Pasqua di Resurrezione nella concattedrale di Narni

Cristo ha vinto la morte, Alleluia
Cristo ha vinto il male, Alleluia
Canti il Cielo e la terra Alleluia.
Carissimi fratelli e sorelle questa realtà fondamentale della nostra fede, il Mistero Pasquale del Signore Gesù -che ci è stato regalato con il Battesimo – è per l’umanità intera, e quindi per ciascuno di noi, il dono essenziale in forza del quale, liberati dal peccato, abbiamo l’opportunità di vivere in Cristo Gesù come figli di Dio, di vivere cioè la stessa dimensione divina. Perciò come non esprimere con slancio di fede il canto dell’Alleluia?
Tutto ciò avviene e si realizza non dentro gli orizzonti di un mondo immaginario, fantasioso che non esiste, tutt’altro! Esattamente il contrario. Abbiamo la possibilità di vivere tutto questo dentro il nostro mondo e in questo nostro tempo, da persone nuove.
In tal modo abbiamo la straordinaria opportunità di testimoniare questa novità, vivendo secondo il Vangelo, rinnovando noi stessi e di conseguenza il mondo entro cui siamo chiamati a vivere.
Cristo ha vinto la morte, Alleluia! Egli ha vinto le nostre morti: quelle dell’egoismo, della prevaricazione, dell’orgoglio, dell’odio, della paura, della confusione, della droga, del gioco sfrenato, della non accoglienza, delle guerre. E vincendo la morte ha dato al mondo la pace.
Cristo ha vinto la morte, passando attraverso la sua morte. La morte che, in quanto Figlio di Dio non gli apparteneva affatto, egli l’ha presa nella umanità che aveva assunta e, offrendo la sua vita per amore nostro, l’ha distrutta, e risorgendo ha inaugurato l’era nuova del mondo, in cui la morte non ha più potere.
Cari fratelli e sorelle, davanti alle notizie che quotidianamente ci giungono a mezzo degli organi di informazione e di comunicazione sociale, siamo messi di fronte a una storia che dice tutto il contrario: ciò che vince è la morte, l’inimicizia, l’odio; e ciò che regna non è la pace, quanto piuttosto la guerra, la distruzione, e quindi il peccato. Dovremmo riflettere sempre di più sull’accostamento, anzi sulla relazione intrinseca che lega questo binomio: guerra/distruzione e peccato; compreso tutto ciò che vi sta alla base e da cui si originano.
Pertanto, senza andare molto lontano, dobbiamo avere consapevolezza che anche nella nostra Italia, come anche nelle nostre città e borghi emergono, più o meno prepotentemente, ma con assoluta chiarezza, dei segni contradditori rispetto a questo giorno di Pasqua.
Davanti a tutto questo molti si chiedono dove sia Dio, se il mistero Pasquale del Signore Gesù sia vero, sia reale; se sia una fantasia e una pura illusione; se in sostanza la Pasqua, oggi, abbia significato e quindi – come si suol dire – possa avere effetto.
Davanti alle atrocità di ieri, di oggi e di sempre, sembra che, di tanto in tanto, venga riscritta quella storia presente nella Bibbia fin dai primissimi capitoli, cioè da una parte il progetto bello, creatore di Dio e dall’altra il progetto distruttivo che gli va contro. Le prime pagine del libro della Genesi questo mettono in risalto. Ed è quanto, ancora oggi, purtroppo, si ripete.
Quanto ancora oggi, nonostante le lezioni della storia, l’umanità con le sue egoistiche ambizioni cerca di annullare i progetti di bene, di uccidere i propri simili, di dire il falso, di rovinare la creazione? Quanto ancora oggi si ripetono quelle dinamiche dei racconti biblici, ritenute dai benpensanti favole di un tempo, appartenenti alla letteratura mitologica, in cui la presunzione umana annienta il proprio simile per occupare il posto stesso di Dio?
Quanto, soprattutto in questi giorni, soffriamo e trepidanti poniamo anche dei seri dubbi sulla stessa sopravvivenza dell’umanità?
