San Valentino 2024 – Lectio magistralis “Due maestri a confronto: Valentino e Cratone nella Passio s. Valentini”

Approfondire la vicenda storica e religiosa di San Valentino alla luce delle più recenti acquisizioni scientifiche è quanto proposto nel convegno “Due maestri a confronto: Valentino e Cratone nella Passio s. Valentini” con le relazioni del prof. Edoardo D’Angelo sulla figura biografica e storica di san Valentino, e di fra Juri Leoni sugli aspetti teologici contenuti all’interno della Passione di s. Valentino di Terni. L’incontro è stato organizzato dalla diocesi di Terni-Narni-Amelia con il contributo della Fondazione Carit.
Edoardo D’Angelo dell’ Università di Napoli e presidente del Comitato Scientifico Diocesano su san Valentino di Terni, ha dapprima sgombrato il campo dalle numerose leggende che si sono stratificate sul personaggio di san Valentino nel corso dei secoli, portandolo a diventare surrettiziamente il patrono dell’amore profano e, peggio, una sorta di gadget commerciale.
Sono 2 le fonti più antiche su san Valentino di Terni. Il Martirologio Geronimiano riporta tale laconica notizia: decimo septimo Kalendas Martias Interamnae natale sancti Valentini episcopi et martyris; ossia cita il santo, il dies Natalis (giorno della morte) al 14 febbraio, la città (Terni). E poi la Passio s. Valentini episcopi et martyris (BHL 8460). Secondo questo testo, Valentino, vescovo di Terni, viene chiamato a Roma da Cratone, ricchissimo e coltissimo filosofo di origine ateniese, che tiene una scuola frequentata dai rampolli delle più importanti famiglie senatorie dell’impero. Cratone ha un figlio, Cerimone, affetto da una gravissima forma di paralisi, che gli rende impossibile qualsiasi movimento e persino di profferire parola; il filosofo chiede a Valentino di guarirlo, promettendogli metà dei suoi averi. Valentino risponde che gli basta che Cratone si converta al cristianesimo. A questo punto il filosofo esprime a Valentino tutta una sua serie di dubbi dottrinali sul cristianesimo, cui il vescovo risponde punto su punto. Cratone allora accetta lo scambio (conversione in cambio di guarigione). Valentino si chiude tutta la notte in una stanzetta col ragazzo, cantando inni al Signore. La mattina seguente Cerimone esce dalla stanza sulle sue gambe, chiama e corre ad abbracciare il padre e la madre! Cratone, tutta la sua familia, e tutti i suoi studenti si convertono al cristianesimo: tra costoro anche Abbondio, figlio del prefetto dell’Urbe. A questo punto il Senato dà ordine proprio al prefetto dell’Urbe, Furio Placido, di intervenire: e costui, «di notte e di nascosto», fa arrestare e giustiziare Valentino. Tre studenti di Cratone (Procolo, Efebo e Apollonio) ne recuperano il corpo e lo portano a sepoltura a Terni.
Questa è la storia di Valentino: niente fidanzati, dunque, né innamorati, né cioccolattini. Una storia drammatica e cupa, bagnata dal sangue del martirio, eseguito dai magistrati romani in maniera illegale, in quanto ormai nel 347 (prefettura di Furio Placido) le persecuzioni sono illegittime (dopo l’Editto di Milano del 313). Un’azione da servizi segreti di chiara matrice politica: Valentino sta convertendo gli intellettuali, la futura classe dirigente dell’impero, e va fermato: pochi anni dopo, nel 362, Giuliano emana un l’Editto che proibisce l’insegnamento ai cristiani.

Juri Leoni (Pontificia Università Antonianum) analizzando la discussione teologica tra Valentino e il filosofo pagano Cratone, ne individua la fonte più importante nella Epistola a Senario
del diacono Giovanni, il che gli consente di collocare il probabile luogo di redazione della Passione in Roma. E inquadra la stesura del testo nel pieno della disputa sul cosiddetto semipelagianesimo, determinando quale terminus ante quem della scrittura il momento della condanna della dottrina
semipelagiana al Concilio di Orange, e cioè nel 529. Questo viene a coincidere in maniera perfetta con l’ipotesi di Rita Lizzi, che propone di identificare il santo ternano con un esponente della famiglia dei Simmachi (evidentemente uno dei primi convertitisi al cristianesimo), Giunio
Valentino, figlio di Aurelio Valerio Tulliano Simmaco. E non a caso una delle figlie di
costui, Galla, commissiona e finanzia la fondazione di una “basilica in honore sancti Valentini episcopi” in Sabina, nell’attuale Comune di Stimigliano.

San Valentino vescovo di Terni (probabilmente al secolo Giunio Valentino Simmaco) è stato dunque martirizzato in Roma il 14 febbraio 347, e portato a seconda sepoltura in Terni. La sua vicenda biografica è quella dell’evangelizzatore (di Roma!), e del taumaturgo (miracolo di Cerimone).