San Valentino 2023 – solenne pontificale

Carissimi fratelli e sorelle, dopo la proclamazione delle beatitudini, quelle che –ricordiamo- abbiamo sentito 2 domeniche fa, introdotte dalla frase “beati i” ..poveri in spirito..i puri di cuore ecc- Gesù prosegue con un discorso abbastanza articolato che inizia con le parole introduttive del Vangelo di oggi: “Non crediate che sia venuto ad abolire la legge o i profeti, ma a dare pieno compimento”.
Le beatitudini, con il contenuto esplicativo che segue, costituiscono il cosiddetto Grande Discorso della Montagna.
San Matteo presenta Gesù come il nuovo Mosè che dal monte -luogo dell’incontro con Dio- consegna la nuova Legge, cioè il dono di Dio e la modalità su come vivere il rapporto autentico e radicale col Signore.
Gesù delinea il nuovo percorso di vita dato dalle Beatitudini e, di volta in volta, mette a confronto le due realtà con le parole: “avete inteso che fu detto…ma io vi dico”.
A prima vista potrebbe sembrare una sorta di contrapposizione tra legge Antica e legge nuova, tra Antico Testamento e Nuovo testamento.
A tale riguardo Gesù stesso precisa che si tratta piuttosto di un compimento, anzi di una realizzazione piena, che ha come criterio la felicità delle beatitudini e un tipo di giustizia superiore a quella ordinaria; dice infatti il Signore: Se la vostra giustizia -ossia il vostro comportamento- non si differenzia da quello degli scribi e dei farisei, come anche da quello dei pagani, se tutto questo non avviene, voi non fate niente di speciale.
Ecco, carissimi fratelli e sorelle, il discepolo di Gesù, ossia ciascuno di noi, è chiamato proprio a realizzare qualcosa di speciale, di unico, così come abbiamo sentito domenica scorsa pronunciato da Gesù, immediatamente dopo la proclamazione delle beatitudini: “Voi siete la luce del mondo, voi siete il sale della terra”.
Siamo chiamati a vivere la perenne novità di Dio che è l’amore; amore che dà, edifica, trasmette e genera la vera gioia.
Se le indicazioni sulla vita cristiana –un tempo si chiamavano i precetti- se questi dovessero pur essere osservati ma senza l’anima dell’amore, rimarrebbero confinati entro gli argini delle fredde prescrizioni del lecito e del non lecito. Se invece sono vissuti entro il parametro dell’amore, i rapporti interpersonali sono gestiti senza barriere entro gli spazi sconfinati del bene assoluto.
A tale proposito s. Agostino ci ha lasciato la sua bella testimonianza nell’ affermazione: “ama e fai quel che ti pare” che, lungi dal giustificare tutto ciò che balena nella mente degli individui, intende invece rapportare ogni atteggiamento all’espressione più alta dell’amore di Dio per noi, ossia suo Figlio crocifisso.
La figura del nostro Patrono, san Valentino, sembra capitare a proposito potrebbe dire qualcuno, ed è vero nella fattispecie dell’argomento, ma lasciatemi dire francamente che tutto il Vangelo costituisce l’unico messaggio d’amore di Dio, perché comunica la persona di Gesù, il quale è Amore in sé stesso.
La figura dei santi sono per noi un tramite per poterci avvicinare alla fonte stessa dell’amore, e s. Valentino così come noi lo conosciamo -il santo dell’amore- non può che esserci di aiuto, modello e sostegno, affinché riusciamo ad interiorizzare nella nostra la vita stessa di Gesù.
Anche oggi abbiamo davanti ai nostri occhi esempi più o meno validi ed accoglibili di comportamento, come per esempio avviene nei Paesi in cui i diritti fondamentali sono tenuti in debita considerazione; leggi e norme che regolano il comune vivere e danno la possibilità a ciascuno di coabitare in armonia e di esercitare la propria libertà all’interno e nel rispetto di quella altrui.
