Comunità di Sant’Egidio – Incontro: “Le ferite del mondo: origine e sviluppo della minaccia jihadista”

La Comunità di Sant’Egidio di Terni organizza l’incontro sul tema: “Le ferite del mondo: origine e sviluppo della minaccia jihadista” il 6 marzo alle 18 nella chiesa di San Lorenzo a Terni. Intervengono: Michele Zanzucchi direttore di Città Nuova, Michele Gradoli dottore di ricerca, Dip. Scienze Politiche, Luiss Guido Carli, Ludovica Benedizione dottoranda, Dip. Scienze Politiche, Luiss Guido Carli. Modera Mons. Riccardo Mensuali Comunità S.Egidio

“La guerra e la violenza in tante parti del mondo vogliono riscrivere i confini, le forme di vita, il modo in cui guardiamo all’altro – spiega la responsabile della Comunità di Sant’Egidio di Terni, Maria Grazia Proietti -. Il mondo rischia di perdere il senso di un destino comune proprio mentre è diventato globale.
Ci sono malattie profonde che rendono tutto difficile: la divisione e la rassegnazione attraversano e indeboliscono tanti: le comunità religiose, la politica, gli assetti e le istituzioni internazionali.
Le religioni sono chiamate a interrogarsi: hanno saputo dare un’anima alla ricerca di un destino comune o sono state catturate in una logica conflittuale? Ma le religioni possono molto: dare cuore e anima alla ricerca della pace come destino comune di tutti i popoli.
Ci assumiamo oggi la responsabilità della pace quando troppo pochi sognano la pace.
Le religioni dicono oggi con più forza di ieri: non c’è guerra santa; l’eliminazione dell’altro in nome di Dio è sempre blasfema. L’eliminazione dell’altro, usando il nome di Dio, è solo orrore e terrore. Accecati dall’odio, ci si allontana in questo modo dalla religione pura e si distrugge quella religione che si dice di difendere. Ci impegniamo in un tempo difficile a difendere la vita dei fratelli di religione diversa dalla nostra che sono minacciati. Lavoriamo insieme per il futuro del mondo, sapendo che la guerra è una grande stoltezza e che la pace è una cosa troppo seria per lasciarla solo ad alcuni. Il dialogo è la medicina dei conflitti, cura le ferite, rende possibile il futuro.
La guerra si vince solo con la pace. Quando non si riesce a immaginare le vie della pace, restano solo le macerie e l’odio. Occorre avere l’audacia di pensare la pace, perché o il futuro è la pace o non c’è più futuro, sia per chi vince sia per chi perde.
Con questi sentimenti di pace, la nostra Comunità intensificherà ancora di più la preghiera e a partire dal periodo della Quaresima dedicheremo una volta a settimana la nostra preghiera serale per la pace”.