Celebrazione per la peregrinatio delle reliquie di Sant’Antonio. Mons. Piemontese: “Francesco d’Assisi, i frati, i cinque protomartiri sono continuamente sulla strada, pellegrini e itineranti per consegnare agli uomini il vangelo, la gioia di Gesù”.

La peregrinatio delle reliquie di sant’Antonio di Padova, un percorso di spirituale e conoscenza che parte dalla Basilica del Santo di Padova e tocca alcuni dei luoghi più significativi del cammino di sant’Antonio, nell’ottavo centenario della risalita dell’Italia da parte di sant’Antonio, e che sono state accolte nel santuario dei Protomartiri francescani a Terni, ha avuto il suo momento centrale con la celebrazione presieduta dal vescovo Giuseppe Piemontese e concelebrata dai frati della comunità parrocchiale e dal rettore della basilica antoniana di Padova padre Egidio Canil.
“Sant’Antonio ha voluto sostare – ha detto il vescovo – nella patria dei suoi fratelli protomartiri, dei suoi primi compagni francescani originari di questa terra, di questa chiesa, testimoni ardenti e generosi della fede e dell’amore per Gesù, per il suo Vangelo e per la salvezza degli uomini” ricordando così lo stretto legame che intercorre tra la vocazione francescana di Fernando da Lisbona e i cinque frati della valle ternana martirizzati in Marocco e le cui spoglie si trovano a Coimbra in Portogallo. Dal martirio dei cinque frati che hanno testimoniato il vangelo fino all’effusione del sangue, Fernando da Lisbona lascerà gli abiti di canonico agostiniano per abbracciare il francescanesimo e prendere il nome di Antonio, desiderando anche lui il martirio.
“Nei disegni di Dio il cammino di Antonio non doveva essere il martirio di sangue, ma quello dell’amore. Antonio ci indica il cammino spirituale, la ricerca di Gesù, la passione per Dio, per gli uomini fratelli, specie i poveri, i diseredati, l’ammirazione per Francesco. Si lascia istruisce Dal Vangelo che conosce a memoria. Antonio comprende che il suo martirio si compirà nell’annuncio del vangelo ai poveri, nel far comprendere a tutti che Dio ci ama”.
“Oggi sono di moda ai cammini – ha aggiunto il vescovo – specie i giovani si sentono cittadini del mondo e viaggiano. Anche Francesco d’Assisi, i frati, i suoi compagni, i cinque protomartiri sono continuamente sulla strada, pellegrini e itineranti per consegnare agli uomini il vangelo, la gioia di Gesù. Essi sono definiti i giullari di Dio, perché hanno la gioia, perché infondono gioia. I protomartiri, giovanissimi ante litteram hanno partecipato al programma Erasmus per l’Europa, hanno vinto il Festival dei Due Mondi: l’Europa e l’Africa. Dall’Italia, anzi dall’Umbria, all’Africa passando per il Portogallo. E dal Portogallo all’Umbria passando per l’Africa. E in questo tour hanno arricchito nelle loro fila, il loro gruppo di nuovi fans, di amici predicando il messaggio di Gesù, parlando di Francesco d’Assisi un vero influencer ante litteram. Si sono aggiunti tanti giovani, adulti di ogni condizione, allargando la famiglia francescana di persone, laici, religiosi preti, uomini e donne desiderosi di vivere come Francesco d’Assisi, sperimentando le sue stesse sensazioni di gioia e di felicità”.