Dalla Chiesa di San Francesco a San Gemini alla Chiesa di Santa Maria Assunta a Cesi
Percorso breve ma impegnativo che si sviluppa su sentieri di montagna

Lasciato il paese si prende il cammino in direzione di Carsulae, questo tratto è l’unico battuto sull’asfalto. Carsulae è uno dei siti archeologici più importanti e spettacolari dell’Umbria. Risale agli anni della costruzione della Via Flaminia tra il 220 e il 219 a.C. Al culmine del suo splendore era una ricca città commerciale, importante crocevia di popoli e di merci, impiantata lungo una delle vie più trafficate dell’epoca. Aveva un teatro, un anfiteatro e i due templi gemelli di Castore e Polluce ed era rinomata per le sue acque termali. Con l’avvento del cristianesimo viene costruita la chiesa dedicata ai santi Cosma e Damiano, i due martiri gemelli e medici, che ricalcavano il culto dei Dioscuri. Nell’ "anno dei quattro imperatori”, nell’inverno del 69 a.C. le truppe di Vespasiano
si accamparono a Carsulae (Tacito, Historiae 111,60). Di Carsule parla anche Strabene {Geografia V,2,10) e i due Piini: il Vecchio {Naturalis Historia XVII, 213) e il Giovane (Epistularum Libri I, 4). Le cause della scomparsa sono: la perdita di importanza a causa dello spostamento a est della Flaminia e un violento sisma che provocò il crollo delle doline del pianoro, con effetti tali da non consentire alla città di risorgere. Dopo la visita, per una comoda strada sterrata prima e poi per un bel sentiero immerso in un bosco di lecci, si giunge a conquistare la Romita di Cesi (850 metri). Romitaggio benedettino edificato intorno ai secoli VII-IX, in onore dei Santi Volusiano e Procolo. Nell’anno 1213 Francesco ottenne l’eremo dall’Abate di Porta Reale e chiese che li venisse avviata la costruzione di una chiesetta dedicata alla Vergine Annunziata, simile in dimensione e forma alla “Porziuncola” di Assisi. Quassù frate Francesco compose l'Exhortatio ad Laudem Dei, autentico abbozzo del “Cantico di Frate Sole”. Nel 1291, papa Nicolò IV concesse l’indulgenza a chi avesse visitato la chiesa della romita. Nel 1400 vi soggiorno San Bernardino da Siena, che ampliò il fabbricato, conferendo alla struttura l’aspetto attuale. Qui nacque la “Corona francescana”, che tuttora pende dal cordiglio di tutti i frati. Nel 1991, divenne dimora di frate Bernardino e nel corso degli anni riportò il convento/eremo all’antico splendore. Dopo il tuffo nel Medioevo si ritorna al futuro prendendo prima una stradina - detta lo stradello di San Francesco - con a destra un bellissimo muro a secco e poi un magnifico sentiero in discesa che attraversa un bosco di lecci e offre scorci incantevoli. A metà del sentiero si incontrano i ruderi della chiesa di Santa Caterina andata in rovina nel tempo a seguito della devastazione di Poggio Azzuano (dove la tradizione vuole che vi fosse un castello medievale risalente al XII secolo, sede di Templari). Da li, sempre seguendo il bellissimo sentiero, si arriva a Cesi. Paesino abbarbicato sulle pendici dei monti Martani, costituisce uno splendido balcone sulla conca ternana. All’interno del borgo, un tempo capitale delle Terre Arnolfo che si estendevano tra Terni e Spoleto, il grande palazzo della famiglia Cesi (qui iniziò la famosa casata di Federico Cesi, fondatore dell’Accademia Nazionale dei Lincei) e la romanica San Michele Arcangelo.
fonte : "Il Cammino dei Primi Francescani" Edizioni Terra Santa Milano
visitandum est:
- Parco archeologico di Carsulae.
- La romita di Cesi.
- Ruderi della chiesa di Santa Caterina.
- Chiesa di Santa Maria Assunta a Cesi.
- Grotta Eolia a Cesi.
- Oratorio del Sanrtissimo Sacramento a Cesi.
- Chiesa di Sant'Agnese a Cesi.