luoghi di guerra.
Sul sagrato del Duomo c’è stato il saluto del vescovo Francesco Antonio Soddu e del sindaco Luciano Clementella. Quindi la celebrazione presieduta dal vescovo Soddu, nel suo primo incontro con la comunità sangeminese nella festa del patrono, e concelebrata dal parroco don Gianni Sabatini e da don Andrea Morelli.
Il vescovo ha ricordato, ai tanti fedeli presenti, l’opera di evengelizzazione di Gemine, monaco siriano della seconda metà del secolo VIII, che dopo aver esercitato il mestiere delle armi, si convertì al cristianesimo e decise di dedicarsi in Siria alla vita eremitica, girando vari luoghi finché si trasferì defìnitivamente in Italia, nell’umbra Casventum l’antica città da cui ebbe origine l’attuale Sangemini che prese il nome dal santo anacoreta poi eletto a suo patrono.
“Nell’incontro con Dio si fa l’esperienza di salvezza – ha detto il vescovo -. Nel racconto del lebbroso risanato si maniesta l’incontro con Dio, un incontro salvifico che ha la sua essenza nella fede che salva e che costituisce la base del nostro essere cristiani. E da qui nasce il percorso dei credenti nell’avvicinarci alle necessità dei poveri e degli ammalati, che sono la carne viva del Signore. Che questa comunità di Sangemini, seguendo l’esempio e le virtù del santo Patrono possa sempre incarnare e testimoniare senza timore gli autentici valori cristiani”.
Infine il vescovo ha esortato a pregare per coloro che governano, perché aldilà di ogni visione dí parte si adoperino affinché sia sempre superata ogni forma di pregiudizio a favore della concordia e della solidarietà: per le famiglie che portano la croce di un familiare gravemente malato, perché sostenuti dalla vicinanza della comunità possano accompagnare e vivere questa esperienza con fede speranza e carità; per la pace del mondo, perché negli auspici di bene che ciascuno dichiara, vi sia anche l’impegno concreto affinché cessino i conflitti e sia istaurata la civiltà dell’amore.
La celebrazione si è conclusa con la preghiera a San Gemine il canto dell’inno.