Dalla Chiesa si San Francesco a Narni alla Chiesa di San Francesco a San Gemini
La tappa si sviluppa interamente nella splendida campagna fra Narni e San Gemini
Lasciata Narni per la Porta Nuova, dopo una breve ma ripida discesa, si incontrano subito i resti del ponte di Augusto. Il ponte risale al 27 a.C. circa e sorge lungo l'antica via Flaminia. Un vero capolavoro dell'architettura romana con una lunghezza di circa 160 metri, un'altezza di 30 metri e un piano stradale di 8 metri. Dell'imponente struttura originaria, di quattro archi di luce ne resta solo uno: il primo e più grande con qualche parte della struttura. Il ponte ha subito un primo crollo nel Vili secolo e fu ricostruito con materiali di recupero, ma subi nuovi danneggiamenti nell'anno 847 a causa di un terremoto. Intorno al 1053, per una piena eccezionale, il ponte ha ceduto nella parte superiore, e non è stato più sistemato. Nel 1724 si scoprì come le
le pietre rimanessero saldamente connesse tra loro in quanto, oltre alla calce, erano state adoperate anime di ferro saldamente piombate alle estremità. Jean Baptiste Ca- mille Corot durante il suo Grand Tour, passò proprio da Narni e ne rimase incantato. Il suo dipinto, “Il Ponte di Narni”, è esposto al Louvre di Parigi. Passati i resti del ponte e superato il fiume Nera, ci si inerpica su un sentiero immerso in un bosco di lecci per visitare San Cassiano. Il sito ha una storia di 1500 anni. L’Abbazia di San Cassiano sorse infatti su un monastero fortificato risalente alle guerre gotiche, probabilmente voluto dal generale bizantino Belisario, come presidio del ponte di Augusto sulla via Flaminia, in analogia a quello di San Giovenale, fatto costruire a Orte al tempo del papa Virgilio (558-555). I due monasteri fortificati dovevano vigilare sulla gola del Nera, che era l’ultima difesa del corridoio bizantino. Successivamente entrarono i Benedettini a san Cassiano, l’unico ordine monastico dotato di regola in quel periodo. Sull’Abbazia, le fonti certe sono scarse, la prima volta che con certezza viene nominata è nel documento 1129 del Regesto Farfense dal quale sappiamo che nel 1091 l’Abbazia di Farfa assorbì San Cassiano. L'impianto originale della chiesa era a croce greca, con tre bracci uguali formati da due campate e tre navate e ciascuno terminante con abside, mentre il braccio di ingresso era più lungo di una campata e terminante con la facciata piana, fu modificato nel 1334 per dar luogo a una costruzione basilicale a tre navate, con abbattimento delle estremità delle braccia trasversali. L'interno della chiesa provoca la sensazione di trovarsi in uno spazio dove l’orologio del tempo ha smesso di camminare. L'Abbazia conserva ancora intatta la cinta muraria merlata. Lasciata San Cassiano si prosegue a ritroso e si arriva alla Madonna del Ponte. Il Santuario della Madonna del Ponte è legato alla storia di Ponte d'Augusto, dopo il crollo del 1050 gli archi caduti furono sostituiti con passerelle in legno, che rendevano il passaggio del ponte molto pericoloso. E a questo periodo che bisogna far risalire gli affreschi dipinti nella grotta, a pochi metri dal ponte, a testimonianza delle preghiere dei viandanti cristiani ai Santi protettori, tra cui la Madonna. Nel Medioevo, intorno al 1200, si provvide a costruire un ponte più sicuro, a circa 300 metri più a monte, e così si abbandonò definitivamente il ponte d'Augusto e la Via Flaminia fu fatta passare sul nuovo ponte medioevale (anche questo oggi ridotto a una passerella in ferro). Abbandonata la Via Flaminia che passava sul Ponte d’Augusto, anche la grotta con i suoi dipinti cadde nell’oblio e nell’abbandono fino al 1714, quando fu riscoperta da un cacciatore e si provvide a edificare il Santuario. In seguito alla scoperta dell'immagine della Madonna, dipinta nella Grotta, nel 1716 si diede inizio alla costruzione del Santuario, che fu consacrato nel 1728. Opera dell’architetto milanese Giovanni Battista Giovannini, detto il Battistini, fu eretto secondo il modello del Santuario di Loreto, in quanto ingloba nel suo interno la suddetta Grotta. Dal santuario si prosegue per l'altro santuario locale Santa Maria della Cerqua e da lì, passando per un sentiero in mezzo a campi coltivati a grano e granturco e poi per sentieri e strade sterrate di crinale - con ampia vista sulle splendide campagne delle valli circostanti - e infine per un sentiero di colline di creta che ricordano la Val d’Orcia senese, si arriva finalmente a San Gemini. San Gemini era posta sul tracciato dell’antica Via Flaminia con il nome di Ca- sventum. Il periodo di massimo splendore lo raggiunse nel 1300, quando fu libero Comune. Da vedere la chiesa di San Francesco, gotica del 1200, con affreschi che raffigurano i santi presso Terni Cosma e Damiano, culto importato dalla vicina Carsulae e forse all’origine del nome del paese - Santi Gemelli - che altri attribuiscono invece a un monaco siriaco, chiamato Yemin. Oltrepassata la porta che si trova sulla piazza del municipio, si entra nella parte medievale del borgo. Dopo una stretta via, la strada si riapre sulla piazza del Capitano del Popolo, con il palazzo e la torre del 1300 che ospita la Campana delle Adunanze. Fuori le mura c’è l’abbazia di San Nicolò, dell’XI secolo.
fonte : "Il Cammino dei Primi Francescani" Edizioni Terra Santa Milano
visitandum est:
- Ponte di Augusto - Narni.
- Abbazia di San Cassiano - Narni.
- Santuario diocesano Madonna del Ponte - Narni.
- Chiesa di Santa Maria della Quercia - Narni.
- Centro storico di San Gemini.
- Abbazia di San Nicolò - San Gemini.
- Chiesa di San Francesco - San Gemini.
- Chiesa di San Gemine (Duomo) - San Gemini.
- Palazzo Vecchio - San Gemini.