Terni – Corpus Domini 2023 in piazza della Repubbica

L’annuale solennità del Corpus Domini, del Santissimo Corpo e Sangue del Signore, ci esorta alla contemplazione, venerazione e adorazione del grande dono che il Signore fa di sé e della permanenza di tale dono nelle specie del pane e del vino, che si avvera ed attualizza in ogni Celebrazione Eucaristica.
Il concilio Ecumenico Vaticano II afferma che la liturgia è fonte e culmine di tutta la vita della Chiesa e in essa, in modo tutto particolare, l’Eucaristia, da cui essa prende forma ed è continuamente vivificata.
Da lei, ossia dal Cristo donato, immolato e risorto per la nostra salvezza, riceviamo tutta la ricchezza per il nostro essere e a Lei dobbiamo rivolgere ogni azione, affinché la nostra vita non possa smarrirsi nei meandri intricati della storia, ma tornare a Dio alimentata e quindi arricchita dal dono di sé.
Gesù, così come alla folla del Vangelo proclamato durante la Messa, dice anche a noi: “Io sono il pane vivo disceso dal cielo….”
Le caratteristiche di questo nutrimento le esplicita e spiega lo stesso Gesù: “chi mangia la mia carne ha la vita eterna”; consente cioè di avere, di vivere e condurre la stessa vita buona e bella di Dio.
Questo pane è la sua stessa carne.
A questa dichiarazione di Gesù, lo abbiamo sentito nella proclamazione del Vangelo, fece seguito l’aspra discussione di coloro che ascoltavano, con l’interrogativo esibito: “Come può costui darci la sua carne da mangiare?” Ecco, carissimi fratelli e sorelle il grande mistero del Corpus Domini: L’Eucaristia è il Corpo, ossia la stessa carne di Gesù che ci viene data in cibo.
Egli è il vero Agnello Pasquale, l’unico che salva dai nostri peccati, che ci riscatta da una vita spesso vuota o banale e ci riabilita totalmente ponendoci su orizzonti luminosi di speranza.
I Giudei discussero aspramente questa verità; ma anche noi potremmo incorrere nello stesso equivoco qualora dovessimo considerare la realtà eucaristica come se si trattasse –scusatemi l’espressione- di un discorso di alta o bassa macelleria.
Dovremmo perciò andare avanti e procedere, sia nell’acquisizione come nella comprensione del pensiero di Gesù, il quale non solo non corregge il tiro ma, se vogliamo, rincara la dose dichiarando solennemente: “Se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita”.
Carissimi fratelli e sorelle ogni singola parola di Gesù tende a farci comprendere che la sua estrema/totale donazione ha necessità di dover essere da noi assimilata sia a livello intellettuale, spirituale ed anche fisico/corporale. Deve cioè toccare e permeare ogni parte del nostro essere.
Deve alimentare ogni nostro desiderio di bene. Questo significa che se desideriamo la pace, come di fatto oggi più che mai tutti vogliamo, non possiamo prescindere dall’interezza del messaggio evangelico che nell’Eucaristia si fa concretezza, fino a coinvolgere ogni cellula del Verbo incarnato, affinché anche la nostra vita ne diventi coinvolta del suo stesso bene.
Così alimentati dal suo corpo e dalla sua carne, anche la nostra carne, il nostro corpo, in sostanza tutta la nostra vita riceverà da Lui lo splendore delle cose buone/ belle/utili che, chi più chi meno, tutti andiamo ricercando.
Gesù imbandisce per noi un tavolo speciale, quello della vita e ci dona sé stesso.
Lo scontrino, il conto che ci viene presentato alla conclusione, comprende una norma di vita sancita dalle indicazioni evangeliche: “Va e anche tu fa lo stesso; ed anche …. date voi stessi da mangiare” vale a dire condividete ogni dono con l’amore incondizionato e verso tutti.