Ottava edizione del filmfestival Popoli e Religioni 2012

Tutti al cinema: anziani, stranieri, carcerati.

Non è una rassegna elitaria, pensata per critici e cinefili, ma una festa che vuole coinvolgere tutti, “Popoli e Religioni”, la cui ottava edizione si apre sabato prossimo per proseguire fino al 25 novembre tra il Cityplex Politeama, il Museo Diocesano e Palazzo Primavera.

I dieci giorni di eventi e proiezioni gratuite si aprono, significativamente, giovedì 15 novembre nel carcere di vocabolo Sabbione.

«L’anteprima nella casa circondariale è una tradizione – spiega il direttore dell’Istess Stefania Parisi – che proseguiamo anche durante il resto dell’anno con cineforum mensili».

Venerdì 23 novembre, invece, grazie ad un appuntamento organizzato in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio, al cinema arriveranno gli anziani soli di Terni e quelli ricoverati nelle case di riposo per vedere Il pranzo di ferragosto – deliziosa commedia dedicata proprio agli anziani – e incontrare il regista Gianni Di Gregorio.

Quanto agli stranieri, sono protagonisti del festival sin dalla prima edizione, con proiezioni in lingua originale e spettacoli folkoristici.

«L’integrazione degli immigrati – spiega Arnaldo Casali, direttore artistico della kermesse – è stata una delle priorità del nostro festival sin dalla prima edizione. E quest’anno ci troviamo a presentarlo proprio mentre arrivano segnali di regressione molto inquietanti sotto questo profilo, anche dal mondo politico».
Il riferimento è alla bocciatura, da parte del Consiglio Comunale, del dormitorio della Caritas. «In via Vollusiano è presente una chiesa dei mormoni, il centro culturale islamico e il luogo di culto dei sikh. Nessuno scontro, nessun incidente, nessun problema di ordine pubblico si è verificato fino ad oggi. Eppure è proprio questa “concentrazione etnico-religiosa” a motivare la bocciatura».

«È preoccupante – aggiunge Casali – che quella stessa amministrazione rimasta in silenzio di fronte a oltre 500 cittadini che venti giorni fa, sotto un diluvio, hanno detto il loro no all’inceneritore in nome dell’ambiente e della salute pubblica, ha invece prontamente accolto la richiesta di un comitato di cinque persone che associano il povero allo straniero e al delinquente e il pluralismo religioso al disordine sociale».

E se il focus incentrato ogni anno su una diversa area geografica del mondo è dedicato proprio a una città dove convivono pacificamente, quattro confessioni religiose come Sarajevo, il tema portante – sulla scia della nomina dell’arcivescovo Paglia (ideatore del festival) a presidente del Pontificio consiglio per la famiglia – è proprio quello della famiglia. Principale testimonial ne sarà Alessandro D’Alatri, regista di Casomai (l’unico film d’amore in cui il matrimonio è all’inizio anziché alla fine) e Commediasexi (film di Natale senza corna) che sabato pomeriggio alle 18 al Museo Diocesano si confronterà su cinema e famiglia con l’arcivescovo Paglia.

A dispetto del calendario lungo e ricco e in cui non mancano eventi (tra questi l’omaggio a don Pino Puglisi che vedrà confrontarsi i personaggi reali e i loro interpreti nel film Alla luce de sole, la serata dedicata al “Vangelo secondo i Beatles”, la prima di Il sole dentro, il ritorno di Liliana Cavani e il premio alla carriera a Jerzy Stuhr) il festival patisce un’ulteriore riduzione di budget, arrivato quasi a un quarto rispetto alle prime edizioni.

«A fronte dell’entusiastica risposta del pubblico ternano – dice Parisi – che riempie le sale del cinema ogni giorno, non vi è un’adeguata risposta da parte delle istituzioni. Ci sentiamo abbandonati a noi stessi: né la Regione né il Comune ci hanno inquadrati come evento strategico culturale». E il vicario generale della diocesi monsignor Antonio Maniero rincara la dose: «Le istituzioni non capiscono che è anche attraverso iniziative di questo tipo che si esce dalla crisi, perché si dà alla gente lo strumento per sviluppare capacità e senso critico per resistere alla deriva che siamo vivendo».

L’assessore alla cultura del Comune, da parte sua, alza le braccia ma promette sostegno: «Abbiamo difficoltà materiali a sostenere queste iniziative. Per quel poco che possiamo fare ce la stiamo mettendo tutta per raccogliere le risorse necessarie per continuare a sostenerle».

Più ottimista Simone Di Conza, presidente di Umbria Vision Network, per il secondo anno partner dell’Istess nell’organizzazione: «Nonostante gli ostacoli, nel festival troviamo qualità e passione, e un interesse che travalica i confini nazionali: per il concorso ci sono arrivati 240 cortometraggi da tutto il mondo».

Le altre sezioni – lungometraggi e documentari – comprendono 9 film, tra cui diverse anteprime nazionali. A giudicarli una giuria prestigiosa presieduta da Angelo Longoni.

www.popoliereligioni.com