Dalla Chiesa di Santa Maria della Pace a Terni al Convento di San Francesco a Stroncone
Tappa impegnativa per i continui saliscendi sulle colline ternane. Il cammino di sviluppa in mezzo alla natura
Il Cammino inizia con l'apposizione del timbro nella Chiesa di Santa Maria della Pace. L'edificio progettato da Paolo Portoghesi fu consacrato 1’8 dicembre 2003 dal vescovo monsignor Vincenzo Paglia. L’architettura risente della forma stellare. Appena varcata la porta centrale, il Cristo Risorto di Paolo Borghi, prende per mano il fedele e lo inoltra all’interno, dove si ammira l’imponente ciclo pittorico di Stefano di Stasio, composto da 16 dipinti: i primi sei raffigurano la predicazione a Terni di san Francesco del 1213, e gli altri dieci la storia dei Santi Martiri. Terminata la visita, man mano che si procede lungo l’itinerario, la presenza umana diminuisce e ci si immerge nel verde delle colline ternane.
Alla sommità del colle che sta di fronte alla chiesa inizia uno sterrato, in mezzo alla campagna, che poi si inerpica nel bosco che conduce, con una progressione in salita, a incontrare all’improvviso in una vallata quasi sperduta i resti dell’antica Abbazia di San Benedetto in fundis. Le mura vetuste ancora visibili di questo edificio sacro continuano a irradiare una forte spiritualità. Fu fondata, probabilmente, da monaci che fuggirono da Farla nel IX secolo, a causa dell'invasione saracena, e che ripresero dalla chiesa madre la tipica struttura a pianta basilicale con due absidi contrapposte, dotandola anche di fortificazioni perimetrali di difesa. Siamo in presenza di una "‘chiesa imperiale”, una rarità! L'unica fonte documentale certa sulla datazione della chiesa è la lapide sulla facciata della chiesa di San Nicolò a Stroncone, datata 1181, che attesta la donazione della chiesa stessa, da parte della comunità di Stroncone, all’abbazia di San Benedetto in fundis. Le condizioni di quel che è rimasto dell’Abbazia non rendono onore ai tempi del suo antico splendore. Dopo la visita si prosegue su un bel sentiero silenzioso all’interno di un bosco di lecci, che permette di superare la piccola montagna che divide le due vallate: dall’altra parte sorge il convento di San Simeone. Fino a qualche anno fa, a ridosso di un’angusta fenditura, rimanevano ruderi di una storia spirituale iniziata forse ancor prima del cristianesimo: quella degli eremiti dei boschi. La località nascosta, fu poi scelta dagli anacoreti cristiani, che scelsero di dimorare nella grotta e che costruirono una piccola cappella dedicata a San Silvestro. Il luogo divenne poi un insediamento benedettino, alle dipendenze di San Benedetto in fundis, nei primi secoli dell’anno mille, fino all’arrivo dei fran cescani, ultimi abitanti dell’antico monastero. Dopo un lungo periodo di abbandono il convento è stato di recente ricostruito e restaurato grazie alla comunità religiosa dei “Ricostruttori nella Preghiera”. La costruzione del tempio esteriore è figura della costruzione di quello interiore e la storia della salvezza si sviluppa attraverso i poli dell’azione e della preghiera. La missione dei “Ricostruttori nella Preghiera” è testimoniare una cristianità capace di accogliere e dare spazio alla necessità di ricerca interiore, spesso inconsapevole, dell’uomo contemporaneo. Attingendo alle risorse della tradizione cristiana, i Ricostruttori propongono un cammino di rientro in sé stessi, che consenta di raccogliere il proprio sguardo, disperso all’esterno e disorientato, e di introdurlo nel cuore: attraverso la meditazione profonda. Da San Simeone si prosegue in discesa, su una strada sterrata fino a dopo l’abitato di Colle, e da lì si scorge l’antico borgo di Stroncone, che si raggiunge con una discreta salita e poi una ripida accorciatoia. Si entra nel borgo antico attraverso la Porta Nova. Sorto nell’alto Medioevo, il piccolo nucleo abitativo fungeva da punto d’avvistamento posto a guardia di importanti assi viari, in quanto si trovava in una zona di confine fra il Ducato longobardo di Spoleto e i territori Bizantini. Proprio dal nome di Ugone, duca di Spoleto, deriverebbe Stroncone, dall’originario castrimi Hugonis, poi Castrugone, Strungone ed infine Stroncone. Il primo documento che attesta resistenza dell’abitato risale al 1012, anno in cui Giovanni di Pietro donò al monastero di San Simeone i suoi possedimenti situati nel territorio di Stroncone. Varcata la porta principale del borgo, pare di immettersi in un castello medievale. In posizione dominante sorge la chiesa di san Nicolò con portale romanico, ornato da un bassorilievo bizantino risalente al 1171. Suggestivo l’ingresso al Palazzo del Comune, costituito da una scalinata e un portico. Si tratta dell’antico Palazzo dei Priori dell’XI secolo, che conserva nove corali membranacei decorati con preziose lettere capitali figurate e istoriate. Il giro del borgo si conclude al convento di San Francesco, che fu costruito nel 1228 sulla cappella donata al santo nel 1213. Vi ha abitato San Bernardino da Siena. All’interno interessanti affreschi. All’esterno due cappelle dedicate a sant’Antonio abate e sant’Antonio da Padova con affreschi di Tiberio d’Assisi del 1509. Questo luogo possedeva in passato un’importante biblioteca famosa per la quantità di libri. Vi si conserva dal 1809 il corpo del Beato Antonio Vici da Stroncone, che morì a San Damiano in Assisi nel 1461.
fonte : "Il Cammino dei Primi Francescani" Edizioni Terra Santa Milano
visitandum est:
- Chiesa di Santa Maria della Pace - Terni.
- Abbazia di San Benedetto in fundis.
- Monastero di San Simeone.
- Il borgo medioevale di Stroncone.
- Chiesa Collegiata di San Nicolò.
- Convento di San Francesco a Stroncone.