Solennità dei Santi e ingresso parroco a Calvi dell’Umbria 2022

“Il tuo volto, Signore, io cerco, non nascondermi il tuo volto”
Il volto delle persone è ciò che le caratterizza, è quella parte di noi maggiormente esposta e che, più di ogni altra, determina immediatamente la nostra identità. Dico immediatamente perché, se si volesse fare un’indagine ancora più approfondita sulla nostra identità, dovremmo fare degli esami specifici come l’analisi delle impronte digitali oppure quella del DNA.
All’interno però del rapporto diretto tra le persone ciò che indica immediatamente l’identità della persona è il volto, cioè il suo aspetto.
Volto ed aspetto, inoltre, trasmettono dei sentimenti direttamente avvertibili: di gioia, di dolore, di sofferenza; ma anche di soddisfazione, di disapprovazione ecc. cfr.
Il volto indica una presenza.
Cercare il volto del Signore significa ricercare la sua presenza; la presenza del Signore è sempre benefica; perché dove c’è il bene lì c’è Dio e dove c’è Dio c’è il bene. Così come abbiamo sentito ed appreso dalla vicenda narrata dal brano evangelico di domenica scorsa: quello di Zaccheo, il quale cercava di vedere il Signore Gesù.
Ma attenzione a un particolare molto importante: prima ancora che Zaccheo potesse capire chi fosse il Signore che passava per quella strada, giacché non lo aveva mai visto prima, egli stesso, il Signore, Gesù riconosce Zaccheo e lo chiama per nome: “Zaccheo scendi, perché voglio fermarmi a casa tua”.
Così il Signore conosce il nome di ciascuno di noi e desidera tessere con noi un colloquio “faccia a faccia”, da amici.
Cercare il volto del Signore equivale quindi, carissimi fratelli e sorelle, a desiderare con tutte le nostre forze di incontrare la salvezza già presente che passa ed è a nostra portata di mano; è presente qui.
Molte persone, nella storia della salvezza hanno desiderato questo incontro e lo hanno trovato nelle strade della propria storia, della propria esistenza.
Sono questi i Santi, coloro che hanno incontrato il Signore e si sono lasciati trasformare da lui in Lui. Di questi fanno parte coloro di cui portiamo il nome; i nostri santi patroni: s. Valentino, s. Giovenale, s. Firmina, s. Giorgio, s. Pancrazio e quella schiera numerosa di cui abbiamo sentito nella prima lettura.
Le letture della parola di Dio di oggi ci presentano una situazione particolare e sotto certi aspetti anche strana. Da una parte la ricerca e il riconoscimento del volto del Signore, ossia della sua presenza nel corso della storia e dall’altra una sorta di tensione verso il futuro, quando –per adoperare le parole della seconda lettura- “noi saremo simili a lui perché lo vedremo così come egli è”.
Carissimi fratelli e sorelle questo particolare non sia per noi di secondaria importanza, infatti stare davanti al volto del Signore significa avere il desiderio di esserne totalmente assimilati ed essere santi come lui è santo.
Contemplare il volto di Dio pertanto significa mettere in movimento l’intero nostro essere, tutta la nostra persona ed agire come lui ha agito nella storia attraverso l’opera santificatrice del suo Figlio nostro Signore Gesù Cristo.
Ecco, carissimi fratelli e sorelle il senso bello e alto delle beatitudini che abbiamo sentito proclamate nel santo Vangelo.
E qui nel Vangelo abbiamo sentito una beatitudine che è quasi una chiave di interpretazione per comprendere il senso di quanto detto fin ora in riferimento al volto di Dio: “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio”.
Avere il cuore puro, pulito, cristallino, significa avere tutta la vita orientata verso Dio, anzi averla riposta totalmente in lui. Così facendo tutto il creato, tutte le cose, tutte le persone è come se le vedessimo con il medesimo sguardo di Dio.
Nessuna creatura, ad eccezione di Maria Santissima, nasce con il cuore già puro, cioè con una vita santa. Questa viene resa tale da Dio attraverso il santo Battesimo. Affidandoci a Lui abbiamo la capacità di vivere una vita nuova.
Da questa beatitudine –beati i puri di cuore- si possono pertanto comprendere tutte le altre: Beati i poveri in spirito… fino ad arrivare all’ultima: Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e mentendo diranno agni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.
Più di una volta papa Francesco ci ha detto che le beatitudini sono la carta d’identità del cristiano. Carissimi fratelli e sorelle, confrontiamoci dunque con questi tratti caratteristici che prima di tutto sono del Signore Gesù e che ci vengono donati affinché diveniamo santi come lui è santo.
La santità non è fuori dalla portata umana, essi sono persone che hanno saputo vivere appieno la vita. Anche oggi, come ci ha detto e ci dice ancora il Papa, ci sono i santi della porta accanto.
Carissimi fratelli e sorelle questi abbiamo la splendida possibilità di essere ciascuno di noi per gli altri, che di noi possono avere bisogno.
Carissimo don Pietro, in questa parrocchia di Calvi, che oggi ti affido, sei chiamato dal Signore ad essere segno visibile del suo volto.
Come prete/pastore sei chiamato a santificare i tuoi parrocchiani mediante la tua quotidiana santificazione.
Dio ti aiuti in questo e Maria, madre di Gesù Regina di tutti i santi ti guidi e ti protegga.