Pasqua 2022 – celebrazione della Pasqua di Risurrezione nella concattedrale di Narni

Celebrata la Pasqua di Risurrezione, il 17 aprile, nella Cattedrale di Narni dal vescovo Francesco Antonio Soddu. La Risurrezione del Signore è per i cristiani il giorno della nuova creazione: in Cristo fiorisce la vera vita e la speranza.
All’inizio della celebrazione con il rito dell’aspersione con l’acqua lustrale, benedetta nella veglia pasquale è stata fatta memoria del Battesimo, per mezzo del quale siamo stati immersi nella morte redentrice del Signore per risorgere con lui alla vita nuova.
«Cristo ha vinto la morte – ha detto il vescovo nell’omelia -. Egli ha vinto le nostre morti: quelle dell’egoismo, della prevaricazione, dell’orgoglio, dell’odio, della paura, della confusione, della droga, della non accoglienza, delle guerre. E vincendo la morte ha dato al mondo la pace. Davanti alle notizie che quotidianamente ci giungono a mezzo degli organi di informazione e di comunicazione sociale siamo messi di fronte a una storia che dice tutto il contrario: ciò che vince è la morte, l’inimicizia, l’odio; e ciò che regna non è la pace quanto piuttosto la guerra, la distruzione e quindi il peccato. Dovremmo riflettere sempre di più sull’accostamento, anzi sulla relazione intrinseca che lega questo binomio: guerra/distruzione e peccato; compreso tutto ciò che vi sta alla base e da cui si originano. Pertanto, senza andare molto lontano, dobbiamo avere consapevolezza che anche nella nostra Italia come anche nelle nostre città e borghi emergono, più o meno prepotentemente ma con assoluta chiarezza, dei segni contradditori rispetto a questo giorno di Pasqua».
«Il giorno di Pasqua, il sepolcro di Cristo è anche il luogo da cui si dipana e prende slancio il messaggio della Risurrezione. Sia anche per noi il luogo da cui il nostro pensiero e il nostro impegno nei confronti dei fratelli e sorelle sofferenti non si deve mai staccare; diventi quindi anche per noi il luogo di incontro per un mondo rinnovato, all’insegna della Pasqua. Egli il Signore, insieme alle vittime di ogni violenza umana invoca ancora la pace. Pace per noi, pace per il mondo intero. Si lo so, non è semplice, non è per niente facile chiamare in causa la pace quando si è aggrediti ingiustamente… Ma mi chiedo se sia meno complicato invocare la pace quando gli squilibri tra stati, nazioni e persone generano vergognose diseguaglianze e povertà che, sempre per egoismo di parte, non vengono fatte emergere o peggio ancora vengono nascoste o sottaciute? Per tutti questi interrogativi Dio ha pensato e realizzato una nuova creazione tramite il dono del proprio Figlio il quale nella sua carne, nella quale era presente la nostra umanità, ha fatto morire il suo corpo e quindi nel suo corpo il peccato del mondo. Il Signore risorto era, è e rimane la pietra fondamentale per la costruzione di un nuovo ordine delle cose e del mondo. Ogni qualvolta noi costruttori non lo prendiamo in debita considerazione o ce ne dimentichiamo preferendo altro materiale, tutto ciò che tentiamo di edificare, non avendo salde fondamenta, si ritorce inesorabilmente contro di noi. La Pasqua è questo regalo, questa Grazia. Spetta a noi accoglierlo come dono ed esserne capaci di donarcelo scambievolmente».

L’OMELIA DEL VESCOVO