Celebrazione del Transito di San Francesco nella chiesa di Sant’Antonio a Terni

O Padre, che hai concesso a san Francesco d’Assisi di essere immagine viva di Cristo povero e umile, fa che camminando sulle sue orme, possiamo seguire il tuo Figlio e unirei a te in carità e letizia. Queste sono le parole della preghiera pronunciata prima della proclamazione della Parola di Dio.
Carissimi fratelli e sorelle in un tempo come il nostro caratterizzato dalle immagini, dai selfie, dalle varie finestre dei social, dove ognuno propone esibendolo il proprio e personale look; dove nascono, si affermano e scompaiono con incontrollata velocità i vari influencer con l’impatto visivo propinato ad arte e quindi spesso anche manipolato; in un tempo in cui anche la copia fotostatica dei documenti fatica a trasmettere la vera identità di quanto all’originale, la Chiesa ha la bella opportunità di presentare la persona di San Francesco d’Assisi come immagine viva
di Cristo.
Dire immagine unita all’ eccezionale rafforzativo di viva, Immagine viva di Cristo, ci suggerisce subito di fare i conti con il suo opposto, ossia l’immagine non viva, morta, ammazzata, soffocata, sterile.
Morta, priva di spirito vitale, inconsistente, forse anche banale … certamente non immagine viva, generatrice e trasmettitrice di vita.
Carissimi fratelli e sorelle s. Francesco immagine viva di Cristo ci sollecita e ci sprona a fare i conti con il nostro essere credenti: siamo davvero cristiani immagine viva, vitale, dinamica del Cristo, oppure ci accontentiamo del minimo sindacale che alla fin dei conti fa ricadere, isolandolo, in un cristianesimo da salotto senza alcuna consistenza vitale? Francesco d’Assisi è per tutti noi immagine viva di Cristo povero e umile, come ancora nella prosecuzione della preghiera colletta. Egli realizza nella sua vita, mediante condotte e atteggiamenti profetici, l’eterna giovinezza dello Spirito. Come ben sappiamo, le origini di Francesco d’Assisi non erano né povere né umili eppure l’incontro con il Signore Gesù vivo e vitale presente in tutti i fratelli e sorelle, dal lebbroso puzzolente al sultano musulmano, ha operato in lui una rivoluzione radicale che, almeno sul momento, ha generato tra i cosiddetti ben pensanti grandissimo scandalo: luiche si spoglia di tutto, davanti a tutti apparendo così agli occhi di tutti vergognosamente ridicolo. Francesco Povero e umile, così come abbiamo avuto modo di meditare nella parabola del Vangelo di ieri, trova tutto il dinamismo dirompente nell’incontro, nella fusione che si viene a creare tra la piccolezza quasi insignificante del granellino di senape e la bassezza della terra, l’umiltà del terreno che lo accoglie e che nella vita pratica si rende evidente e si traduce mediante il servizio. Francesco è immagine viva del Cristo anche quando nel suo corpo vengono impresse le piaghe e i segni della passione del Signore Gesù, le stimmate. Anzi direi che questo atto, proprio questa situazione oggettivamente di morte, segna il vertice del suo essere immagine viva del Cristo. Prova ne è il fatto che le stimmate sparirono proprio nel momento del suo transito. Tutto questo ci sprona, carissimi, fino alle midolla affinché il percorso sinodale che Papa Francesco ha voluto per la Chiesa sia non tanto la ripetizione, forse fin troppo stanca e perciò inutile, di alcuni moduli di condotte religiose, quanto piuttosto -così come abbiamo sentito sempre nella preghiera camminando sulle orme di Francesco, possiamo seguire il tuo Figlio e unirei a te in carità e letizia.
Facciamo in modo di comprendere sempre di più la bella pagina del vangelo di questa festa e di partecipare esistenzialmente all’inno di ringraziamento del Signore: Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Francesco d’Assisi continui anche oggi a parlare alla nostra città di Terni e alla nostra amata diocesi di Terni-Narni-Amelia, così come fece durante la sua vita terrena, e a spronarci nella lode a Dio con tutte le creature; a partire dall’ accoglienza fraterna
di tutte le persone, di qualsiasi ceto sociale, nazionalità o cultura esse siano; e questo semplicemente per il fatto che il Signore Gesù è morto per tutti, per tutti ha dato la sua vita.
I segni della passione, morte e risurrezione di Gesù siano impressi nel nostro cuore e da questo, con l’aiuto di san Francesco, siano trasformati in azioni coraggiose di testimonianza evangelica.