Davanti a questi interrogativi dobbiamo sempre più avere la consapevolezza che, se l’umanità ha la capacità di dare ancora potere alla morte, questo avviene perché, in una maniera o nell’altra, più o meno consapevolmente, dà sfogo alla potenza distruttiva del peccato, il quale è l’alimento principale della morte. E lo alimenta, lo sappiamo, a partire da cose che all’inizio possono sembrare innocue: i pensieri, le parole, le omissioni e qualche opera. Davanti a tutto ciò, oggi più che mai, ci si nasconde dietro a giustificazioni apparentemente neutre, evidenziate dalla tipica espressione molto consueta: “ma che male c’è?”
Carissimi fratelli e sorelle, davanti a questa pagina terribile della nostra storia, si pone in controluce la storia del Figlio di Dio incarnato, Nostro Signore Gesù Cristo, il quale anche per questa nostra attualità ha dato la sua vita, si è lasciato uccidere per il peccato dell’umanità.
Gesù ha vinto la morte e risorgendo ha inaugurato l’era nuova del mondo, in cui la morte non ha più potere.
E per questo, come il giorno della sua Pasqua, egli è in mezzo a noi e ripete: “Pace a voi”.
Nei corpi martoriati e vilipesi dei fratelli e delle sorelle, mostratici dai mezzi di comunicazione sociale, sono presenti le piaghe del Signore. In quei corpi, a cui la malvagità umana ha addirittura negato il sepolcro, così in Ucraina, come in Africa, in Siria, nello Yemen e in altre parti del mondo; come avviene anche in Italia nelle persone maltrattate nelle case di accoglienza per anziani, o nelle scuole materne, o fatti a pezzi e buttati nei fiumi o nelle discariche, nei continui fatti di cronaca che riportano il perpetrarsi di violenze domestiche o abusi sui minori o sulle persone fragili, emerge ancora e soltanto il sepolcro, quale luogo di morte e di dissoluzione.
Nel giorno di Pasqua, il sepolcro di Cristo è anche il luogo da cui si dipana e prende slancio il messaggio della Risurrezione. Il sepolcro del Signore, dal quale Maria Maddalena non si era mai staccata dal momento della sepoltura, sia anche per noi il luogo da cui il nostro pensiero e il nostro impegno nei confronti dei fratelli e sorelle sofferenti non si deve mai staccare; diventi quindi anche per noi il luogo di incontro per un mondo rinnovato, all’insegna della Pasqua. Egli il Signore, insieme alle vittime di ogni violenza umana, invoca ancora la pace. Pace per noi, pace per il mondo intero.
Si lo so, non è semplice, non è per niente facile chiamare in causa la pace quando si è aggrediti ingiustamente… Ma mi chiedo se sia meno complicato invocare la pace quando gli squilibri tra stati, nazioni e persone generano vergognose diseguaglianze e povertà che, sempre per egoismo di parte, non vengono fatte emergere, o peggio ancora vengono nascoste o sottaciute?
Ecco, carissimi, per tutti questi interrogativi, che mettono in evidenza la gravità del peccato, Dio ha pensato e realizzato concretamente una nuova creazione tramite il dono del proprio Figlio, il quale nella sua carne, nella quale era presente la nostra umanità, ha fatto morire il suo corpo, e quindi nel suo corpo il peccato del mondo.
Il Signore risorto era, è, e rimane la pietra fondamentale per la costruzione di un nuovo ordine delle cose e del mondo. Ogni qualvolta, noi costruttori non lo prendiamo in debita considerazione o ce ne dimentichiamo, preferendo altro materiale, tutto ciò che tentiamo di edificare, non avendo salde fondamenta, si ritorce inesorabilmente contro di noi.
Esultiamo pertanto per il dono della Pasqua e ringraziamo il Signore: “La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo. Questo è stato fatto dal Signore: una meraviglia ai nostri occhi”
La Pasqua è questa realtà, la Pasqua è questo regalo, questa Grazia. Spetta a noi accoglierlo, come dono, ed esserne capaci di donarcelo scambievolmente.
Maria santissima, la mamma di Gesù, che dopo la passione del figlio ha potuto gioire per la sua risurrezione, ci conceda con la sua intercessione di vedere orizzonti di pace per il mondo per le nostre famiglie.