Funerale di Flavio e Gianluca – riflessioni del vescovo e omelia di don Luca Andreani

Nel giorno di lutto cittadino, Terni ha reso l’ultimo saluto a Flavio e Gianluca, i due adolescenti di 16 e 15 anni, morti per aver ingerito un mix di metadone e altre sostanze. Due amici inseparabili che «si sono riconosciuti come amici del cuore, anche nelle sofferenze» ha ricordato don Luca Andreani al funerale celebrato nella cattedrale di Terni, concelebrato con don Alessandro Rossini e numerosi sacerdoti della città. Nella commozione generale, soprattutto dei tanti amici e ragazzi presenti, per una tragedia che ha colpito duramente l’intera città, ci si interroga sulle cause, su responsabilità individuali e sociali di quella è un’emergenza per il diffondersi di droghe, alcolici e mix di sostanze varie che girano con facilità tra i giovani.
La riflessione del vescovo: “La morte di due adolescenti, nel sonno, ciascuno nella propria casa, nella stessa notte, per la stessa causa: assunzione sostanze imprecisate (metadone, misto a droga, alcool) ha gettato nella disperazione due famiglie, una comunità cittadina con riflessi notevoli in tutta la nazione. Il fatto che i media regionali e nazionali abbiano tenuto il pezzo per una settimana, raccontando fatti, dettagli, opinioni, prospettive, dice che la gente non è indifferente, la vita di due adolescenti ha un valore grande. Le famiglie distrutte, gli amici ammutoliti, le autorità alla ricerca di rimedi a una situazione che sembra sfuggire di mano. Nella giornata del commiato, delle onoranze, del lutto cittadino, del conforto e della preghiera, vogliamo dare spazio anche a qualche considerazione, che ci aiuti a non rendere sterile tanto dolore e a far sì che la morte di due adolescenti sia seme di vita per le decine di amici e centinaia di coetanei del territorio. Due considerazioni del procuratore Alberto Liguori mi hanno colpito: la prima che tutti conoscevano lo spacciatore. Ciò significa che una prassi malefica si aggira con relativa disinvoltura tra i nostri giovani. Forse già altre volte, altre “prede” sono state adescate nel commercio di morte, pur senza conseguenze letali. Alcuni amici si sono resi conto del malessere dei due ragazzini, ma nessuno si è adoperato per soccorrerli in maniera decisiva, anche contro la loro volontà. Purtroppo lo spaccio di ogni tipo di porcheria è ben organizzato e fiorente tra adulti e anche tra adolescenti, anche nella nostra città, come documentato da indagini e inchieste. Alcuni quartieri delle grandi città sono requisiti da venditori di morte con grande danno per la gioventù e proteste dei cittadini. E’ necessario individuare dove e come agisce e si diffonde quella che è una vera pandemia è il primo passo per difendersi e sconfiggere il morbo.
Qualche giorno addietro dicevo: “E’ tanta la superficialità con cui, noi adulti, cattivi maestri, trattiamo materie che affidiamo a fragili mani in nome della libertà, il cui esito spesso inesorabilmente porta al baratro. Molte volte abbiamo lamentato l’insufficienza di attenzione educativa e sociale verso le giovani generazioni; ancora più frequentemente siamo stati derisi come retrogradi quando abbiamo stigmatizzato proposte legislative e sociali, che sottovalutano i rischi connessi a “ragazzate”, a “modiche dosi”, ad “usi personali”, che col tempo portano a tragedie collettive.
Noi adulti siamo spesso spettatori passivi e remissivi di richieste e pretese di ragazzi e adolescenti, non sempre finalizzate al loro bene.
Sappiamo che oggi il mestiere di genitori è divenuto difficile, arduo. Le giovani generazioni, gli adolescenti, i giovani sono a volte letteralmente scippati nei sogni e nei desideri da agenzie (TV, social, mode comportamentali indotte) e da una società civile e politica che spesso è alla finestra. E noi adulti abbiamo abdicato con colpevole disinvoltura al nostro ruolo di padri, madri, educatori, stimolatori della politica.