Tuttavia anche qui capita di osservare che se vi fosse la sia pur minima possibilità di contravvenire, per i più disparati motivi, quella norma viene tranquillamente infranta.
Ecco dunque il senso profondo del discorso di Gesù, ossia essere capaci di andare alla radice delle questioni e di non fermarsi alla superficie; se non si raggiungono le radici delle diverse questioni, come avviene per le piante, si rischia di innaffiare e di alimentare, ma purtroppo di farlo a vuoto.
San Valentino, con la sua vita, col suo esempio ci sprona a essere cristiani autentici, a essere persone integre ed integerrime.
Con le parole di Gesù egli ci insegna, cari concittadini e fedeli tutti, che se il mondo di oggi –come di fatto quello di sempre- ci induce a ritenere per vero che ci si possa fronteggiare con le più diverse armi o, nella migliore delle ipotesi, ad armi pari, questo non è il metodo, non è il criterio dell’amore e del progresso.
Egli, con le parole di Gesù, ci insegna che è necessario creare equilibrio, armonia interiore per poter affrontare con sapiente proporzione i rapporti interpersonali, intergenerazionali, nazionali ed internazionali.
Valentino ci porge il Vangelo della gioia, perché la nostra e l’altrui esistenza non sia destinata ad essere vissuta nella tristezza.
Quando una vita è triste, inesorabilmente è anche destinata a trasmettere e contaminare tristezza. Questo vale a tutte le età e per tutti: ragazzi, giovani, sposati, celibi, religiosi, religiose ecc., vale per tutti.
Il nostro san Valentino, con le parole di San Paolo, che abbiamo sentito nella seconda lettura, ci presenta ed offre la sapienza stessa di Dio. Come se fosse metallo prezioso, necessita d’essere identificata, riconosciuta ed estratta dalla ricca miniera dei Divini tesori.
Ci presenta anche il metodo da adoperare, o se vogliamo, una sorta di strumento da utilizzare al fine di potervi accedere; si tratta dello Spirito Santo, che è lo Spirito dell’amore. Scrive san Paolo: “A noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti conosce bene ogni cosa, anche le profondità di Dio”.
Carissimi fratelli e sorelle, san Valentino, ha saputo mettere la sua vita nelle mani dello Spirito Santo e in tal modo è diventato egli stesso strumento vivo del medesimo Spirito.
Ci aiuti perciò con il suo esempio e la sua intercessione:
Sia punto di riferimento per i giovani, affinché possano vedere in lui un modello fermo, granitico direi, per l’edificazione di una vita improntata a coerenza, maturità e amore sincero.
Sia di sostegno per le famiglie, affinché possano edificarsi con il vicendevole dono della reciproca assistenza, pazienza e anche sopportazione, alimentate sempre dall’evangelico nutrimento dell’amore.
Sia di sostegno per quanti soffrono nel corpo e nello spirito, affinché la loro vita sia sempre corroborata dall’esempio della sua esistenza donata per amore del Signore.
Sia vicino, attraverso la nostra solidarietà, a quanti vivono l’incertezza del domani a causa della inattività o la perdita del lavoro.
Sia di esempio, sostegno e forza per ogni singola persona della nostra città, della nostra Diocesi e della nostra Regione, affinché mai perdiamo il senso cristiano della vita, ma sappiamo spenderla sapientemente per l’edificazione vicendevole.
La doverosa attenzione al nostro territorio non allontani mai il nostro cuore dalle afflizioni di quanti soffrono a causa della guerra, del terremoto e delle catastrofi naturali.
Attingendo alle sorgenti del vero amore, cioè a Dio stesso, sull’esempio di san Valentino abbiamo la possibilità reale di accedere ed accogliere il sommo dono della vita data a ciascuno, così da poterla condividere nella ricerca continua e incessante della giustizia e della pace.
Ci aiuti e ci sostenga in tutto questo Maria Santissima, amata e invocata da san Valentino quale speciale protettrice delle nostre famiglie, di questa città e della diocesi di Terni-Narni-Amelia. Amen