Corpus Domini 2023 – in Cattedrale

Carissimi fratelli e sorelle, a conclusione della processione in onore della SS.ma Eucaristia, vero Corpo vivo del Signore Gesù, nostro Dio e Salvatore, vorrei riprendere quanto proclamato durante la celebrazione della Messa nella prima lettera di san Paolo ai Corinti.
Se, come scrive san Paolo, “Il calice della benedizione che noi benediciamo è comunione con il sangue di Cristo e il pane che noi spezziamo è comunione con il Corpo di Cristo” ne deriva che la comunione con il Signore non può non avere la sua più naturale e sublime relazione nella concretezza della comunione tra di noi.
La Comunione al corpo e sangue di Cristo sia perciò comunione tra le membra del corpo della Chiesa e della famiglia umana. Adoperiamoci con tutte le nostre energie affinché la comunione con il Corpo di Cristo sia veritiera tra le membra del suo corpo che è la Chiesa, ad iniziare dalle famiglie, dai movimenti, associazioni, gruppi, movimenti. Allontaniamo da noi la tentazione sempre latente dei particolarismi che, curanti unicamente del proprio particolare, inevitabilmente sfociano nel mare magnum della disgregazione. Sia il mistero della Pentecoste, come quello della SS.ma Trinità ci hanno consegnato tutt’altra realtà, metodologia, obiettivo.
Una comunione, questa di cui parliamo, che ha il suo fondamento nell’amore di Dio in Cristo Gesù e, come più volte ricordato dai Padri della Chiesa fino al più recente magistero, si manifesta e concretizza “in qualcosa di più di una serie di azioni benefiche”, (come scrive papa Francesco nella Fratelli tutti).
Facciamo pertanto tesoro di questa ricca eredità: “la statura spirituale di un’esistenza umana è definita dall’amore” (scrive papa Benedetto XVI nella DCE), e ancora la Fratelli tutti rimarca, “il pericolo più grande è non amare” (FT 92).
Sappiamo come questo tipo di amore, che nasce da Dio e si concretizza nell’Eucaristia, fino a inondare beneficamente ogni strato e angolo del mondo, diviene, se accolto nella sua purezza, germe fecondo di comunione universale.
Papa Francesco nella Fratelli Tutti scrive: “Nessuno matura né raggiunge la propria pienezza isolandosi. Per sua stessa dinamica l’amore esige una progressiva apertura, maggiore capacità di accogliere gli altri, in un’avventura mai finita che fa convergere tutte le periferie verso un pieno senso di reciproca appartenenza. Gesù ci ha detto: “Voi siete tutti fratelli” (FT 95).
Cibarsi di Cristo significa perciò interiorizzare e metabolizzare la stessa essenza dell’amore, senza la quale saremmo, nella migliore delle ipotesi, unicamente capaci di portare avanti progetti parziali di alleanze i quali, alla lunga, non potendo raggiungere il vertice dell’amore, finiranno per implodere, generando rivoli di tendenze pseudo amicali di rapporti non meglio definiti.
L’Eucaristia è invece il culmine dell’amore, perché ne è la causa e la fonte. Gesù, Via Verità e vita ci guidi sulla sua strada, ci indichi la porta del suo cuore sempre aperto e dalla cui ferita sulla croce siamo stati generati come da grembo materno.
Non abbiamo timore di uniformare il nostro cuore al suo cuore. Sarà questo il segreto della vera vita per la nostra esistenza, specialmente per i giovani che spesso si trovano disorientati a causa del nostro stesso disorientamento.
Chiediamo al Signore di avere maggiore coraggio nella testimonianza evangelica della comunione, che dalla Parola fatta carne nella storia arriva ad immolarsi per la salvezza di tutti e si fa cibo perché possiamo vivere di Lui.
Affidiamo tutte queste intenzioni alla Madre del Divino amore, Maria Santissima, affinché guidi i nostri passi nell’accoglienza del suo Figlio così come lei fece, per poterlo contemplare risorto nella vita nostra e dei nostri fratelli e sorelle; vivificati di continuo dalla perenne giovinezza dello Spirito.