Durante la visita pastorale ho toccato con mano i limiti delle parrocchie nel dialogo con i giovani. Fino all’età di 12-13 anni si riesce a coinvolgere i ragazzi. Gli oratori svolgono ancora un loro ruolo. Ma all’età di 15 anni si vede diradarsi la presenza. Alcune parrocchie, tramite l’oratorio e le associazioni cattoliche (AC, Agesci, Scout d’Europa, Gifra, Cammino Neocatecumenale) resistono. Ma la concorrenza è forte. Prima la movida, lo sballo, l’uso di alcool, la disponibilità economica; pian piano ci si immerge nel pantano della droga, in esperienze sempre più forti, di nascosto e spesso con la latitanza degli adulti, l’impotenza dell’agenzie educative: famiglia, scuola, circoli e associazioni varie, parrocchia.
Devo dire che a Terni non tutti i giovani si lasciano irretire. Con molti di loro, che spesso non frequentano la parrocchia, la Chiesa riesce a dialogare, apprezzando attenzione e sensibilità a valori alti e a prospettive significative. La partecipazione di tanti di loro al “Seminario filosofico”, al Terni Film festival “Popoli e Religioni”, la partecipazione all’alternanza Scuola lavoro presso il museo diocesano e la Caritas, le esperienze estive, ecc.
Senza disquisire di grandi questioni sociali, che pure vanno poste, occorre partire dalla vita di ogni giorno, dei nostri quartieri. Una espressione che ho ripetuto in tutte le parrocchie è che “non possiamo rassegnarci” a vedere i nostri giovani ai margini delle parrocchie; a vederli preda dell’apatia o vittime di venditori di illusioni e di morte, come purtroppo è accaduto.
Occorre una alleanza tra famiglia, parrocchia, scuola, associazioni per recuperare spazi e giardini di vita e proporre progetti educativi validi. Alcune esperienze dicono che ciò risulta vincente.
Nella zona dove è maturata la tragedia esiste una parrocchia ma è poco frequentata dagli adolescenti: Cosa può fare la pastorale giovanile, realisticamente, per prevenire queste tragedie?
La parrocchia di san Giovanni è stata sempre un luogo di frontiera. Negli ultimi anni ha visto prima la morte del parroco, dopo una lunga malattia, poi l’avvicendarsi di altri sacerdoti non proprio sensibili alle tematiche giovanili. Da un anno è cambiato il parroco e pian piano si sta recuperando il clima e lo spazio perché l’acqua sia… meno inquinata. Spero che questo martirio sia il seme di nuova vita per la gioventù del quartiere.
Le parole, in momenti come questi, stonano. Anche Gesù, sulla croce, ha avvertito il silenzio del Padre, ma ne ha percepito la presenza amorosa al punto da consegnargli la sua vita. Noi ci stringiamo ai familiari nella presenza silenziosa della testimonianza dell’affetto e della preghiera. Il Padre per ognuno, al momento opportuno, farà sentire una parola di conforto e consolazione.
La vita è un bene prezioso, che ci viene consegnato per realizzare progetti grandi. Amate la vita con tutto voi stessi: i vostri genitori hanno rinunciato a tutto perché siate felici.
Ragazzi, guardate in alto, mirate al massimo: in casa, a scuola, in parrocchia, nello sport, con gli amici. Non lasciate che qualcuno vi lasci impantanare per impedirvi di volare.
Sappiate distinguere i cattivi maestri, venditori di morte che vogliono solo lucrare sulla vostra vita, dai maestri saggi, che vi vogliono bene. E’ facile distinguerli: fidatevi di chi mette in gioco e a rischio la sua vita per salvare la vostra.
Duemila anni fa Gesù Cristo ha detto: sono venuto perché abbiate la vita in abbondanza. Ha tenuto fede alla sua parola, donando la vita per l’umanità: giusti e peccatori, ladri e assassini, giovani entusiasti e donne di strada. A ognuno indica la sua strada del successo.
Fissando i volti spenti di Gianluca e Flavio, accresciamo in noi la compassione vicendevole e l’amore per la vita.

+P. Giuseppe Piemontese OFM Conv,

L’INTERVISTA AL VESCOVO DI “AVVENIRE”

 

L’OMELIA DI DON LUCA ANDREANI
Con la nostra presenza qui oggi, ribadiamo e affermiamo insieme ai genitori, ai fratelli e a tutti i parenti e amici e all’intera cittadinanza, la bellezza e il valore inestimabile dei nostri Flavio e Gianluca, e non meno denunciamo questa somma ingiustizia di quanto loro accaduto.
Molti cercano di spiegarci le dinamiche delle sostanze, i tempi, le cause di certi comportamenti, volendo trovare le ragioni di quanto accaduto. Ma il male rimane sempre male, cioè un assurdo e quindi mai pienamente comprensibile. Neanche con tutte le ragioni di questo mondo la morte dei nostri Flavio e Gianluca, potremo giustificarla, equivarrebbe a riconoscerla una cosa Giusta!
Ci turba profondamente che due splendidi ragazzi, accolti con gioia alla vita dalle loro famiglie, e amati da tanti amici e conoscenti, siano stati oggetti da parte di alcuni di sguardi malefici, pronti a danneggiarli solo per bramosia di una manciata di soldi e di un’ illusoria esperienza di potere e dominio su di loro.
Noi invece siamo qui oggi a rivolgere loro uno sguardo d’Amore e di benevolenza, impegnandoci a non abbandonarli, a prendere posizione, perché ci sia giustizia con loro e per loro, e per tutti i loro amici e amiche davanti a Dio e davanti agli uomini. “Erano dei ragazzi buoni” , di buon cuore! “fregati “ dal male.
Capita a tutti noi, e magari anche alla vostra età cari amici di Flavio e Gianluca, di non sentirsi capiti, compresi e rispettati. Anche Gesù soffrì tutto ciò, e nella sua sensibilità come i nostri amici non resta indifferente anche quando ciò viene fatto ingiustamente su altri, ritenuti suoi amici del cuore, come fratelli! Nel Vangelo di Matteo Gesù benedice il Padre perché, di fronte a un mondo di gente abituato a fare analisi scientifiche e moraleggianti e a giudicarlo maliziosamente sul suo operato verso gli uomini e verso Dio, in realtà ha dato alle persone più semplici e piccole, umili e forse sofferenti, persone “di cuore”, di comprendere la sua vera identità, il suo autentico valore, la sua Bellezza!
Ci sono delle realtà in noi e negli altri che non si conoscono e risolvono a distanza, sui libri, ma incontrandoci, nel perder tempo l’uno con l’altro come a volte sanno fare solo due amici del cuore, come anche noi siamo stati in passato e ancor oggi i nostri Flavio e Gianluca sono!
“A stento si trova chi sia disposto a morire (neanche a dedicare tempo!) per un giusto, …ma Dio dimostra il suo Amore per noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo (suo Figlio) è morto per noi.
Non siamo amati perché bravi o se bravi, ma siamo amati perché conosciuti e ri-conosciuti come figli.
E come dice il testo : “Nessuno conosce il Padre se non il figlio e colui al quale il figlio voglia rivelarlo”: Carissimi genitori Fabio e Silvia, Maria e Luigi, Flavio e Gianluca, vi conoscono e amano più di tutti noi, e ora al cospetto di Dio Padre gli stanno raccontando il vostro Amore paterno e materno generativi per loro delle loro esistenze bellissime, spronandolo con insistenza di fronte a questo giogo troppo pesante di dirvi e dire a tutti noi:”venite a me , voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore”
Cari genitori davanti ai tanti ragionamenti e commenti spesso in cerca del o dei colpevoli tendono a portarci all’affermarsi in noi dei sensi di colpa. Attenti, non sono cristiani! Non sono da Dio! Non sono espressioni d’Amore!Non fatevene ingabbiare, i vostri figli ne soffrirebbero !
Riconosciamoci semplicemente e umilmente peccatori, cioè dolorosamente limitati e mancanti nell’amore, ma determinati a non mollarli ancor più adesso, ad amarli ancora e di più, meglio di prima. Come adulti di questa città, chiediamo tutti perdono a loro e ai loro e nostri figli per le volte che non ci siamo accorti dei loro disagi, e per le volte che vedendoli abbiamo tirato oltre delegando sempre ad altri quella che invece la vita e Dio ci danno come occasione per Amare realmente e come ci insegna Gesù.
E se dovesse accaderci di ritrovarci arrabbiati con Flavio e Gianluca per “la cazzata “ in cui si sono cacciati insieme , impariamo da Gesù, a non fissarci lì sul loro errore, sulla nostra rabbia, ma a riallargare cuore e sguardo su di loro, sulla unicità e bellezza del loro mistero di Figli di Dio, e di figli di Fabio e Silvia e di Maria e Luigi, liberando i nostri e i loro cuori con una rinnovata scelta d’Amore.
Sapete ragazzi: L’Amicizia fortissima tra Flavio e Gianluca ha illuminato anche i loro genitori e tutti noi: chi ama Flavio non può non rispettare e amare il suo amico Gianluca e viceversa, per questo oggi li amano addolorati e piangendo insieme davanti a questo altare, e con tutti noi! Così nella prima lettura ci vien detto da s. Paolo che agli occhi di Dio grazie alla scelta di Gesù suo figlio di apprezzarci fino a morire per noi, ciascuno di noi e ancora Flavio e Gianluca sono particolarmente cari a Dio Padre perché amati fino al coinvolgimento totale e alla morte da Gesù.
Carissimi genitori, Dio conosce, ci dice Gesù, il vostro dolore , si ri-conosce in voi di fronte all’assurda morte del suo unigenito sulla croce. Come ogni padre e madre che come Dio hanno subito la morte assurda e ingiusta del loro figlio, non possono da allora in poi rimanere indifferenti a eventi del genere, i vostri Cuori addolorati e umiliati, umili come quello di Gesù, non siano rassegnati al male, e determinati a continuare la loro missione generativa verso i figli, fino all’impegno contro il ripetersi di tali mali, e a quelle espressioni di quell’amore capace di ridare dignità di vita a coloro cui è stata rubata. La rete che diventa alleanza tra tanti padri e madri addolorati segnata dal sangue dei vostri figli, riconosce nella reazione di Dio Padre compiuta nella Pasqua di resurrezione del figlio Gesù, un incoraggiamento a non dargliela vinta al male, e nel loro nome ad allearsi ancor di più anche oggi presso questo altare, perché contando gli uni sulle possibilità degli altri e di Dio, prevalga la Giustizia dell’Amore, il recupero per i loro figli della vita e meglio di prima, la Resurrezione anche dei loro bellissimi corpi, come in Gesù primogenito dei risorti! Così sia!

L’INTERVENTO DI DON FELICE RIVA CAPPELLANO DEL BAMBIN GESU’ DI ROMA